Matteo Miceli, un avventuriero con l’Oceano nel sangue
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Nel 2008 il premio di Velista dell’Anno toccò a Matteo Miceli. Il velista romano (che adesso, dopo il naufragio al largo del Brasile durante il suo giro del mondo “green” del 2015 ha recuperato la sua barca a impatto zero Eco 40) classe 1970, nel 2007, a bordo del cat non abitabile Biondina Nera ottiene un nuovo record di traversata, in solitaria: dalle Canarie alla Guadalupa in 14 giorni, 17 ore e 52 minuti.
UN AVVENTURIERO DI RAZZA
Matteo non era nuovo a queste imprese: Matteo dimostra subito di avere due profonde passioni: la vela e il mare. Ancora non cammina e già ha il suo posto a bordo del Flying Junior. Le uscite in barca si susseguono, prima seguendo i pazienti insegnamenti del padre Enrico, poi frequentando i corsi di vela della Lega Navale, a Ostia d’estate, sul Lago di Bracciano d’inverno. A nove anni scopre il windsurf e riceve dallo zio la sua prima tavola, un Ten Cate di 18 chili lungo più di 3 metri. Questa disciplina gli fa provare un’ebbrezza indicibile che lo accompagnerà per tutta l’adolescenza, ma ha anche il merito di fargli scoprire la sua grande manualità. Inizia facendo piccole riparazioni e via via si cimenta con le basi della costruzione nautica.
UN VELISTA-COSTRUTTORE
Dalle tavole da surf e le derive Matteo compie i suoi primi passi come operaio specializzato, passando dalle sperimentazioni con vetroresine e carbonio alla sua prima avventura imprenditoriale come giovanissimo costruttore, dall’insegnamento all’attività di broker, per giungere infine a compiere vere e proprie imprese sportive e grandi navigazioni. Un percorso che, allora come oggi, è sempre costellato di traguardi. Nel lavoro, è stato prima apprendista, poi dipendente, infine socio titolare dei Cantieri d’Este, a Fiumicino dove oltre a costruire, continua a sperimentare sempre nuovi materiali e tecniche. Sul piano sportivo, nel 2005, affronta con Andrea Gancia un’impresa che lo fa emergere tra i velisti moderni: con Biondina Nera, un catamarano non abitabile di 20 piedi da lui costruito, compie la traversata atlantica facendo registrare il record mondiale.
AVEVAMO SCRITTO DI LUI
Tratto da Il Giornale della Vela febbraio 2008. Poche parole, ma un’emozione immensa gli si leggeva in volto. Davanti alla giuria del Velista dell’Anno, il navigatore oceanico Matteo Miceli ha ritirato dalle mani di Carlo Rolandi, presidente onorario della FIV, il Timone d’oro che dal 1991 Il Giornale della Vela attribuisce al miglior velista della stagione. Oltre a Rolandi in rappresentanza della FIV, a decretare il vincitore dell’edizione 2007 del riconoscimento promosso dalla nostra rivista, sono stati i più rinomati giornalisti sportivi di quotidiani, agenzie stampa e riviste di settore, rappresentanti del mondo dello sport velico come Vincenzo Onorato e Francesco De Angelis – quest’ultimo presente alla premiazione – che hanno portato il velista romano ad aggiudicarsi il titolo con il 40% dei voti davanti al vincitore del titolo mondiale Farr 40 Vincenzo Onorato, con il 30% delle preferenze, ed Ernesto Bertarelli e Cico Rapetti, ciascuno con il 15% dei voti, entrambi entrati nella rosa dei candidati in quanto vincitori per la seconda volta consecutiva della Coppa America con il team Alinghi.
“Mi avete fatto diventare un eroe” sono state le parole pronunciate da Matteo durante la cerimonia di premiazione introdotta da Mario Oriani, fondatore de Il Giornale della Vela, il quale ha ricordato come proprio assieme a Rolandi si pensò agli inizi degli anni ’90 di dare vita a un Oscar della Vela. Scorrendo l’albo d’oro de Il Velista dell’Anno, Miceli è il primo recordman a figurare affianco a nomi di velisti come Giorgio Zuccoli, Paul Cayard, Roberto Ferrarese, Francesco De Angelis, Alessandra Sensini, Tommaso Chieffi, Lorenzo Bressani, Gabrio Zandonà, Vasco Vascotto, Vincenzo Onorato o lo stesso Giovanni Soldini, che negli anni si sono aggiudicati l’oscar per successi ottenuti in competizioni internazionali.
Per il 37enne romano la prossima avventura sarà al timone di un monoscafo: il titolare dei Cantieri Navali D’Este già quest’anno scenderà in acqua con un Class 40 per partecipare alla Transat e prepararsi per una nuova sfida: il Giro del Mondo, senza scalo e senza assistenza, con Roma come porto di partenza e arrivo.
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