“Cos’è per te una vacanza in barca?”, 500 risposte! And the winners are…
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Cinquecento risposte! In 498, per la precisione, avete partecipato all’iniziativa che abbiamo lanciato (dal 25 maggio al 21 giugno) in collaborazione con Globe Sailor e Sailitalia, “Indovina dove andare in vacanza con Globe Sailor. Vinci una crociera in barca!”. Quasi tutti siete riusciti a indovinare la sequenza corretta delle nazioni i cui luoghi erano ritratti nelle foto.
Per la cronaca, la A: 1. Italia (Chiaia di Luna, Ponza), 2. Grecia (Baia del Relitto, Zante), 3. Croazia (Sveti Klement, Hvar). Vi avevamo poi chiesto di raccontarci cosa fosse per voi una vacanza in barca. Tra tutti quelli che hanno risposto correttamente al quiz la nostra giuria ha deciso di premiare (per i primi due erano in palio due crociere, per il terzo un abbonamento triennale al Giornale della Vela) coloro che più ci hanno emozionato con i loro pensieri sulle vacanze in barca.
Bando alle ciance, è ora di scoprire i vincitori!
1° PREMIO – RENATO MELE
“In barca (a vela) la felicità è un’idea semplice“.
Una sola frase è valsa a Renato una settimana in Sardegna su un Beneteau Oceanis 38: con queste parole ha dimostrato di aver colto nel segno e soprattutto di avere ottimi gusti letterari. Si tratta infatti della parafrasi in chiave velica di un passaggio di “Chourmo. Il cuore di Marsiglia”, capolavoro dalle tinte noir di Jean-Claude Izzo (“di fronte al mare la felicità è un’idea semplice”), un romanzo che vi consigliamo assolutamente (parte della triologia che comprende “Solea” e “Casino Totale”). Bravo Renato, hai dimostrato che la lettura di un buon libro porta benefici alla mente e può far vincere un ambitissimo premio!
2° PREMIO – ELISA PIERI
“Una vacanza in barca è… Gli occhi così pieni di sole che nemmeno le lenti polarizzate bastano, l’aglio e olio che bascula al ritmo delle onde, il vino bianco freddo la sera con le chiacchiere e le stelle… l’odore del gasolio giù nel caldo asfissiante del motore, il sale che dopo il bagno devi docciare via, peccato, perché tanto sono diventata così un’unica cosa col mare che lo lascerei volentieri addosso per sentirlo grattare sotto la maglietta… I crackers per chi ha il maldimare e i bambini a prua coi piedi giù che si lasciano spruzzare dalle onde… uuuuh i delfini i delfiniiii!!! Sbrigati sbrigati fai la foto!!! E poi, glug glug il mare che ti culla e la tua cabina è il posto più bello de mondo dove sognare in pace con l’universo….“.
A metà tra un “flusso di coscienza” di memoria joyciana e un poema futurista in stile “Fontana Malata” di Aldo Palazzeschi (glug gulag!), a noi il “cosa è per me una vacanza in barca” di Elisa è piaciuto molto, ricco di sensazioni che descrivono situazioni tipo di una crociera. Per lei un weekend nelle isole e sulla costa partenopea con partenza e arrivo a Procida a bordo di un Jeanneau Sun Odyssey 409.
3° PREMIO – ANNAMARIA FONTANA
“La mia prima vacanza in barca ha segnato l’inizio di un’inarrestabile malattia, quella del mare e della vela. Da allora non sono più riuscita a guardare il mare dalla spiaggia.
E’ vero, ci sono il tramonto in rada, l’alba in mare, l’aperitivo in pozzetto, il vento sulla faccia, la doccia all’aperto, l’amicizia, le chiacchiere, i canti, il pesce pescato a traina, il bicchiere della staffa sotto le stelle. Tutti i canonici claim promozionali da agenzia viaggi. Qualcuno mi aveva avvertito di questo rischio, dello shock post traumatico che mi avrebbe accompagnato per gli anni a venire. Adesso eccomi qui, a sognare di essere sospesa sull’acqua ogni volta che sono a terra, a desiderare la barca come un tossico con la migliore droga, a chiudere gli occhi e indovinare da dove viene il vento quando soffia in città. Non c’è latitudine che non vorrei raggiungere in barca.
