Tutto quello che avreste voluto sapere sulle “non barche” della Coppa ma non avete mai osato chiedere. FOTO GALLERY

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Artemis contro Team New Zealand, uno dei duelli piĆ¹ accesi di questa Coppa. Foto Sander van der Borch

La quinta giornata di questa “pazza” Coppa America ci ha dato un po’ di tregua: niente vento nel Great Sound e programma di regate slittato di un giorno. Ne approfittiamo per fare un po’ di analisi e qualche riflessione. Partiamo da una considerazione. La Coppa, anche se agli organizzatori non importa molto, ĆØ riuscita a svegliare la comunitĆ  velica italiana ed internazionale. Le riviste specializzate vedono i propri lettori animarsi, dibattere, sui sociale network i commenti impazzano e si sono definiti ormai nettamente due schieramenti, chi la ama e chi la odia.

Il problema di fondo perĆ² sembra che, almeno dal nostro punto di vista, indipendentemente dagli schieramenti, queste barche, che abbiamo ironicamente definito ā€œnon barcheā€ proprio per interpretare il sentimento di stupore del ā€œvelista medioā€, siano poco capite e lo stesso sia per il formato delle regate. Andiamo a vedere quindi quali sono gli interrogativi piĆ¹ comuni, provando a sfatare qualche mito e ponendoci nuovi quesiti.

L’acqua “fuma” dietro i foil di Oracle. Foto Studio Borlenghi

Quanto conta la tattica e quanto la velocitĆ ?

Partiamo subito dal pezzo forte, la tattica sugli AC50 e nel contesto del nuovo formato delle regate. Dire che la tattica non conta ci sembra unā€™affermazione quanto meno approssimativa. Se ci sono delle boe da girare, un vento che varia per intensitĆ  e direzione, un avversario da battere, ĆØ impossibile ridurre tutto ad un gioco di mera velocitĆ  tranne nel caso in cui la performance stessa dei mezzi sia radicalmente diversa. Abbiamo appurato che le velocitĆ  degli AC50 da sole non sono in grado di creare distacchi abissali, non a caso abbiamo visto Groupama (sulla carta i piĆ¹ lenti) battere Artemis e Land Rover BAR Racing.

Molte delle regate di queste coppa si sono rilevate, a sorpresa, molto ravvicinate

Come si ĆØ evoluta la tattica?

La domanda a questo punto ĆØ: come si ĆØ evoluta la tattica? La risposta la si puĆ² avere solo seguendo le regate e soprattutto ascoltando i dialoghi a bordo. Si noterĆ  come sia diminuita lā€™importanza dei salti di vento, tranne nei casi piĆ¹ significativi, e sia aumentata di molto la ricerca dellā€™intensitĆ  del vento, della migliore pressione rispetto a quella dellā€™avversario. PerchĆ©? Un aumento dellā€™intensitĆ  del vento di 1-2 nodi, puĆ² innescare un incremento di velocitĆ  di 5-6-7 nodi, determinando recuperi o perdite significative.

Duello ravvicinato tra Land Rover BAR Racing e Oracle

Per questo motivo osserviamo in alcuni casi assenza di marcatura classica da match race o difficilmente vedremo virate su scarsi di pochi gradi se il cat in questione sta navigando su unā€™intensitĆ  migliore di quella dellā€™avversario. La velocitĆ  di questi mezzi da la possibilitĆ  a chi li conduce di posizionarsi sempre al meglio nel campo rispetto alla pressione del vento: ĆØ questo a nostro avviso il nocciolo dellā€™evoluzione tattica delle regate. Poi cā€™ĆØ il problema dei limiti del campo, imposti sostanzialmente per motivi di show: non permettonoĀ lo sviluppo di colpi tattici a lungo termine (i tipici “bordi estremi” alla Grael)Ā ed impongono piuttosto decisioni rapide, strambate sulle raffiche e scelte repentine.

Quanto conta lā€™uomo e quanto la barca?

