Miracolo africano: far rinascere una barca a vela sulle spiagge della Tanzania
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In un piccolo angolo di mondo sulla costa orientale dell’Africa, a Dar es Salam in Tanzania, esiste una comunità di pescatori che tutti i giorni esce in mare con le tradizionali barche da pesca a vela. Nella lingua Swahili queste canoe vengono chiamate angalaua, hanno una lunghezza media di 16 20 piedi e le potremmo definire come le antenate dei trimarani. Queste barche infatti hanno uno scafo centrale realizzato in tronco di mango, e due scafi laterali. La flotta di pescatori comprende circa 30 di queste canoe, ma altre erano in disuso per l’impossibilità della comunità locale di renderle nuovamente naviganti.
L’azione della Ong Vpm, inserita in progetti sanitari ed ambientali, ha previsto la riparazione e la manutenzione della flotta, per migliorare la produttività e la sicurezza dei pescatori in mare. Un’azione anche indirizzata a sostenere la pesca tradizionale e non invasiva, scoraggiando invece quella di frodo con la dinamite che si è diffusa in questa zona.
Con la supervisione di un maestro d’ascia locale, Juma, è stata fatta una valutazione sull’effettiva idoneità marina delle canoe e successivamente è iniziata la fase di restauro vera e propria.
Sono sostituite le parti lignee macerate (bilancieri e traverse), la calafatura è stata effettuata utilizzando olio d’auto estinto. Il cordame strutturale è stato sostituito.
Per completare il rinnovo dell’attrezzatura la canoa di questa foto verrà equipaggiata con una nuova randa in swahili Tanga.
Oltre alla pesca queste canoe possono essere utilizzate per tour giornalieri nell’area protetta di Sinda Island e/o per crociere costiere (avventuroso-sportive), con eventuale pernotto in Lodge e/o in Tenda a sud, verso Mafia Island. Un modo per vivere una navigazione d’altri tempi e al tempo stesso sostenere la comunità dei pescatori.
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