Scelgo il mare, scelgo la vela, scelgo il vento. E’ una scelta consapevole da cui non voglio e non posso tornare indietro, perché dopo che l’ho provata, non posso più evitare il richiamo del mare. Questa strana malattia è di lungo decorso. Il cuore rallenta, la mente si svuota, gli occhi brillano, il corpo si modella sulle draglie.
Un giorno andavamo di bolina, il genoa cazzato a ferro tesato e pulito senza una piega. Ero appoggiata alle draglie a prua, con le gambe penzoloni fuori dallo scafo. Una notte insonne e un po’ di stanchezza alle spalle: trascorsi qualche minuto con la testa appoggiata alla vela, chiusi gli occhi e, in pace con tutto, mi addormentai. Durò poco ma fu un’esperienza strana che mi regalò la barca quel giorno.
Adesso parlo con le vele. Non sono matta, almeno non credo. A dire il vero, la malattia della vela ha colpito anche il cervello che di giorno, in ufficio, spesso guida la mano nel disegnare una barchetta, con randa, fiocco e uno scafo, come quando da bambina davo forma ai miei sogni più belli con le matite colorate.
Da quella prima volta in barca, ogni giorno mi sveglio e penso al mare, al vento e alle vele, anche se fuori c’è la nebbia e sotto casa sento il traffico della città. La malattia continua“.
Una bella “malattia” quella descritta da Annamaria, una testimonianza di passione per il mare e per la vela emblematica. E ben scritta, al punto di valergli un abbonamento speciale a tre anni (cartaceo+digitale) al Giornale della Vela e in regalo la iconica T-Shirt “VELA75″.
GLI ALTRI “PER ME UNA VACANZA IN BARCA E'” CHE CI SONO PIACIUTI
“Per me “vacanza in barca” significa vacanza in barca a vela, e la vacanza in barca a vela non è altro che una fuga dalle montagne di cemento che mi avvolgono ventiquattro ore su ventiquattro durante gran parte dell’anno. Andare in vela significa immergersi negli elementi e convivere con loro, farsi largo nell’acqua del mare e chiedere aiuto al vento cercando di capire quando è dell’umore giusto di soddisfarci.
Quando poi una giornata di navigazione finisce non c’è niente di meglio di ancorarsi in una rada poco frequentata ad ammirare l’incantevole paesaggio sorseggiando un bicchiere di vino. Lì, dove centinaia di personaggi storici avranno sicuramente fatto quello che sto facendo io, aspetto la notte per sdraiarmi sulla tuga e osservare le stelle.
Quando il mattino arriva, svegliarsi e buttarsi subito in mare è un privilegio della vacanza in barca al quale non potrei mai rinunciare.
La vacanza in barca a vela è il modo migliore che conosco per sentirmi veramente libero“.
Andrea Silvestri
“Rispetto, verità (il mare non mente mai, è quello che è e sarà quello che sarà), coscienza dei propri limiti, conoscenza“.
Luca Magni
“Il sentirsi famiglia a contatto con la natura“.
Federico Badaloni
“La vacanza in barca è la soluzione a tutto.
La vacanza in barca che sia di un giorno una settimana o un mese disintossica e purifica.
Una mattina mi sono svegliato in rada a saleccia ed ero in pace col mondo e con me stesso“.
Pierpaolo Muratori
“Il preludio alla partenza per il giro del mondo”
Massimo Corti
“Sarebbe meglio del Paradiso”
Sergio Rolland
“In barca la vita diventa essenziale come essenziali diventano i desideri e le realizzazioni. Per rendere l’idea voglio citare una frase di Bernard Moitessier “Le gioie del marinaio sono semplici come quelle dei bambini“.
Giovanni Cocozza di Montanara
“È la felicità di stare finalmente in vacanza con la famiglia, la mia compagna conosciuta sulla banchina del porto e il nostro piccolo di 3 anni. Tutto ciò dopo 15 al comando di imbarcazioni prima a motore, poi a vela a vivere le vacanze di ricchi armatori privati“.
Ivan Ghidoni
“La migliore cura allo stress“.
Stefano Portolano
“Anche un’ora di deriva, presa a noleggio in spiaggia ad agosto, ciondolando senza vento nel Golfo dei Nesci“.
Roberto Torti
“Un incubo se c’è mia suocera“.
Rinaldo (togliamo il cognome per non renderti la vita un inferno)
“…è il vero contatto con il mare, il sole e il vento, i colori, del mare del cielo che si uniscono nei tramonti!
La barca è perfetta per un romantico amore o per solidificare una grande amicizia, grazie alla barca ho delle amicizie fraterne e inossidabili!
