Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. Siamo stati critici, criticissimi verso questa Coppa America: fino a ieri, quando il “Circo Coutts”, fatto di non-barche che non possono ammainare le vele, che hanno abbandonato il 360° come penalità per uno stop-and-go automobilistico, che non toccano mai l’acqua, è riuscito a farci emozionare.
QUANDO LA COPPA SA EMOZIONARE
La sfida tra Emirates Team New Zealand e Artemis Racing sarà ricordata a lungo: in partenza Nathan Outteridge, timoniere degli svedesi, esce dalla linea di un soffio incalzato da Peter Burling, e si becca una penalità. Ma gli scandinavi non mollano, recuperano grazie a una velocità mostruosa (37 nodi di bolina) e danno luogo con gli uomini di Grant Dalton a una battaglia che non si vedeva da tempo. Almeno dieci volte i due equipaggi si sono avvicendati al comando, fino a che, nell’ultima boa di poppa, prima del traverso conclusivo, gli svedesi non incappano in una nuova penalità. Sono avanti in virtù di una strambata non perfetta dei kiwi ma, davanti all’arrivo, sono costretti a eseguire la penalità lasciando il via libera alla compagine di Grant Dalton che li supera di un secondo. Fossero state tutte così le sfide di questo primo round robin appena concluso…
CHE “PELI”!
SFIDE APERTE
Nelle altre regate, Groupama a sorpresa le suona a Land Rover BAR (già si parla di una crisi Ben Ainslie) battendolo di 53 secondi. Cammas e soci, tuttavia, non chiudono in bellezza: anzi si beccano ben 2 minuti e 34 secondi dai giapponesi di Team SoftBank. Terminato il primo round delle qualifiers, possiamo trarre alcune conclusioni: al di là del format, che può entusiasmare o meno, va detto che la situazione è piuttosto “aperta”. Ovvero non esistono veri e propri “materassi” (in stile Team China alla Coppa del 2007): anche i francesi, considerati l’anello debole della catena, hanno comunque vinto due sfide, contro gli inglesi e contro gli svedesi, questi ultimi gli unici ad aver battuto i defender yankee.
LA CLASSIFICA DOPO IL PRIMO ROUND DI QUALIFIERS