Perché chi ci governa non capisce niente di nautica? Ecco tutte le norme assurde che colpiscono chi va per mare

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nauticaSta per arrivare l’Estate. In un mondo ideale sarebbe tempo di navigare e godervi senza pensieri le vostre uscite in mare. In un mondo ideale, perché in Italia, un paese con 7.500 km di costa, i diportisti sono visti come un grande “bancomat” dal quale il Governo preleva quanto gli fa più comodo, proponendo e varando norme, secondo noi, assurde. Prima di capire cosa bolle nel calderone governativo (e non sono belle novità: pensate che è persino nato un gruppo di protesta su Facebook, “giulemanidallanautica”), vediamo che cosa (non) è cambiato rispetto all’estate scorsa.

COSA NON VA

REGISTRO TELEMATICO, DOVE SEI?
Se quest’estate vi fermano per un normale controllo, sappiate che chi vi controlla non sa nulla della vostra barca e del suo proprietario. Questo perché il fantomatico Sistema Telematico Centrale della Nautica da Diporto (sullo stile di quello automobilistico, il PRA) ancora non si è visto. Il Consiglio dei Ministri ha approvato in esame preliminare un regolamento, da adottarsi con decreto del presidente della Repubblica, per la sua disciplina. In parole povere: tempi lunghissimi. Pensate che in Italia le barche da diporto sono ancora registrate manualmente su registri cartacei a disposizione dei vari uffici marittimi, che non dialogano tra loro. Un anacronismo ottocentesco nell’era digitale. Il riflesso pratico è che le autorità, potrebbero effettuare eventuali controlli, anche fiscali, direttamente dai loro uffici e non con fermi in mare.

DOTAZIONI DA CHIRURGO E OBSOLETE
Vi sembra normale che le dotazioni di sicurezza prescritte per chi batte bandiera tricolore cambino sulla base di otto (otto!) categorie? La prima è “Torrenti, fiumi e corsi d’acqua”, la seconda “Entro 300 metri dalla costa” e via dicendo fino all’ottava “Senza alcun Limite”. Ma non potremmo fare come in Francia, che ne esistono solo due (entro e oltre le sei miglia?). Perché dobbiamo diventare scemi?

Per non parlare dell’obbligo, per chi naviga oltre le 12 miglia, della cassetta di soccorso (un obbligo giustissimo), ma colma di oggetti che se non vi intendete di medicina e pronto soccorso non sapete che farvene come un pallone per rianimazione, sfigmomanometro (a proposito, sapete di cosa si tratta? E’ uno di quegli aggeggi per misurare la pressione sanguigna), fonendoscopio, manuali vari. E gli avvisatori acustici, obbligatori per chi naviga entro le 3 miglia? Sono previste le campane (roba da navigatori del XVII Secolo!) o dispositivi portatili quali le trombette da stadio: queste ultime per devono essere di un modello omologato, che guarda caso costa almeno il triplo rispetto a uno non omologato.

nauticaI RAZZI SCADUTI? ORA SONO RIFIUTI
Norma fresca dell’anno scorso e ovviamente ancora in essere: i razzi di soccorso in disuso vengono equiparati a rifiuti, in contrasto con il Testo unico ambientale (D.Lgs. 152/06), che esclude chiaramente dal novero dei rifiuti “i materiali esplosivi”. Il risultato: un netto cambiamento delle condizioni e dei costi per il loro trasporto, sia a carico dell’utente, sia a carico del distributore/produttore. La nuova normativa, contraddicendo se stessa, prevede che “l’utilizzatore”, cioè il diportista, depositi “i rifiuti da pirotecnici in appositi contenitori localizzati presso il distributore autorizzato”, in netto contrasto con le norme di pubblica sicurezza che fanno divieto e soggetti terzi non autorizzati di accedere ai depositi di materiale esplosivo. Una follia!

nauticaSE MI FERMANO SULL’ALBERO A ME IL COMPITO DI DIFENDERMI
Il patentino per i lavori in quota (oltre i due metri da terra) previsto dal Decreto legislativo 81/08 per chi sale sugli alberi per conto terzi è un obbligo esclusivamente italiano (i corsi per ottenerlo arrivano fino a 800 euro!). Non sarebbe un problema di per sé, visto che serve ai rigore professionisti. Ma quando un armatore o un membro del suo equipaggio sale sull’albero per controllare cosa non va (ne va della sicurezza della barca e delle persone a bordo), nella malaugurata ipotesi che venga controllato dalla Capitaneria, dovrà dimostrare di starlo facendo a titolo gratuito e non sempre è facile. Un’altra magagna inutile!

nauticaL’ABUSO DEL CANONE RAI
Citiamo dal gruppo FB “giulemanidallanautica”: “La richiesta del pagamento del canone Rai per le imbarcazioni private è un abuso. Il presupposto per il quale viene chiesto se l’unità è in leasing è l’utilizzo per finalità commerciali. Si cerca di confondere la locazione finanziaria, cioè il leasing, con la locazione che, insieme al noleggio, è una delle attività commerciali ammesse dal Codice della nautica. Ma, anche nel caso di una barca in leasing, se si tratta di un uso privato il canone non è dovuto. In questo senso si è espressa anche l’Agenzia nelle Entrate nella guida Nautica e Fisco”.

