Team New Zealand mostruoso: asfaltati gli inglesi, il defender trema?
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Mostruosi. Non troviamo altra definizione per descrivere quello che ha fatto vedere Team New Zealand nel sesto giorno di Round Robin, quando i kiwi hanno affrontato gli inglesi di Land Rover BAR Racing di Ben Ainslie. Nel Great Sound soffia una brezza leggera, intorno ai 6-7 nodi, e per tutti diventa difficile salire sui foil e soprattutto manovrare in volo. Per tutti, tranne che per Team New Zealand. Va anche detto che il poco vento ha fatto tornare la noia in Coppa America: in queste situazioni se uno dei due contendenti fatica a restare sui foil i distacchi diventano abissali e lo spettacolo nullo.
La regata contro Ben Ainslie è una sconcertante prova di forza dei neozelandesi, che ridicolizzano gli inglesi mostrando di avere raggiunto un assetto impeccabile in queste condizioni. In partenza i due AC50 si ignorano, preferendo il calcolo di una partenza lanciata (fondamentale con poco vento) rispetto alla bagarre. Ben Ainslie ha un time on distance migliore, Peter Burling è leggermente in ritardo ma accelera velocemente. Gli inglesi tengono il sottovento e provano a resistere, i kiwi da sopravvento in full foiling cercano di rompere l’ingaggio ma i due cat arrivano appaiati alla prima boa. Giles Scott chiama la strambata per BAR Racing, ma è un disastro totale. Il catamarano inglese si schianta rovinosamente sull’acqua, e si sente un furioso Ben Ainslie gridare: “What Happened, what happened”, cosa è successo? Il riferimento sembrerebbe ad un possibile problema al sistema di controllo dei foil. Sta di fatto che da quel momento in poi per i britannici è buio pesto.
Team New Zealand praticamente non scende mai dai foil, virando e strambando in volo con una naturalezza disarmante. Peter Burling è in totale controllo del mezzo, le comunicazioni a bordo sono distese e tranquille, tutto il contrario di ciò che avviene su Land Rover BAR Racing. Ogni virata e strambata per gli inglesi è un supplizio, la barca scende dai foil, rallenta, e fatica molto a ripartire. Il distacco diventa abissale. Quando i kiwi affrontano l’ultimo lato stanno quasi doppiando BAR Racing, un’umiliazione totale per il baronetto Ben Ainslie che decide di ritirarsi dalla regata per leccarsi le ferite.
Si sono visti per la prima volta i foil da vento leggero, e tutti hanno notato le dimensioni XXL delle derive dei kiwi, gli unici per altro ad avere scelto una forma molto particolare del foil, con uno spigolo a metà del lato corto della L.
https://www.youtube.com/watch?v=4ZKbF8cTn_Y
Gli altri match
Softbank Team Japan batte Groupama Team France per 5’59” : regata senza storia, Groupama non riesce a navigare sui foil con continuità, cosa difficile anche per Softbank Team Japan che però mostra una confidenza ed una stabilità migliore, dominando il match in lungo ed in largo.
Oracle Team USA batte Softbank Team Japan per 32” : il defender mostra tutte le sue debolezze. In partenza Spithill finisce in una zona senza vento e arriva in ritardo nel prestart, beccandosi una penalità. Oracle è costretta ad inseguire per ben quattro lati. A stupire è il comportamento di Dean Barker: Softbank Team Japan sia di bolina che in poppa rifiuta sistematicamente la marcatura dell’avversario, offrendogli costantemente la separazione. Il tattico di ORACLE, Tom Slingsby, ne approfitta bordeggiando sulle pressioni e nell’ultima bolina USA passa grazie alle difese nulle di Barker, andando poi a vincere la regata. Non troppo a suo agio Oracle sui foil, qualche virata sbagliata, non c’è la stessa dimostrazione di forza dei kiwi.
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