GALLERY Ice 52 contro Ice 52: l'avvincente speedtest di due splendide gemelle

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Belatrix in alto, Nonnoveloce in basso. Foto Giuffrè/Giornale della Vela

Non capita spesso di vedere varare contemporaneamente due barche gemelle, diverse tra loro solo per alcuni particolari costruttivi. Per questo siamo andati a Varazze, Ponente Ligure, per assistere agli speed test delle ultime due nate in casa Ice Yachts. Due Ice 52, Belatrix e Nonnoveloce, che, sotto gli occhi compiaciuti dei rispettivi armatori, si sono dati battaglia per alcune ore nelle acque liguri, sotto lo sguardo vigile dello staff del cantiere e del progettista Umberto Felci. 

L’Ice 52 Belatrix. Foto Giuffrè/Giornale della Vela

Le due barche come dicevamo sono a tutti gli effetti due sistership ma, grazie all’ampia possibilità di customizzazione offerta dal cantiere, i rispettivi armatori hanno dato il proprio tocco per personalizzarle e realizzare il concept perfetto per le proprie esigenze.

Il confronto ravvicinato tra i due Ice 52. Foto Giuffrè/Giornale della Vela

Le differenze sostanziali partono da un punto di vista costruttivo: Belatrix, scafo bianco, è stata realizzata in 100% carbonio, mentre Nonnoveloce al 57%. Sempre in un’ottica di risparmio di peso, per un utilizzo sportivo, Belatrix è stata attrezzata con un asse del timone in carbonio più leggera di quasi 70 kg rispetto alla gemella, winch allegeriti e finto teak in coperta, per un risparmio di peso complessivo (esclusa la costruzione), prossimo ai 200 kg.

Su Belatrix si nota il colore più chiaro del teak sintetico. Foto Giuffrè/Giornale della Vela

Il layout delle manovre di coperta è identico, così come le vele (North Sails 3Di per entrambe). Nonnoveloce ha degli interni più classici, con legni altamente definiti; su Belatrix invece spazio al carbon look in composito e un utilizzo del legno più misurato. Due versioni differenti dello stesso progetto, che in mare hanno comunque dimostrato la bontà delle linee d’acqua disegnate da Umberto Felci.

I due Ice 52 hanno navigato a lungo affiancati, Belatrix è apparsa un po’ più reattiva sui cambi d’intensità. Foto Giuffrè/Giornale della Vela

Sotto un buon Libeccio tra i 10 e i 15 nodi i due Ice 52 hanno bordeggiato a lungo una a fianco all’altra, per la delizia dei fotografi. Molto interessanti i riscontri che abbiamo rilevato, sia osservando le due barche dal gommone che navigando a bordo.

L’Ice 52 Nonnoveloce. Foto Giuffrè/Giornale della Vela

Complessivamente le velocità di punta delle due barche sono sembrate del tutto simili: nelle condizioni d’intensità descritte, con un’onda lunga piuttosto accentuata, i due 52 hanno bolinato con un angolo di circa 40 gradi reale al vento superando con facilità gli 8 nodi, con punte sopra i 9. La differenza che abbiamo notato è stata soprattutto sugli spunti: Belatrix sulle raffiche, o uscendo dall’angolo morto dopo una virata, o anche in fase di poggiata dalla bolina al traverso, ha dato la sensazione di essere leggermente più reattiva e di avere accelerazioni superiori. Sul passo lungo la differenza si assottiglia, merito di una carena equilibrata e un piano velico ben proporzionato che garantisce una buona riserva di cavalli senza mettere in difficoltà la conduzione.

Mauro Giuffrè

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri l’ultimo numero

Sei già abbonato?

Ultimi annunci
I nostri social

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Doppia ruota del timone: quando la regata serve la crociera

La doppia ruota del timone è ormai quasi un must-have per la maggioranza delle barche presenti sul mercato ma, in realtà, è un’esigenza nata ben addietro, per la regata. Come tanti accorgimenti sviluppati per la competizione, ha però poi preso

Poppe Aperte, un’evoluzione lunga (quasi) quarant’anni

Poppe aperte, o, all’anglofona, “open transom”. Semplicemente, quello che potremmo definire come il “trend” degli ultimi vent’anni, se non più. Specchi poppieri aperti sull’acqua, a C ribaltata, con il pozzetto piano che corre dal tambuccio al mare e, perché no,