COSA (FINALMENTE) E’ CAMBIATO
Due cambiamenti (alla buon ora!) ci sono stati: hanno modificato i requisiti visivi per il conseguimento o la convalida della patente nautica, previsti dal Regolamento di attuazione del Codice della nautica da diporto. Ora l’interessato dovrà possedere un campo visivo normale, prima per ottenere o rinnovare la patente nautica occorrevano minimo 3/10 naturali nell’occhio peggiore (e che l’esame per la vista dovesse essere sostenuto senza occhiali). E hanno ridotto a due i corpi per i controlli in mare che saranno effettuati esclusivamente da Guardia di Finanza e Guardia Costiera (adieu Carabinieri e Polizia).

COSA SI INVENTANO DI NUOVO

Ma il Governo è come Cimabue, che ne fa una e ne sbaglia due. Ci sono sgradevoli novità che dimostrano come chi è alla guida del nostro Paese di nautica e sviluppo del diporto non capisca un’acca (non abbiamo un Ministero del Mare, come ad esempio in Portogallo o in Francia), di cui vi parleremo approfonditamente.

nauticaQUEL “MALEDETTO” TASTO ROSSO
Saremo tutti costretti ad andare a Roma per poter schiacciare un tasto rosso? Parrebbe di sì, dopo che il Ministero dei Trasporti ha preparato una legge delega che darà il via all’obbligo d’adozione dell’apparecchiatura Vhf con DSC (il tasto rosso di localizzazione e soccorso, che si sovrappone agli apparati Gps ed Epirb già obbligatori) per i natanti che navigano oltre le trenta miglia dalla costa. Peccato che per poter utilizzare il DSC (Digital Selective Calling) è necessario avere frequentato un corso, a proprie spese, a Roma ovviamente.

nauticaSE PESCHI, PAGHI?
Potrebbe arrivare una tassa sui diportisti pescatori. La norma è inserita nel disegno di legge “Settore ittico”, la proposta è firmata dall’imprenditore agricolo Francesco Catanoso: chi pratica pesca sportiva dovrà pagare una licenza con validità annuale e se la pesca sportiva è esercitata da imbarcazioni a motore l’importo è raddoppiato. Se pesco alla traina dalla mia barca a vela, quanto dovrò pagare?

UNA NUOVA TASSA SUGLI ORMEGGI?
Altro che IVA al 10% sugli ormeggi! La proposta (presentata al presidente dell’Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti Montani, sic!) è di aumentare il canone di concessione degli ormeggi nei parchi e negli approdi adiacenti alle Aree Marine Protette, proprio come si fa per piattaforme petrolifere, oleodotti, metanodotti, impianti di produzione di energia, ammessi nelle aree marine protette purchè paghino un’addizionale del 10% sul canone di concessione demaniale. E su chi verrà “traslato” questo costo? Sugli utenti finali, naturalmente, i diportisti!

COMANDANTI, A SCUOLA, INVECE DI LAVORARE!
Last, but not least. Citiamo nuovamente dal gruppo “giulemanidallanautica”: “Al Comando generale delle Capitanerie di porto arriva una nuova idea: rimandare tutti i comandanti (noleggio) sui banchi di scuola. E questa volta si tratta di una circolare già pubblicata sul sito istituzionale e quindi operativa. Il cosiddetto Corso direttivo è stato presentato come la conseguenza di una procedura di un’ispezione europea. Ma secondo la Commissione Europea non è mai stata chiesta all’Italia un’integrazione retroattiva dei programmi dell’Isituto Nautico. Un bel problema per i professionisti del charter e i comandanti professionali che dovranno decidere se lavorare o tornare a scuola”.

 

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5 commenti su “Perché chi ci governa non capisce niente di nautica? Ecco tutte le norme assurde che colpiscono chi va per mare”

  1. il vero problema è che così non è solo nella nautica ma in tutto il resto, stiamo morendo di BUROCRAZIA altro che semplificazione.
    I politici nemmeno sanno come vive il popolo, non vanno a fare la spesa , loro possono andare nelle zone protette,loro non hanno il problema dell’asilo, della Sanità ecc. ecc. insomma lo abbiamo capito o no che non siamo cittadini ma sudditi. Sotto l’Impero Asburgico il Suddito era rispettato….

  2. …e sarà sempre peggio! Visto che adesso la moda è quella di seguire il nuovo califfo, di professione comico. Badate che non sono i politici i responsabili della nostra dabbenaggine ma … noi stessi !!!

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