…è la scoperta: del proprio presente, delle prospettive, delle mete (che siano anfratti o città d’arte).
…è libertà, il poter scegliere tutto: i tempi, le soste il ritmo; responsabilità e buon senso a confronto con gli elementi.
La vacanza in barca a vela crea appagamento, stanca poco e soddisfa molto con piccole sfide, mete da raggiungere, confrontandosi con meteo e le difficoltà che sorgono ma che, se affrontati in buona compagnia, hanno il gusto delle belle avventure durante le quali l’affiatamento crea una magia umana!
…è buon cibo che, in buona compagnia, è una festa che dura la vacanza.
Infine è buon sesso, perché in una cuccetta si hanno tanti appigli per usare tutti muscoli e tanta fantasia (quest’ultima vedete voi se la volete trascrivere)“.
Gianluca Ventrella
“Dopo 11 mesi di digiuno inframezzati da piccoli pasti in qualche fine settimana, con la fame di vela che ti divora, finalmente per quel periodo mangi tutti i giorni nel miglior ristorante del mondo, sapendo che un giorno sará per tutto l’anno“.
Alessandro Feliziani
“1) Evasione totale dalla routine lavorativa
2) La ragione principale per cui lavoro duro per gli altri 11 mesi dell’anno.
3) Sinonimo di libertà assoluta condizionata solo dai capricci della natura
4) Scuola di vita“.
Luca Pretti
“Reset“.
Emanuela Realini
“Mettere il diaframma più piccolo possibile tra l’anima del mare e la tua: ovvero una carena!“.
Patrizio Corrò
“Svegliarsi sempre col sorriso“.
Luigi Iampieri
“Cosa è per me una vacanza in barca?
E’ lasciare a terra tutti i miei problemi, il mio essere quotidiano, le mie nevrosi, le persone, gli amici, le relazioni, i negozi, le chiacchiere, la routine, la fretta e tutti gli orpelli che normalmente mi porto in spalla. E’ come staccare con la “civiltà”.
Per un po’ di tempo tutto il mio mondo sarà quel microcosmo di pochi metri quadri in cui dovrò essere autosufficiente e pronta ad affrontare ogni situazione prevedibile e imprevedibile. E’ una sfida affascinante in cui bisogna essere all’altezza della situazione, reagire di fronte agli imprevisti e mettere in pratica tutte le nozioni imparate.
E ogni volta che torno mi riprende la voglia di continuare ad assaporare ancora una volta il piacere di andare in barca, di veleggiare e i miei sensi, la mia anima riprendono a cercare il vento, le stelle, i cieli limpidi, i tramonti, i colpi di vento, le onde gigantesche, le nuvole, i silenzi, l’immensità di un mare scintillante di bellezza…per arrivare solo dove potrò…per arrivare solo quando potrò compatibilmente con quanto la natura mi vorrà concedere nella libertà più completa.
Veleggiare è affidarsi al mare, al vento, è sperimentare qualcosa di unico e straordinario, è una sfida che può portare chissà in quale altro luogo nascosto dell’anima e far scoprire nuovi e più lontani orizzonti”.
Ilaria Vallati
“Passi tutto l’anno a rispettare orari, impegni, obblighi, destinazioni. Cosa può esserci di meglio in una vacanza di staccare completamente la spina dallo stress quotidiano, non dovendo pensare a dover correre in spiaggia per accaparrarsi un asciugamano, dopo essersi svegliati (con la sveglia), per non perdere la colazione (già pagata), e lottare con la sabbia bollente per arrivare al mare e fare il bagno sempre nella stessa spiaggia? Adoro la vela anziché il motore non solo per il fatto che sentire il rumore del motore è di per sé fastidioso, ma sopratutto per il fatto che l’idea di andare con il vento mi da la serenità di potermi concentrare sul viaggio e non sul quando arriverò a destinazione o ancora peggio entro quando DEVO arrivare a destinazione (lo faccio già sull’autostrada per lavoro, in vacanza ne faccio volentieri a meno).
