Intervista ad Andrea Fornaro: è corsa contro il tempo per la qualifica alla Mini Transat
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Mancano poco più di 200 giorni alla partenza della Mini Transat 2017, una regata che quest’anno potrebbe vedere alla partenza sette italiani, ai quali dedicheremo successivi approfondimenti. Usiamo il condizionale perché le qualifiche sono ancora in corso e le iscrizioni al momento sono a quota 95 su 84 posti disponibili.
Protagonista negli ultimi giorni è stato Andrea Fornaro di Sideral, alla sua seconda campagna in Mini Transat, che ha da poco varato la sua nuova barca, un prototipo. La notizia ha destato molto interesse, perché lo skipper aveva già avviato una campagna tra i Serie nonché varato il nuovo Ofcet 650 con il quale aveva vinto la Mini Barcelona. Pochi giorni fa la novità del cambio di classe e l’immediato esordio tra i Prototipi con la regata Figaro Golfe chiusa al secondo posto. Il motivo? Impossibile completare con successo la qualifica obbligatoria tra i Serie per i troppi concorrenti iscritti.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente, mentre riportava via terra la barca da La Grande Motte in Italia, per farci raccontare di questo inaspettato cambio di programma e ne abbiamo approfittato per fare con lui il punto sulla sua campagna e in generale sulla classe Mini.
Partiamo dal presente Andrea, hai da poco concluso la prima regata tra i Prototipi. Che esperienza è stata?
Siamo arrivati tiratissimi con i tempi per preparare la barca, lavorando negli ultimi giorni dalle 6 di mattina alle 9 di sera e la fortuna ha voluto che il Direttore di regata ha posticipato di 24 ore la partenza a causa del vento forte, abbiamo così avuto un giorno in più di lavoro. Non abbiamo potuto definire gli ultimi particolari. Per esempio c’era un problema meccanico ai daggerboard, facevo fatica a tirarli su, non scorrevano, e ho fatto tutta la regata con i daggerboard in acqua.
La ghiera di attacco tra il pilota e i timoni si è rotta quasi subito, ho timonato tanto, insomma la barca era in piena fase di rodaggio e alla sua prima uscita, diciamo al 60% delle sue potenzialità. Il risultato non era importante, ma il feeling con è stato subito ottimo. Dopo un inizio con poco vento dove ho comunque avuto un buon passo, dopo la prima boa abbiamo avuto anche oltre 20 nodi in poppa e con lo spinnaker grande ho potuto tirare un po’ la barca. Mi è sembrata molto solida, ho navigato spesso intorno ai 15-16 nodi di velocità e sono entrato subito in confidenza con la canting keel
Facciamo un passo indietro, ti avevamo lasciato con un progetto forte per la classe Serie e ti ritroviamo con una barca nuova tra i Prototipi. Cosa è successo?
Tutt’oggi sono convinto che la classe Serie sia più sensata, ma le cose non sono andate per il verso giusto. Ho fatto la prima regata di 300 miglia con l’Ofcet, la Mini-Barcelona vincendola, tutto perfetto. Quando a dicembre ho fatto l’iscrizione mi sono reso conto che con la nuova barca ero in fondo alla lista come miglia fatte. Per regolamento conta il binomio skipper/barca, non basta avere navigato già nella classe. Io sulla barca nuova ero in coda a tutti per la qualifica nella classe serie. I posti a disposizione per i Serie per la Mini Transat sono 35, io ero già out e sono stato inserito in una lunga lista d’attesa, mentre tra i prototipi essendo meno numerosi i concorrenti c’era ancora posto.
A questo punto cosa hai deciso?
Mi sono guardato intorno, ho fatto un’indagine, e ho saputo che Bertrand, lo stesso progettista dell’Ofcet, aveva disegnato un prototipo che in qualche modo può essere considerato come un’evoluzione del modello di Serie con cui mi stavo preparando. C’era un cantiere che avrebbe potuto consegnarmi la barca entro il 27 febbraio, in tempo utile per la Figaro Golfe, e così abbiamo preso la decisione di provarci.
Hai appena iniziato la qualifica, quali sono i prossimi step?
Io devo fare in totale 1000 miglia di regata con la barca, di cui obbligatoriamente almeno una prova in solitario nel 2017, le altre possono anche essere in doppio. Con la Figaro Golfe ho subito espletato il capitolo della regata in solitario, adesso posso tornare in Italia, dove farò l’Arcipelago 650, 160 miglia, il GPI, altre 560 miglia, e poi una tra la 222 o la Mare Nostrum per completare la qualifica.
Quali sono le caratteristiche della nuova barca e come mai non hai optato per i foil?
E’ stata una scelta voluta quella di non avere i foil. Avevo bisogno di una barca semplice, non avevo abbastanza tempo per provare soluzioni diverse. Il layout di coperta l’ho personalizzato io, è una barca “comoda”, che ti consente di tirare nel modo giusto e senza stress. I foil sono in fase di test nella classe, vedremo come si evolve, la questione foil in Atlantico è tutta da vedere. Il problema è che se introduci i foil nella classe ma vieti i i piloti con dei processori evoluti, la strada diventa molto molto complessa. Io cercavo una barca facile, che mi desse la possibilità di partecipare alla regata arrivando preparato con il tempo che mi restava a disposizione.
Che possibilità ti dai? Ci sarà chi “volerà” tra i prototipi
Vediamo con che livello di preparazione arriveremo alla partenza, il feeling con la barca è buono. Tutto dipenderà da quanto riuscirò a spingere e questo sarà condizionato dalla preparazione. Se riuscissi a stare tra i primi cinque sarei davvero felice.
Mauro Giuffrè
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1 commento su “Intervista ad Andrea Fornaro: è corsa contro il tempo per la qualifica alla Mini Transat”
Andrea is a steel guy and his choices are pragmatic and balanced as well. Hope to see him sailing in the head group diring the MiniTransat 2017!!