Un caso di molestie a ragazzine appassionate di vela? No, dice il circolo
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Incuria e aggressioni verbali alle ragazzine dell’Optimist. A lanciare violente accuse nei confronti della Fraglia della Vela Riva, del suo presidente, dei suoi istruttori e sul metodo didattico è la mamma di due ragazzine che praticavano la vela sul lago di Garda. Il caso è definitivamente esploso mercoledì 13 aprile, quando sulle pagine della Gazzetta dello Sport è comparsa una lettera a firma di Barbara della Valle, madre delle ragazzine. (Le foto presenti in questo articolo hanno una pura valenza di esempio e non si riferiscono in alcun modo a nomi o persone coinvolte nei fatti, ndr)
L’ACCUSA DELLA MADRE
Una lettera violentissima, che contiene affermazioni tipo “… l‘allenatore ‘mi dice devi morire in cinghia testa di c…'”. E poi: “… il presidente Mirandola ci scrive una mail in cui ci dice ‘se non ti va bene quella è la porta‘”. Ancora: “mia figlia… fu presa di mira da due ragazzine… che buttarono nel water i suoi pantaloni della muta e ci urinarono sopra… l’allenatore liquidò la cosa via sms con un ‘sono bambini, stanno imparando a relazionarsi'”.
LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE
A questo punto, abbiamo preso il telefono e abbiamo chiamato il presidente del circolo Fraglia della Vela di Riva, Giancarlo Mirandola, tirato in causa direttamente dalla mamma delle ragazzine:
“Qui non si tratta di molestie verbali ma di un episodio che vi racconto, e che ha scatenato la signora della Valle. Lo scorso anno, il 5 ottobre, l’istruttore era fuori con sei ragazzini in Optimist, in una giornata con 13-14 nodi di ora (il vento tipico da Sud del lago di Garda, ndr). Tra di loro, una figlia della signora della Valle, che ha avuto problemi con la scotta della randa e si è spiaggiata sulla ghiaia. L’istruttore l’ha aiutata avvalendosi della collaborazione di un ciclista di passaggio, che lo ha aiutato a tenere fermo il gommone. Un episodio banale, che può accadere ovunque e a chiunque. Non ci sono stati danni, se non poche centinaia di euro per il gelcoat dell’Optimist graffiato dalla ghiaia. Questo episodio, comune nel mondo della vela, si è tradotto in un attacco della signora della Valle al circolo, a me, alla nostra addetta stampa Elena Giolai, al direttore tecnico del Circolo, persino al presidente AICO (Associazione Italiana Optimist) Norberto Foletti. E’ stato presentato anche un esposto alla Federazione dal marito della signora, e sul web sono iniziate a circolare voci di aggressioni verbali e non solo, in articoli che facevano pensare che l’episodio avesse connotazioni di tipo sessuale, cosa assolutamente non vera. E pensare che fino a qualche tempo prima la signora della Valle, arrivata apposta da Senigallia alla Fraglia Vela Riva, aveva manifestato elogi sperticati al circolo e all’allenatore in questione. C’è viva preoccupazione tra i genitori dei ragazzini, per questa vicenda e per i modi ‘intimidatori’ della signora (ricevevo una sua lettera ogni 2/3 giorni, anche prima della vicenda, in cui si lamentava che alla figlia non venisse data adeguata attenzione ai suoi risultati sui giornali), noi abbiamo avuto colloqui con il questore e il sindaco di Riva del Garda. Intanto, però, i quotidiani locali aprivano con titoli pesantissimi che hanno causato un ingente danno di immagine alla nostra società. Mi sono chiesto ‘cui prodest?’, a chi giova tutto questo fango che ci stanno gettando addosso? Non mi so rispondere“.
A questo punto questa incresciosa storia si concluderà, si spera, il 21 aprile, quando verrà discusso a Genova il caso che vi abbiamo raccontato, che ha portato al deferimento dell’istruttore e del circolo presso la procura della Federazione Italiana Vela.
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2 commenti su “Un caso di molestie a ragazzine appassionate di vela? No, dice il circolo”
Ecco perché quando qualcuno mi dice : ah non sapevo che anche tu sei un velista… io rispondo : non sono un velista, sono un marinaio…
Se anche nella vela iniziano a frequentare i campi di regata ed i circoli i genitori invasati, come nel calcio e in altri sport più seguiti…è la fine. Teneteli alla larga per favore. Per questo sport i soldi che possono portare attori simili non valgono la pena se poi distruggono uno dei pochi sport che insegnano a vivere ed a cimentarsi con la natura ad armi pari. Già quasi vent’anni fa, ad uno stage nazionale a Bellano udì un padre che consigliava al figlio ragazzino come danneggiare la barca dell’avversario. Speravo fosse una boutade…certo che leggendo cosa fanno alcuni adulti armatori in ORC o in classi monotipo….