Pietro Sibello, un campione indomito che ha insegnato a tutti cosa significhi "non mollare"

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Nel 2010, il Velista dell’Anno fu assegnato a Pietro Sibello. Il fortissimo e sfortunatissimo Pietro Sibello
. Nato ad Albenga (Savona) nel 1979, con il fratello Gianfranco è stato il più bravo interprete della classe 49er in Italia. Nel 2008 si è visto “strappare” dal collo il bronzo olimpico per una vera e propria scorrettezza perpetrata da un equipaggio avversario e non sanzionata dai giudici di regata, nel 2012, anno nel quale avrebbe dovuto prendersi la rivincita a Londra, un angioma gli ha impedito di partecipare alle Olimpiadi. Ma si tratta di un campione indomito, che ha sempre saputo rialzarsi e superare le difficoltà.

AVEVAMO SCRITTO DI LUI
Tratto da Il Giornale della Vela del febbraio 2010. Prima di tutto, una notizia di cronaca: Pietro e Gianfranco Sibello hanno appena concluso il Mondiale della classe 49er disputato alle Bahamas al terzo posto, alle spalle degli spagnoli Martinez-Fernandez (oro alle Olimpiadi di Atene 2004 e argento a Pechino 2008) e degli australiani Outteridge-Jensen (campioni del mondo uscenti). Questo risultato, però, pur dimostrando una costanza di rendimento nel tempo davvero invidiabile dei due fratelli di Alassio, fa già parte del 2010.

Pietro, timoniere dell’equipaggio della Guardia di Finanza, invece, si è guadagnato il premio di Velista dell’Anno (il prestigioso riconoscimento che Il Giornale della Vela assegna, già dal 1991, al miglior timoniere italiano al termine di ogni stagione agonistica) grazie all’incredibile serie di successi ottenuta nel 2009 con il fratello Gianfranco, nella classe 49er: campione europeo, terzo posto al Mondiale, primo classificato alle settimane preolimpiche di Palma, Hyeres e Riva del Garda e secondo alle settimane preolimpiche di Medemblik e Weymouth. Per dirla in breve, Piero Sibello, con a prua Gianfranco, è sempre salito sul podio in tutte le regate a cui ha partecipato nel 2009, tanto da occupare saldamente la prima posizione nella ranking list dell’ISAF (la federvela mondiale) dal 29 aprile scorso.

Al di là dei risultati, che hanno certamente contato ai fini dell’assegnazione del premio Velista dell’Anno 2010, a essere premiata è stata l’immensa determinazione e capacità di reazione del timoniere di Alassio. Non si può dimenticare, infatti, che i Sibello hanno affrontato il 2009 dopo la cocente delusione delle Olimpiadi di Pechino 2008, dove alla fine di una regata perfetta “abbiamo prima perso l’oro per colpa di una nostra scuffia a mezzo miglio dal traguardo dell’ultima prova, la medal race”, ammette molto sportivamente Pietro Sibello, “ma poi siamo stati privati anche del bronzo perché il Comitato di Regata ha ammesso che l’equipaggio danese partecipasse a quella prova con una barca datagli in prestito dai croati, senza che il resto dei concorrenti ne fosse a conoscenza”. Invece di finire sotto un treno, i fratelli Sibello, dopo un breve periodo di pausa, all’inizio del 2009 erano già di nuovo nel freddo mare della loro Alassio ad allenarsi con l’entusiasmo di due bambini.

“Paradossalmente, il 2009 è stato il miglior anno della nostra carriera”, racconta Pietro. “C’entra il fatto che abbiamo deciso di ricominciare perché per noi il 49er, oltre che una professione, è un divertimento al quale non sappiamo rinunciare”. Aggiunge Gianfranco: “Prima di ripartire da Pechino, il nostro allenatore Luca De Pedrini ci ha detto che se avessimo voluto affrontare una terza campagna olimpica avremmo dovuto avere la volontà di diventare ancora più forti”. Quindi, i Sibello sono ora proiettati verso le Olimpiadi di Londra 2012, dove “vogliamo prenderci una bella rivincita e archiviare Pechino 2008”.

NEL DETTAGLIO, COSA ERA ACCADUTO ALLE OLIMPIADI 2008
Olimpiadi di Pechino 2008: a seguito di una settimana di grandi regate, Pietro e Gianfranco si presentano alla Medal Race in corsa per il bronzo nel 49er. Il team danese, nettamente al comando prima della Medal Race, rompe l’albero il giorno dell’ultima regata, precludendosi cosi’ la partecipazione alla finale, quella decisiva. I danesi riescono comunque a partire con la barca messa a disposizione dai croati (non qualificati per la Medal Race). La gara si svolge nella nebbia, con vento forte e mare grosso; tutti scuffiano e la classifica cambia di continuo. Sul traguardo i Sibello festeggiano il bronzo, ma non si sono accorti che la barca ‘croata’ in realta’ ospitava l’equipaggio danese: Warrer e Ibsen sono arrivati entro tempo massimo e, grazie a molti ritirati, rientrano in classifica e conquistano l’oro. La Giuria conferma. Gli azzurri scendono al 4° posto. Due giorni e due notti di proteste e appelli alla Giuria ISAF e al Tribunale del CIO non servono a restituire a Pietro e Gianfranco una medaglia davvero meritata. L’equipaggio danese aveva ignorato 3 regole presenti nell’Olympic Measurement Regulations:

(1) ogni imbarcazione deve portare sullo scafo e sulla vela le insegne (lettere e bandiera) della propria nazione
(2) non aveva montato sull’imbarcazione la telecamera (peso di circa 3Kg) che tutte le altre barche partecipanti alla Medal Race avevano installato a bordo
(3) tutte le barche qualificate alla Medal Race sarebbero dovute restare in un’area di quarantena dalla sera del giorno prima, senza piu’ poter effettuare modifiche, cosa che la barca croata non aveva fatto.

La penalità o squalifica per l’infrazione di queste regole non è automatica ma è a discrezione della giuria. Che ha giudicato positivamente in favore dei danesi”.

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