Il fatto di non vedere piĆ¹ le issate, le ammainate, le strambate col tangone, ha sostanzialmente sconcertato il pubblico della ā€œvela classicaā€ inducendolo a pensare che su questi catamarani il ruolo dellā€™equipaggio sia diminuito o si sia ridotto a quello di semplici generatori di energia idraulica per la ā€œmacchinaā€. In realtĆ  la questione ĆØ molto piĆ¹ complessa e probabilmente il ruolo dellā€™uomo a bordo degli AC50 ĆØ invariato, o piuttosto aumentato, rispetto a quello dei vecchi monoscafi. Come ĆØ possibile? Il compitoĀ del timoniere ĆØ estremamente piĆ¹ complesso e non solo per la velocitĆ  dei mezzi. Chi conduce il cat deve avere una visione tridimensionale e non solo il classico orza-poggia.

Ben Ainslie e Giles Scott, due dei tanti plurimedagliati olimpici di questa America’s Cup

Il timoniere deve condurre la barca in sincronia con lā€™assetto delle appendici, per evitare quellā€™up and down disastroso in termini di performance. In alcuni casi ĆØ lo stesso timoniere a curare direttamente lā€™assetto dei foil tramite dei bottoni posizionati sulla sua postazione.

Groupama in uno “splash down” disastroso

Il tutto a 40 nodi di velocitĆ : se la si guarda con questā€™ottica, i tempi di decisione del timoniere, le correzioni di rotta, diventano enormemente piĆ¹ complessi rispetto a quelli di un vecchio ACC, aumentando in maniera esponenziale il ruolo dellā€™uomo a bordo. Vogliamo parlare del tattico? In questa Coppa non esiste chi fa solo la tattica. Ian Percy su Artemis fa da grinder, navigatore e contemporaneamente chiama le virate o le strambate. Lo stesso fa Tom Slingsby su Oracle, mentre Glenn Ashby su Team New Zealand addirittura si occupa del trimm dellā€™ala mentre elabora la strategia con Peter Burling. Il tutto, non dimentichiamolo, con velocitĆ  dai 25 ai 43 nodi. Non ĆØ la modalitĆ  classica con la quale abbiamo osservato il lavoro degli equipaggi in Coppa, ma non si puĆ² certo dire che gli uomini a bordo non contino. Poi ci sono i grinder puri, che alimentano i circuiti idraulici: un ruolo fondamentale, ma non troppo diverso dai grinder, meccanici, dei vecchi ACC, solo che quelli di oggi hanno un compito atletico enormemente piĆ¹ impegnativo davo che devono pompare quasi costantemente per tutta la regata.

Come sono cambiate le partenze?

La partenza ĆØ al traverso rispetto al vento, cā€™ĆØ una barca che entra prima nella zona di prestart ed una che la segue. Data la poca manovrabilitĆ  di questi catamarani a bassissima velocitĆ , non vedremo mai un circling classico, altamente difficile vedere anche la tipica attesa contro vento aspettando la mossa dellā€™avversario. Le barche vengono mantenute quasi sempre in movimento ed il gioco principale ĆØ quello di ā€œprendereā€ il sottovento allā€™avversario per spingerlo contro vento e ā€œparcheggiarloā€ contro vento. La spettacolaritĆ  delle partenze in definitiva, per quanto ci siano i giochi orza/poggia per rompere gl ingaggi, ĆØ diminuita rispetto alla vecchia Coppa dove cā€™era piĆ¹ imprevedibilitĆ .

Su questa barche non si manovra piĆ¹? Non esistono piĆ¹ le regolazioni?

