Doppia chiglia in asse: soluzione geniale o "cavolata"?
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Le imbarcazioni a doppia chiglia non sono una novità (soprattutto nella Francia del Nord, dove gli effetti delle maree si fanno sentire e a volte è necessario che la barca abbia due punti di appoggio): ma una barca con due chiglie in asse, peraltro sollevabili, non si era mai vista. Fino ad oggi. Eccovi il Seatex 998, nuova “perla” del cantiere transalpino Seatex.
COSA SUCCEDERA’ LI’ SOTTO?
Per adesso si sa molto poco, se non che lo scafo è dotato di doppia chiglia in asse sollevabile: i due bulbi peseranno 500 kg l’uno e avranno un pescaggio variabile tra i 70 cm (chiglie su) e i 2 metri. Il dislocamento totale della barca, che peraltro conta su un inusuale armo a goletta autoportante (senza sartie, crocette, volanti, paterazzo: niente paura, è disponibile anche l’armo a sloop), sarà di 3,8 tonnellate. Il timone sarà anch’esso sollevabile. Il cantiere è molto avaro di informazioni (l’immagine della barca in costruzione è tratta da Voile Magazine), quindi restano alcuni dubbi da sfatare: come si comporteranno le due chiglie? A livello di turbolenza cosa cambierà? Il sistema di doppio sollevamento risulterà particolarmente invasivo sottocoperta? Intanto fateci sapere cosa ne pensate di questa strana soluzione. www.seatex.fr
SCHEDA TECNICA
Lunghezza scafo 9,98 m
Lunghezza al galleggiamento 8,90 m
Baglio max. 2,80 m
Dislocamento 3,8 t
Materiali Compensato Marino-Epoxy
Sup. randa 31,3 mq
Sup. trinchetto 40,8 mq
Sup. fiocchetto 12 mq
Progettista Serge Gabriel
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5 commenti su “Doppia chiglia in asse: soluzione geniale o "cavolata"?”
Nalla vela non è stato invetato nulla di nuovo (v. Marchaj) . Vi siete dimenticati della “chiglia a tandem” ?? Cmq la barca è troppo stretta, almeno mt. 3,30
E’ interessante: in passato si sono viste delle barche (mi sembra anche qualche 12mSI) con degli skeg molto pronunciati. Del resto anche mio suocero si disegnò una barca di 57 piedi che si chiamava Libra fu varata in Germania nel 1970 che aveva una soluzione del genere. Il vantaggio è che nella andature portanti tiri tutto su o lasci un po’ o tutta la chiglia di poppavia, mentre al lasco o di bolina tiri giù quella a prua. Abbiamo stretto il vento fino a 45° con questa opera viva. Quanto agli alberi, apparentemente senza sostegno, ci fu una serie di barche fatte in USA una trentina di anni fa (mi sembra si chiamassero “Newport 45” che adottavano questa soluzione: il vantaggio è che si diminuisce molto il “windage” della zona intorno all’albero.
ad occhio e croce dovrebbe avere una grande stabilità di rotta azzerando praticamente lo scarroccio ! inoltre con l’armo a goletta si può mantenere a riva una sola randa regolando poi le chiglie a secondo della necessità dello sbandamento.L’unico dubbio per la grande differenza tra la lunghezza Ft e quella al galleggiamento: forse sarebbe meglio verticalizzare la prua. Vedo comunque meglio due rande auriche o a sloop bermudiano con top-square.
Due chiglie sull’asse longitudinale creano momenti torcenti attorno all’asse verticale oltre,
in caso di azione di forze concentrate ad una delle estremita’, ad attivare giratori inerziali
sullo stesso asse. Nel complesso poi difficile regolare bene la rande per ottimizzare il
centro velico sul baricentro delle barca. In sostanza piu’ pezzi = piu movimenti. Scordarsi la stabilità.
Per me è una cacata! Ma di fenomeni in Francia ne nascono tutti i giorni!