Soldini, flop alla Transpac per colpa di un UFO. La lettera: “Un velista fortissimo imprigionato in vetrina”
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E’ SOLO “SFIGA”?
Il navigatore milanese e il suo Multi70 si sono dovuti accontentare del terzo posto in reale (in pratica, l’ultimo tra i multiscafi “corsaioli”): quattro giorni, dodici ore, 48 minuti e 55 secondi. Inizialmente Maserati se la stava giocando con Mighty mMerloe ed era davanti a Phaedo, salvo poi urtare un UFO (acronimo, in inglese, di unidentified floating object, oggetto galleggiante non identificato) che ha danneggiato il timone di dritta e ha rallentato la barca. Ancora una volta, una sfortunaccia nera. Pensate che c’è, sui social, chi comincia a credere che non sia un problema di “sfiga”, ma di barca con problemi strutturali: che a Soldini abbiamo rifilato un “pacco”?
Intanto, pubblichiamo la lettera che abbiamo ricevuto da Armando, un lettore/ammiratore deluso dalle ultime avventure di Soldini. Fateci sapere cosa ne pensate, siete d’accordo con lui?
SOLDINI COME BUFFALO BILL

Ho appreso da poco dell’ennesimo passo falso di Maserati in Pacifico, dopo le non entusiasmanti prestazioni alla Caribbean 600 e alla Transatlantic RORC. Questa volta (pare) che un OFNI, o UFO, o come cavolo si chiamano gli oggetti galleggianti non identificati, abbia danneggiato il timone di dritta del MOD70 di Soldini: che sfiga! Se li prende tutti lui! Vi ricordate poco prima della Middle Sea, durante il trasferimento, quando si danneggiò un altro dei timoni?
C’è anche chi dice, ho letto su Facebook, che tutte queste avarie siano un’invenzione dello sponsor per mascherare problemi strutturali della barca. Ma queste sono maledette malelingue.
Vi chiederete perché scriva tutto questo. “Questo è un hater da tastiera che ha preso di mira Giovanni Soldini”, direte voi. E invece no. Chi vi scrive è un appassionato e seguace del “vecchio” Soldini, quello che fu capace di far fuori i francesi nelle più dure regate oceaniche, l’unico italiano, ad oggi, ad aver vinto un giro del mondo in solitario (l’Around Alone 1998-99, dove riuscì pure a salvare la Autissier dimostrandosi un grandissimo navigatore).

Un navigatore di razza che, con sotto al culo un buon IMOCA 60, potrebbe ancora giocarsi la vittoria al Vendée Globe e alle regate da solitari duri e puri. E invece. E invece la vicenda di Giovanni mi ricorda tanto, pur con le dovute differenze, quella di Buffalo Bill, che si ritrovò da eroe di guerra nazionale a fenomeno da baraccone. Un velista fortissimo imprigionato in vetrina, costretto alla ricerca di futili record oceanici, a servizio di uno sponsor che ha l’interesse, legittimo, di far conoscere il proprio marchio e vendere macchine in giro per il mondo (lo aveva detto anche qui, anche se all’epoca era a bordo del vecchio VOR70).
Ti prego Giovanni, torna tra noi. Su un Open 60, su un VO65, su un Mini. Ma torna a fare quello che ti riesce meglio: piglia un monoscafo, sbarca Elkann, principini vari e… a Soldì, facce sogna’ !!!”
Armando C. R.
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7 commenti su “Soldini, flop alla Transpac per colpa di un UFO. La lettera: “Un velista fortissimo imprigionato in vetrina””
ha ragione Armando; non ha nessun senso vincere regate dove si è in tre e vince chi ha la barca più forte e dove dunque le personali capacità contano davvero poco; se poi non si riesce nemmeno a vincere peggio che mai; si faccia una vendee globe e saremo tutti nuovamente con lui
Peccato che gli sponsor credano solo in Soldini, e non nei vari Mura, Pedote etc… bravo lui a essere un catalizzatore mediatico…!
Sulla questione sponsor, cosa fanno i velisti italiani per meritarseli? E, soprattutto, cosa NON fanno?
Ma che cacchio dici Armando!!! SOLDINI È IL MEGLIO DELLA VELA ITALIANA. Vi piaccia o no.
Sono finiti i tempi della vela eroica: oggi anche se vuoi vincere solo una regata di optimist hai bisogno di qualcuno che ti sostiene economicamente e Soldini per stare nel giro della vela veloce ha scelto Elkann e Marchionne che naturalmente si attendono un ritorno d’immagine. E’ dura, ma solo chi si adatta sopravvive secondo l’eterna legge della “selezione della specie”. Per i sognatori restano i libri di Moitassier che di regate ne ha fatto solo una e non l’ha voluta neanche finire.
mah…sarò un sognatore superato anch’io ma a questa necessità di inchinarsi alla politica dello sponsor perchè se non non si sopravvive mi ostino a non volerci credere…Domada: : sopravvivere snaturando se stessi serve a qualcosa ? Sì, da da vivere a lui ed agli altri dell’equipaggio e del team, questo è vero e questo “vogliono i tempi”, come molti sono subito pronti a ricordarti (sarà poi vero che non c’è alcun margine per altro ?) , ma se il velista di un tempo, lo sportivo ha “scaldato il cuore” a tutto un popolo di velisti non c’è più, sacrificato alle fredde esigenze di bilpancio di marchionneed agli stolidi sorrisini di Elkann ? Sono d’accordo con Armando che non poteva sintetizzare con suggerimento migliore il suo pensiero: SBARCA ELKANN !
Se sbarca Elkann sbarca l’armatore, chi paga poi?