Michele Zambelli: "Tra iceberg e gelo per vincere (su una barca speciale)"
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Prima o poi, ogni grande navigatore che si rispetti, si trova schierato sulla linea di partenza di Plymouth, in direzione Newport, per la transatlantica più famosa e dura di sempre, la mitica Ostar (2.810 miglia in solitario tra freddo, correnti contrarie e iceberg, lungo la rotta del Titanic), che si tiene ogni quattro anni. Nel 2017 la prova del fuoco tocca al romagnolo Michele Zambelli, un velista giovane dal punto di vista anagrafico (26 anni) ma con un curriculum da vero habitué degli oceani (tra cui spicca il sesto posto alla Mini Transat 2015). Lo abbiamo raggiunto poco prima di mollare gli ormeggi per trasferire il suo Class 950 Illumia a Plymouth, dove il prossimo 29 maggio comincerà la grande avventura.
“ALLA OSTAR PER VINCERE” – LA NOSTRA INTERVISTA A MICHELE ZAMBELLI
Ci siamo quasi, Michele… E noi che credevamo di vederti su un Figaro…
“Quello in effetti era il mio sogno. Ma all’ultimo il co-sponsor di Illumia si è tirato indietro e abbiamo dovuto cambiare i nostri progetti in corsa”.
La Ostar è un ripiego?
“Neanche per idea, è il sogno di ogni velista oceanico. Prima o poi l’avrei fatta comunque. Destino vuole che la mia “prima volta” sia su un Class 950”.
Un Mini 6.50 in grande?
“Piuttosto direi un Class 40 in piccolo: un bolide oceanico in miniatura più che un derivone. Una barca bellissima”.
Con una storia toccante.
“Già. Questo Class 950 apparteneva ad Alessandro Bruno, che lo aveva chiamato Tenace. Purtroppo Alessandro se ne è andato per un incidente sugli sci (qui la sua storia). Io lo conoscevo bene, era una grande persona. E ho visto anche Tenace prendere forma. Dato che la barca era ferma allo Yacht Club Italiano, mi piangeva il cuore: grazie all’intercessione degli amici Francesco Renella e Pietro D’Alì, sono riuscito a noleggiare la barca dalla moglie di Alessandro, Renata. Spero di poter continuare a navigare su Tenace perché credetemi, è veramente una gran barca, anche grazie alle ottimizzazioni che aveva operato Alessandro”.
Ti conosciamo, non andrai alla Ostar per far numero.
“Mi conoscete, e conoscete la mia mentalità. Andrò per vincere in IRC nella mia categoria”.
Hai fatto modifiche alla barca per renderla più competitiva?
“Per sfruttare al meglio il sistema dei compensi, ad esempio, siamo intervenuti sulla randa, disegnandone una più piccola, nata dalla matita di Matteo Polli, un vero e proprio asso dell’ottimizzazione (lo conosciamo bene: avete presente l’Italia 9.98?). La realizzazione è stata affidata a Quantum Sails di Vittorio D’Albertas. Abbiamo poi aggiornato l’elettronica di bordo, con la strumentazione Garmin (tra cui l’autopilota GHP Reactor e due display del vento) e montato un frullone EVO 08 di Bamar (azienda forlivese, ci tenevo a coinvolgere il mio territorio). Poi ho dovuto pensare anche a me stesso: tenete presente che lassù, tra gli iceberg, farà un freddo ‘burino’. Per non diventare un ghiacciolo ho installato un riscaldatore Eberspächer, utile anche per asciugare vestiario e attrezzatura”.
Il Class 950 è una gran barca ma tu…
“So dove vuoi arrivare. Credo che sarò di passaggio, qua sopra. Mi piacerebbe poi cimentarmi con barche più lunghe…”.
Vendée Globe?
“Non dico nulla. Anzi, voglio andare sulla luna. Quando ci sarà la prima traversata spaziale, giuro che mi iscriverò!”.
Ormai, anche in oceano, si vola. I prossimi Figaro avranno i foil. Cosa ne pensi di questa tendenza?
“Il Michele Zambelli regatante ne gioisce. Qualsiasi cosa mi permetta di andare più veloce sull’acqua è ben accetta. Ho 26 anni, quindi ne ho almeno ancora trenta di carriera davanti: con la vela volante dovrò pur sbatterci la testa! Il Michele Zambelli ‘project manager’, invece, gioisce un po’ meno. Per adesso la tecnologia dei foil è piuttosto costosa e i budget necessari di conseguenza aumentano, in una maniera direttamente proporzionale alla difficoltà di trovare sponsor. Ma adesso in testa ho la Ostar!”.
La tua scuola di vela, la Tribù del Vento a Rimini, come sta andando?
“Benissimo. Presto ci allargheremo sbarcando anche in Liguria, ma non posso dirti di più…”.
Eugenio Ruocco
Foto di Marcello Di Francesco
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1 commento su “Michele Zambelli: "Tra iceberg e gelo per vincere (su una barca speciale)"”
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