Non nascondiamoci, un po’ tutti abbiamo il sorrisetto beffardo di chi si sta godendo lo spettacolo del defender in difficoltà. Nessuno lo avrebbe immaginato fino a questo punto, ma Team New Zealand in condizioni di vento tra gli 8 e i 10 nodi è nettamente superiore ad Oracle, oltre ogni immaginazione al momento. Ne vengono fuori due regate a senso unico, con i kiwi a comandare in lungo e largo per entrambi i match, vinti per 49 secondi e 1 minuto e 12.
Chi temeva che Peter Burling non fosse abbastanza aggressivo o forte in partenza deve ricredersi. La stellina kiwi entra nel prestart senza alcun timore reverenziale rispetto al tanto temuto James Spithill. Burling si mostra tranquillo, attacca lucidamente e finisce per vincere entrambe le partenze staccando Spithill la prima volta da sottovento la seconda da sopra in “rollata” pura.
Il resto è un assolo di Team New Zealand che chiude tutte le porte ai tentativi tattici di Tom Slingsby (per la verità piuttosto impotente ed inefficace), andando a vincere con estrema autorità le due regate e facendo pendere adesso la bilancia dell’AC match a proprio favore. Sul punteggio di 3-0 (sarebbe 4 se Oracle non avesse vinto il Round Robin con questa assurda regola), e 5 giorni di tempo prima della prossima regata (in programma sabato 24), Oracle ha un disperato bisogno di inventarsi qualcosa o può solo sperare che per le prossime regate ci sia più vento e si esca dal range “mostro” di Team New Zealand.
Vengono in mente i giorni dell’8-1 di San Francisco, quando su Oracle Russel Coutts impose Ben Ainslie alla tattica in luogo di John Kosteki, e vennero fatte delle modifiche radicali alla barca che portarono al clamoroso 9-8. La retorica Oracliana evocherà la rimonta, ma questa volta la sensazione di solidità di Team New Zealand è veramente enorme e Peter Burling non sembra affatto Dean Barker.
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2 Comments
San Giovanni non vuole inganni.. Oracle perderà..
T-Bone in arrivo.