Le lunghe navigazioni nei gelidi mari inglesi? Roba da… derivisti: la nuova impresa del "pazzo" Ken Fowler
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Chi ha detto che le lunghe navigazioni, per altro nei freddi e impegnativi mari inglesi, debbano essere per forza affrontate a bordo di cabinati? Ken Fowler partirà il prossimo 17 maggio da Lands End, nel sudovest dell’Inghilterra, in direzione John o’ Groats una località dell’estremo nord-est della Scozia: più di 900 miglia di navigazione, a bordo di un RS Aero, piccola deriva aperta di 13 piedi.
UNA ROTTA IMPEGNATIVA
La rotta parte dal sudovest dell’Inghilterra, passando poi per il Galles e l’Isola di Man, prima di arrivare alle isole scozzesi e lungo la selvaggia costa della Scozia, con il doppiaggio del Capo Wraith e l’arrivo a John O’Groats. C’è già un record su deriva per questa rotta, ed è di 64 giorni. Ken Fowler proverà a batterlo: non è nuovo a queste imprese, qualche anno fa aveva fatto notizia suo giro dell’Isola di Wight (72 miglia) a bordo di un Laser. E’ stato scelto maggio perché nel Regno Unito è il mese che offre il maggior numero di ore di luce oltre che venti sufficientemente forti per battere il record. Ken spera di impiegarci 23 giorni, veleggiando dalle 8 alle 12 ore al giorno.
RS AERO, LA NOSTRA PROVA
Quando sali a bordo di una deriva, ti diverti. Hai quel contatto diretto con l’acqua e la sensazione impagabile dello scafo che reagisce ai movimenti del corpo. Sono stata sul lago d’Iseo per provare il neonato di casa RS: l‘Aero. 30 kg di scafo nudo, 48 kg armato. Pesa esattamente 10 kg in meno di me, e questa differenza si sente quando navighi, la barca reagisce ai movimenti quasi come una tavola da windsurf.
Inutile nascondere le intenzioni del cantiere britannico RS: questa deriva si inserisce in un mercato al momento dominato dal Laser. Come sul Laser, tre sono gli armi previsti: Aero 5, che corrisponde a grandi linee al Laser 4.7; Aero 7 (con il quale sono uscita) che riprende l’armo radial del laser e Aero 9 che come superficie velica è simile al Laser Standard. I tutti e tre i casi la barca viene armata nello stesso modo, tranne che la parte inferiore dell’albero (formato da due pezzi a incastro) che cambia a seconda dell’armo scelto.
ARMO IN TRE MINUTI E REGOLAZIONI SENZA SFORZI
La prima nota positiva è la velocità con la quale si arma la barca. In tre minuti tutto è pronto per uscire, come potete vedere nel video qui sopra. Altra caratteristica identitaria è la leggerezza che facilita soprattutto la messa in acqua e il trasporto dell’imbarcazione: senza fatica infatti può essere caricata sul tetto della macchina. Lo scafo è costruito in resina epossidica e parti di carbonio, albero, boma, timone e deriva sono in carbonio per ridurre al massimo i pesi.
La randa viene inferita nell’albero attraverso una canalina e issata per mezzo di una drizza, le tre regolazioni fondamentali: vang, cunningham e base sono rimandate a centro scafo, per facilitare le regolazioni al timoniere. Vang e cunningham inoltre sono a circuito chiuso, che gira intorno al bordino dello scafo: soluzione che facilita ulteriormente la vita. Un’altra nota “di stile” è la riduzione al minimo dell’acciaio a bordo, ogni bozzello è fissato tramite loop in dyneema che oltre a non pesare, evitano di rovinare l’attrezzatura.
IN NAVIGAZIONE LA BARCA REAGISCE COME UNA TAVOLA
La giornata sul lago ci ha regalato delle condizioni perfette per la prova, vento tra gli 8 e i 10 nodi e onda corta. Salendo a bordo ci si rende subito conto di cosa voglia dire uno scafo così leggero che reagisce a ogni minimo spostamento: questo permette di giocare sulle ondine del lago con grande soddisfazione. Di bolina la posizione alle cinghie è ergonomica, la forma dello spigolo addolcita non crea particolare fastidio alle gambe. Sotto raffica, le regolazioni di cunningham, vang e base permettono di smagrire “in diretta” la randa in balumina diminuendo lo sbandamento e riducendo lo sforzo fisico. Il boma alto, inoltre, non crea alcun problema in virata. Ma il vero divertimento arriva di lasco, la minima raffica regala delle accelerazioni notevoli e divertenti con la prua sempre bene fuori dall’acqua, la scotta senza archetto permette di lavorare “in diretta” su raffiche e onde e di non avere problemi in strambata. Ho provato a scuffiare la barca e raddrizzarla non comporta sforzi particolari, grazie alla presenza di murate strutturali.
Rimango con la curiosità di vedere come l’Aero si comporta con vento teso: con 25 nodi non soffrirà per la sua leggerezza?
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