Mentre ci districhiamo dalla valanga di mail che ci avete inviato nell’ambito dell’iniziativa “Indovina dove andare in vacanza con Globe Sailor. Vinci una crociera in barca!”, lanciata assieme a Globe Sailor (in collaborazione con Sailitalia), la giuria si sta preparando all’arduo compito di scegliere i vincitori di due crociere. Davvero non sarà facile.
In tantissimi state risolvendo il quiz (mettendo nella corretta sequenza le nazioni dei luoghi ritratti nelle foto), e ci state raccontando al meglio che cosa sia per voi una vacanza in barca.
AVETE TEMPO FINO AL 21 GIUGNO!
Avete fino alle ore 12 del 21 giugno per partecipare! Cliccando sul bottone qui sotto potrete partecipare al QUIZ, vedere tutti i detttagli dei premi e compilare il form dedicato!
[bigbutton-blu text=”CLICCA, RISPONDI AL QUIZ E VINCI DUE CROCIERE!” title=”Download plugin” url=”https://www.giornaledellavela.com/news/indovina-dove-andare-in-vacanza-con-globe-sailor-vinci-una-crociera-in-barca/”]
Pubblicheremo le più belle sia sul web che nei prossimi numeri del Giornale della Vela. Ecco un’altra selezione di vostre definizioni di vacanza in barca (qui il link alla prima selezione e alla seconda selezione).
“PER ME UNA VACANZA IN BARCA E’”…
“… relax. Ritmi naturali senza nessuna sollecitazione informatica o digitale. Sole aria mare natura”.
Corrado Sideri
“… essere felici”.
Ribes Sappa
“… vento tra i capelli, rumore delle onde”.
Giulia Grolla
“… per me barca a vela è sinonimo di vacanza.
svegliarsi la mattina, dopo una notte passata in rada ed uscire a fare colazione in pozzetto guardando la spiaggia ancora deserta e proprio quando iniziano ad arrivare le prime persone, issare le vele e iniziare a navigare.
la vacanza in barca a vela è quando ci si dimentica di lavoro, cellulare e social network perché non servono per godersi ciò che la natura ha da offrirci. albe, tramonti, calette e soprattutto tanto tanto vento!
secondo me,la crociera in barca a vela è il miglior modo di fare vacanza, e lo dico perché l’ho fatta per diversi anni grazie al centro velico.
belle estati fatte di giornate intense e splendide conoscenze, purtroppo però non sono ancora riuscito a fare una vacanza in barca con la mia famiglia.
ogni tanto in casa escono delle foto dei miei genitori da giovani in vacanza in barca a vela, ma quando gli chiedo perché non facciamo una crociera di famiglia, rispondono: “sarebbe bello !”, ma alla fine non si organizza mai niente.
adesso io e mia sorella siamo maggiorenni, non siamo più piccoli quindi
chissà, magari questa è la volta buona…
confido in un vostro aiuto GDV
grazie,un vostro giovane lettore”.
Mattia Secomandi
“… libertà e contatto con la natura. Ritorno alle origini e alla semplicità affidandoti agli elementi naturali quali vento, mare, sole e stelle”.
Silvia Piol
“… la mia prima vacanza in barca ha segnato l’inizio di un’inarrestabile malattia, quella del mare e della vela. Da allora non sono più riuscita a guardare il mare dalla spiaggia.
E’ vero, ci sono il tramonto in rada, l’alba in mare, l’aperitivo in pozzetto, il vento sulla faccia, la doccia all’aperto, l’amicizia, le chiacchiere, i canti, il pesce pescato a traina, il bicchiere della staffa sotto le stelle. Tutti i canonici claim promozionali da agenzia viaggi. Qualcuno mi aveva avvertito di questo rischio, dello shock post traumatico che mi avrebbe accompagnato per gli anni a venire. Adesso eccomi qui, a sognare di essere sospesa sull’acqua ogni volta che sono a terra, a desiderare la barca come un tossico con la migliore droga, a chiudere gli occhi e indovinare da dove viene il vento quando soffia in città. Non c’è latitudine che non vorrei raggiungere in barca.
Scelgo il mare, scelgo la vela, scelgo il vento. E’ una scelta consapevole da cui non voglio e non posso tornare indietro, perché dopo che l’ho provata, non posso più evitare il richiamo del mare. Questa strana malattia è di lungo decorso. Il cuore rallenta, la mente si svuota, gli occhi brillano, il corpo si modella sulle draglie.
Un giorno andavamo di bolina, il genoa cazzato a ferro tesato e pulito senza una piega. Ero appoggiata alle draglie a prua, con le gambe penzoloni fuori dallo scafo. Una notte insonne e un po’ di stanchezza alle spalle: trascorsi qualche minuto con la testa appoggiata alla vela, chiusi gli occhi e, in pace con tutto, mi addormentai. Durò poco ma fu un’esperienza strana che mi regalò la barca quel giorno.
Adesso parlo con le vele. Non sono matta, almeno non credo. A dire il vero, la malattia della vela ha colpito anche il cervello che di giorno, in ufficio, spesso guida la mano nel disegnare una barchetta, con randa, fiocco e uno scafo, come quando da bambina davo forma ai miei sogni più belli con le matite colorate.
Da quella prima volta in barca, ogni giorno mi sveglio e penso al mare, al vento e alle vele, anche se fuori c’è la nebbia e sotto casa sento il traffico della città. La malattia continua”.
Annamaria Fontana
“… un cielo ricoperto di stelle, la luna che si riflette nel mare, in una rada, con amici a raccontar della vita”.
Mario Moncada
“… pura vida, la spensieratezza di andar per mare ha un valore inestimabile”.
Claudio Murru
“… relax, sole, libertà”.
Alessandro Carta
“… libertà, fantasia, ascolto della natura, relax lontano dal caos e ascolto, ingegno sempre alla prova per giocare con il vento e il mare. Tempo di racconti”.
Silvia Malosio