Sei anni in barca… senza perdere neanche un giorno di scuola
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Tante volte, quando si parla di mollare tutto per salpare alla volta del giro del mondo in barca, i principali impedimenti sono sempre gli stessi: la famiglia, i figli che vanno a scuola, i soldi, il lavoro che non ritroveremo al ritorno… Tutti discorsi validi, ma che oggi stanno sempre più perdendo importanza grazie a… internet! Già, perché le possibilità di lavorare in qualunque parte del mondo ci si trovi si stanno moltiplicando. E soprattutto, stanno aumentando anche i programmi scolastici realizzati apposta per l’insegnamento a distanza. Un esempio? Il progetto Sail for Good.

Prendete una famiglia finlandese “normale”, composta da padre, madre e tre figli piccoli, che sogna di lasciare la vita di tutti per lanciarsi in un giro del mondo… con tutta calma. Lui, Tuomo, 43 anni, un passato di successo nell’industria del turismo, lei, Riikka, 41. Il primo passo è stato quello di contattare il Ministero dell’Istruzione finlandese (che per essere sinceri era già considerato all’avanguardia nell’ambito dei programmi di studio a distanza), per mettere a punto un piano speciale per i tre figli della coppia, di sette, cinque e tre anni.


“All’inizio del progetto non sapevamo bene dove girarci, prima di tutto perché sia io che mia moglie abbiamo studiato economia, non possiamo certo definirci insegnanti. Io ho grandi problemi di dislessia e a scuola ho avuto i miei bei problemi. Non ci siamo però arresi e abbiamo iniziato a contattare diverse aziende tecnologiche con programmi di insegnamento, con l’idea di creare una vera e propria scuola digitale da seguire in barca. è stata una sfida lunghissima, fatta di centinaia di mail e telefonate. Alla fine i nostri sforzi sono stati premiati: abbiamo riunito oltre venti aziende che hanno creduto nel progetto e che ripaghiamo con diverse attività promozionali sui social network”.

Nella pratica, Tuomo e la sua famiglia hanno trasformato la loro barca, uno Swan 57 disegnato da Sparkman & Stephens, in una piccola piattaforma elettronica, con diversi hardware contenenti programmi di apprendimento. Una parte delle lezioni avviene invece tramite Skype. Certo, vi assicuriamo, è strano vedere una tale quantità di tecnologia a bordo di una barca del 1982.
“Abbiamo acquistato Panacea nel 2012 e l’abbiamo sottoposta a molti lavori, anche in vista del nostro giro del mondo. Per esempio, abbiamo sostituito tutta l’elettronica. Alcuni interventi hanno riguardato anche l’armo; abbiamo infatti deciso di modificare l’albero e le manovre per rendere la barca più manovrabile. La lista dei lavori fatti è davvero lunghissima…”.

Tuomo e la sua famiglia si sono preparati a quest’avventura anche dal punto di vista pratico negli ultimi due anni. La barca è stata di base in Turchia e ogni vacanza è stata l’occasione per testare non solo le capacità marinaresche della famiglia ma anche… la convivenza a bordo! Sei anni in barca sono decisamente lunghi…
“E’ vero, sei anni rappresentano un periodo molto lungo, ma nella realtà navigheremo effettivamente per circa un anno. Trascorreremo lunghi periodi a terra; abbiamo per esempio deciso di viaggiare via terra in Nuova Zelanda per circa quattro mesi. Compatibilmente con le problematiche pratiche e gli inconvenienti che sempre si verificano in un viaggio di questo tipo, abbiamo cercato di stilare un calendario il più preciso possibile, sfruttando anche l’aiuto di diversi professionisti, dai medici agli educatori e coinvolgendo ovviamente diversi navigatori che hanno già vissuto un’esperienza di questo tipo. Abbiamo previsto di trascorrere questi soggiorni terrestri anche in concomitanza dei periodi solitamente meno favorevoli dal punto di vista meteorologico”.

Ma cos’è che vi ha spinti verso quest’avventura?
“La voglia di realizzare un sogno personale. Ma anche la speranza di creare il più importante progetto di “famiglia velica” (la definisce proprio così: “family sailing project”, ndr) mai realizzato al mondo. Spero che il condividere le nostre esperienze sia di ispirazione per tante altre persone affinché facciano lo stesso”. www.sailforgood.org
Condividi:
Sei già abbonato?
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche

Famiglia salvata dopo che le orche hanno affondato la loro barca a vela in Portogallo
Nella notte del 10 ottobre la barca a vela “Ti’fare” con una famiglia di 5 persone è stato affondato da un branco di orche al largo di Peniche, in Portogallo. L’equipaggio è stato tratto in salvo da un peschereccio locale.

USATO Classic Boat | 7 ammiraglie Anni ‘90 per girare il mondo in tutto comfort (16+ m)
Girare il mondo a vela non è cosa per tutti. Più facile, è invece trovare chi, in proposito, si sia perso dentro a queste fantasie. In questa rubrica, fantasticando anche noi, abbiamo già visto 5 ‘piccole’ Classic Boat con cui,

USATO CLASSIC BOAT | 6 natanti da Champagne-Sailing, però per tutti (<10 m)
Il panorama relativo le Classic Boat –ovvero le barche di serie ultraventiquenni e varate a partire dal 1967– è un contesto vasto e in continua via d’espansione, composto da scafi di ogni foggia e dimensione e, forse, non così facilmente

USATO CLASSIC BOAT | 5 GLOBETROTTER per girare il mondo in serenità (16-20 m)
Il panorama relativo le Classic Boat –ovvero le barche di serie ultraventiquenni e varate a partire dal 1967– è un contesto vasto e in continua via d’espansione, composto da scafi di ogni foggia e dimensione e, forse, non così facilmente








1 commento su “Sei anni in barca… senza perdere neanche un giorno di scuola”
Viaggioamo tanto anche noi, io, la mia compagna slovacca conosciuta a Lombok e il nostro piccolino di 6 mesi.
Il problema non e`certo lo studio, fino alle superiori almeno.
Il grave problema e`che i bimbi hanno bisogno di socializzare, ho amici inglesi e francesi che hanno piu`di un figlio, gia`di qualche anno, alcuni di loro presentano pesanti disagi nel confrontarsi con altre persone.
Qualche barca con altri ragazzini si incontra sempre, ma non e`abbastanza.
Noi stiamo pensando di fare un bel giro, per di piu`abbiamo la fortuna di lavorare nella nautica, quindi la raccolta fondi andrebbe avanti charterizzando, ma credo che ogni volta sara`possibile, ci fermeremo in qualche Paese per diversi mesi e possibilmente cercheremo di mandare a scuola il nostro Max.
BV
Marco