In ogni caso , che sia vela o motore, la serenità è totale. Che tu sia lo skipper, e quindi oltre alla responsabilità unisci di certo la passione del comando di una barca, o che tu sia membro dell’equipaggio, la barca in vacanza, a mio parere, rappresenta l’eccellenza della vacanza perfetta, e se ami l’avventura, anche l’incognita del brutto tempo, aggiunge quel po’ di brio che fa parte del divertimento, ma sempre in sicurezza. Mi sono avvicinato al mondo delle barche per la voglia di provare qualcosa di nuovo (da buon Trentino, escluso il lago di Garda, il mondo delle barche è abbastanza remoto). Credevo che la barca fosse un privilegio riservato a pochi fortunati ricchi. In realtà ho scoperto che non è così. Se escludiamo naturalmente i panfili da 100 metri (oops intendevo 328 piedi), la vacanza in barca è alla portata di tutti.
Altra cosa che adoro è il linguaggio romantico che viene utilizzato in barca e che per i profani è arabo. Corde che diventano cime drizze e scotte, manovre che assumono nomi assurdi tipo orza e poggia, persino la destra non si chiama così. Ma per chi è dentro questo mondo, persino questi nomi assurdi assumono un fascino che ti entra dentro, e non esce più. Ti rimane nel cuore, ogni singolo giorno che sei stato in barca ha un senso a sé, ogni singolo momento, inconveniente, incontro, esperienza, ha un valore che sarà sempre tuo. Ed ogni giorno ha arricchito il tuo bagaglio di esperienza.
Dal dondolare in rada, al mettere la lenza in acqua, all’ingaggio sporadico di una regatina “amatoriale amichevole” con un’altra barca (che di solito, sarà un caso, batte bandiera Francese).
Appena finito di issare le vele, esiste un preciso istante in cui, dopo aver spento il motore, una parte della tua testa pensa ancora al rumore del motore che hai appena spento,le vele a segno emettono quel sussurro che si mescola al ricordo del rumore del motore, e senti il ricordo del rumore venire sempre meno, e il sussurro del vento che si mescola col sussurro dell’acqua.Il tuo corpo diventa sempre più leggero, ti muovi e hai la sensazione di volare nel vento. Ed emetti un sospiro che diventa vento.
Per chi non è mai andato in barca a vela, e non ha quindi mai provato questa sensazione, difficilmente può capire, ma gli consiglio di provare: è una sensazione unica. Per chi invece ha già fatto un’esperienza in barca, sa che è un’emozione che non si dimentica“.
Andrea Pellegrini
“Libertà e responsabilità. Disegnare la rotta e il programma di viaggio, condividerlo con l’equipaggio, definire i ruoli, fare cambusa, sistemare la barca, scegliere i posti da non perdere sulla rotta. e poi cambiare tutto strada facendo…“.
Federico De Nardis
“Immaginate di svegliarvi una mattina, salire tre scalini, appogiare i piedi sul teck del pozzetto e guardarvi intorno: l’acqua azzurra di una baia, la profumata macchia mediterranea, la brezza che vi spettina i capelli, un gabbiano che vi augura il buongiorno, dove siete? In vacanza in barca a vela!
La vacanza in barca a vela è un viaggio nel viaggio: la scoperta di luoghi raggiunti e raggiungibili solo via mare; il viaggio come scoperta di cultura, gastronomia e paesaggi; il viaggio dentro noi stessi, che ci porta al confronto con emozioni nuove, come l’emozione della navigazione e l’emozione di condividere spazi e momenti di gioia con “amici” che fino al giorno prima, non conoscevamo nemmeno.
La barca a vela non è solo un mezzo di trasporto costituito da uno scafo, una vela issata su un albero, del legno pregiato per rendore più calorosa la vita in barca o degli strumenti tecnologici per rendere più sicura la navigazione. La barca a vela è uno stile di vita! Dal momento in cui vi mettiamo pide, diventiamo un’equipaggio, condividendo compiti e piaceri, della vita in comune!
E poi c’è la nostra barca: nostra anche se solo per una settimana o due o, addirittura, per un solo week end. Lei è li che ci aspetta, dondola languidamente all’ormeggio, quando la vediamo da lontano sembra strizzarci l’occhio e noi sappiamo già cosa ci promette: mare, relax, tramonti mozzafiato, baie dalle acque dal verde al turchese, delfini che giocano sulla prua, lunghe chiacchiarate in pozzetti, scherzi, prese in giro e discorsi seri, nuove amicizie e perchè no, nuovi amori!“.
Antonella Danile
“Relax. Ritmi naturali senza nessuna sollecitazione informatica o digitale. Sole aria mare natura“.
Corrado Sideri
“Un momento di solitudine in compagnia del mare“.
Mariafrancesca Barbieri
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