Tutto sembra immobile sugli AC50. Quando si sollevano sullā€™acqua niente sembra muoversi a bordo. In realtĆ  tutto si muove, tutto viene regolato, in continuazione. Ovvio, quando girano la boa di bolina non ci sono spinnaker che vanno su, non ci sono genoa da ammainare. Questo perchĆ© una vela da andatura portante sarebbe controproducente data la velocitĆ  ed il vento apparente (come spieghiamo nel prossimo punto). Gran parte del movimento avviene sotto lā€™acqua, con le continue regolazioni delle appendici per mantenere il volo costante. Ma tantissimo avviene anche sullā€™ala: il flap viene aperto e chiuso centinaia e centinaia di volte durante la regata alla ricerca del migliore equilibrio tra leva ed accelerazione. Eā€™ un gioco al limite di quello che potrebbe essere considerato pompaggio (Ma con questa definizione ha assai poco in comune): soprattutto di bolina (e ce lo confermano i rumori di bordo), il trimmer dellā€™ala apre e chiude quasi in continuazione il flap con microvariazioni sulla scotta che possono determinare incrementi di diversi nodi sulla speed. Eā€™ difficile da capire e da osservare, ma cā€™ĆØ eccome. Di gran lunga minori invece le regolazioni sul fiocco, che ha unā€™influenza piĆ¹ modesta sulla velocitĆ , tanto che i team hanno spesso provato in allenamento a navigare senza fiocco.

Questi cat vanno sempre di bolina?

Eā€™ quasi vero. Lā€™abbattimento della resistenza idrodinamica determina una velocitĆ  che al lasco puĆ² anche triplicare lā€™intensitĆ  del vento. Sappiamo che il vento apparente ha un angolo sempre piĆ¹ stretto rispetto a quello reale, perchĆ© influenzato dalla velocitĆ  della barca. Con un aumento di velocitĆ  talmente esponenziale rispetto al vento il risultato ĆØ che lā€™apparente ĆØ quasi sempre prossimo alla bolina, anche quando si naviga al lasco.

Artemis al lasco, si notano l’ala ed il fiocco cazzati

Quando la barca poggia alla boa di bolina, piĆ¹ aumenta la velocitĆ  piĆ¹ il trimmer cazza lā€™ala. Se per esempio la barca, per un errore del timoniere o di assetto dei foil, tocca lā€™acqua, la velocitĆ  crolla ed il vento apparente si sposta violentemente verso poppa. Vedremo lā€™immediata reazione del trimmer dellā€™ala che lasca molta scotta per adattarsi alla nuova situazione, e torna a cazzare non appena la barca riprende il volo e lā€™apparente torna in prua.

Come ĆØ possibile che volino?

Si tratta di un principio di stabilitĆ  dinamica. Riducendo il concetto in termini molto semplici, possiamo dire che i foil a L immersi determinano una spinta verticale crescente con l’aumentare della velocitĆ . Quando questa spinta diventa maggiore rispetto al peso dello scafo e allo sbandamento, si innesca il “volo”.

Il dettaglio del foil di Team New zealand

L’angolo di incidenza dell’appendice ĆØ perĆ²Ā fondamentale per avere un volo stabile e costante, e qui interviene l’equipaggio con le regolazioni dell’assetto delle derive.

Come fanno le penalitĆ ?

Posto che le regole di regata sono sempre regole di regata e su questo poco ĆØ cambiato rispetto alla vecchia coppa, la cosa piĆ¹ ā€œavvilenteā€ della nuova formula ĆØ il come si sconta la penalitĆ . I giudici obbligano il ā€œmultatoā€ a rallentare, scendendo dai foil e lascando le vele, dandogli poi il via libera per ripartire. Addio vecchio 360, impraticabile su scafi simili perchĆ© determinerebbe di fatto la sicura sconfitta per chi lo deve scontare.

Cosa si fa con lā€™ala quando la barca viene disarmata?

Lā€™ala, logicamente, non puĆ² essere ammainata nel senso classico del termine. Una gru la imbraca e la estrae dal cat, per riporla orizzontale dentro un capannone o verticalmente, contro vento, con apposite e particolari precauzioni.

Dove vanno e come ormeggiano i cat finita la regata?

Niente di diverso dai vecchi ACC. Un potente gommone li traina al proprio molo, successivamente vengono tirati a secco e rimessi in acqua il giorno successivo, proprio come ai tempi di Luna Rossa.

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Mauro GiuffrĆØ

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