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Tenetene conto nelle vostre scelte. Certo una grande parte di queste tendenze è responsabilità dei produttori, dei cantieri e della loro diffusione. Il problema principale sono i costi, nella maggior parte dei casi. Chi non vorrebbe avere, tanto per fare un esempio eclatante, un albero in carbonio? Non tanto per le prestazioni che migliorano sensibilmente, quanto per il comfort e la sicurezza che ne deriva. Un albero più leggero, soprattutto in altezza determina un minore sbandamento e beccheggio, un passaggio più dolce sull’onda. Il problema è che gli alberi in carbonio costano almeno il doppio di quelli in alluminio. Solo aumentando la produzione e cioè se aumentasse la sua diffusione sulle barche di serie, e non solo da regata, i costi potrebbero scendere sensibilmente.
Altro discorso per accessori che sicuramente avranno uno sviluppo perché sono migliori di quelli già presenti sul mercato. Come per esempio lo sviluppo delle vele in laminato, invece che in dacron tradizionale, sulle barche da crociera. Non è un problema di costo, è una questione di mentalità e falsi pregiudizi. Una vela in laminato non è vero che dura di meno di una in dacron e il costo è di poco superiore. Ma prestazioni, facilità di regolazioni e mantenimento nel tempo della forma ottimale la rende incomparabilmente migliore. Ad un’altra evoluzione teniamo molto, quella del motore elettrico. In nome del silenzio e dell’ecologia, i player del mercato devono rendersi conto che questa è una grande opportunità per tutti gli appassionmati di nautica e non solo.
Un’altra grande tendenza, piuttosto trasversale, riguarda lo sviluppo di vele da andature che potremmo definire “ibride”, ovvero dalla bolina larga al lasco stretto. Ormai i Code 0 o gli A0 sono presenti indistintamente sia sulle barche da crociera che in quelle da regata, mentre un tempo riguardavano solo queste ultime. Sono vele perfette per divertirsi e navigare veloci, la loro diffusione ha in parte influenzato anche l’evoluzione dell’attrezzatura di bordo: sempre più barche sono dotate dei cosiddetti “musoni” o delfiniere, utili a sostenere l’ancora ma anche e soprattutto a murare i Code.
L’utilizzo dei frulloni su queste vele ha a sua volta diffuso nuovi modelli di avvolgitori anche per i gennaker e per le vele da andature portanti. E’ così che una tendenza iniziata nel mondo dell’agonismo ha finito di fatto per cambiare il design delle barche e la loro attrezzatura in maniera importante, dettando una vera moda ed inaugurando nuovi segmenti di mercato.
Un discorso simile potremmo farlo con la diffusione delle cosiddette fibre tessili nobili. Dyneema, Spectra e i vari derivati dalle fibre aramidiche, hanno letteralmente rivoluzionato il mondo della vela, mandando gradualmente in pensione numerose componenti prima realizzate in acciaio. Ma l’evoluzione è appena iniziata, aspettatevi altre novità a breve.
M.G.
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