Coppa America: alle Bermuda c’è profumo di Luna Rossa

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Come sarà la Coppa che verrà? C’è una smania incontrollabile nel mondo delle comunità velica internazionale nell’immaginare il futuro del più antico trofeo velico che esista. Perché, al netto delle critiche, la Coppa continua ad emozionare, a far discutere, e continua ad essere molto seguita anche in quest’edizione che divide il pubblico.

Il motivo di tanti rumors è facile da intuire: dopo l’arrivo alle Bermuda di Ernesto Bertarelli, è atteso ad ore sull’isola lo sbarco del patron dei patron, Patrizio Bertelli. Ufficialmente in qualità di appassionato di vela e di Coppa, praticamente la visita di Bertelli è pero una missione ufficiale, per sondare il terreno, parlare con i neozelandesi, e valutare la fattibilità di una nuova sfida di Luna Rossa.

Tutto ovviamente è sospeso in attesa del verdetto che arriverà dall’acqua: la Coppa tornerà in Nuova Zelanda o resterà nelle mani di Oracle? Tutto ruota intorno a questo quesito basilare. Ma che coppa vorrebbe Bertelli, o meglio, che Coppa converrebbe a Luna Rossa?

Il magnate di Prada non ha mai nascosto la sua simpatia per i monoscafi, ma in caso di vittoria di Team New Zealand i kiwi potrebbero legittimamente restare sui foil cat per non perdere il vantaggio tecnologico acquisito (leggi qui perchè). Diventa a questo punto cruciale essere il challenge of record, presentare la prima sfida ufficiale al defender in modo tale da potere collaborare alla stesura del nuovo formato. Ciò garantirebbe a Luna Rossa un ruolo di primo piano in vista della prossima edizione, con la possibilità di potere influire sui processi decisionali del defender. Un ruolo che in linea teorica potrebbe interessare molto anche ad Ernesto Bertarelli, che si è però preoccupato nelle dichiarazioni ufficiali di smentire.

Posto che i kiwi non vogliano cambiare barche (ma anche questo sarà da vedere), che garanzie possono dare i neozelandesi a Patrizio Bertelli? Le garanzie di un formato più equo, la condivisione di regole quale il vincolo di nazionalità per equipaggio e barca (l’Italia ha solo l’imbarazzo della scelta su quali atleti scegliere) ed una grande accoglienza ad Auckland dove ormai molti del gruppo Luna Rossa sono di casa. Giova tenere a mente che Luna Rossa ha aiutato conretamente i neozelandesi in questa campagna: nella fase di start della sfida kiwi, il team italiano ha ceduto uno dei suoi AC45 per aiutare gli amici di Team New Zealand nella preparazione. Non dimentichiamo poi che gli italiani in Coppa sono tantissimi, basta ricordare, solo per citare un esempio, Gilberto Nobili, Max Sirena (Team New Zealand) e Francesco Bruni (Artemis). In definitiva Patrizio Bertelli non sarebbe danneggiato da un’eventuale scelta di Team New Zealand verso i catamarani, anzi, avrebbe potenzialmente già gli uomini giusti che hanno collaborato attivamente a questa Coppa. Il nodo, fondamentale, è diventare challenge of record per partecipare ai processi decisionali e non subirli passivamente.

Cosa succede nel frattempo?

Succede che mancano ormai pochissime ore al ritorno in acqua e alla ripresa della finale. Il defender ha trascorso molte ore in mare, provando sostanzialmente nuove soluzioni sui foil. A parlare è stato addirittura Russel Coutts, che ha interrotto il suo silenzio concedendo un’intervista alla rivista tedesca Yacht, rilasciando quella che sembra una sentenza definitiva: “Qui non è come a San Francisco. Nel 2013 ero convinto che Oracle avesse il miglior package possibile, sopra e sotto l’acqua, oggi questo ce l’ha Team New Zealand. I ragazzi stanno lavorando duramente, ma la montagna da scalare questa volta è molto più alta”. Insomma pare che siano rimasti in pochi a credere nella possibilità della rimonta, ma giova ricordare che con i campioni di Oracle e le possibilità sconfinate di questo team, tutto può ancora succedere e la strada dei neozelandesi verso la Coppa potrebbe ancora essere ricca d’ostacoli.

A tal proposito, come riferito dal NZ Herald, Oracle avrebbe presentato una protesta di stazza ufficiale nei confronti di Team New Zealand: un colpo di coda finale senza speranza? L’ultima mossa per provare a destabilizzare l’ambiente kiwi? Ne sapremo di più nelle prossime ore.

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