Flavio Favini, un implacabile fuoriclasse della vela (dalla lunga carriera)
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Nel 2003 è stato Flavio Favini il Velista dell’Anno. Nato a Luino (Varese) il 10 agosto 1965, nel suo curriculum figurano molti anni nelle classi olimpiche, la vittoria all’Admirals’ Cup ’95 al timone di Capricorno, svariati successi con Minitonner, J22, Quarter Tonner, 6 metri SI, Mumm 30, Ims, Farr 40 e Melges 24. Ha vinto 9 titoli mondiali, 3 europei e 20 Italiani. Ha partecipato alle campagne di Coppa America (nel 2003 e 2007) con Mascalzone Latino nel ruolo di tattico e timoniere e ha vinto il Mondiale Melges 24 nel Febbraio del 2014. In estate dello stesso anno rimane vittima un brutto incidente domestico, ma da vero campione si rimette in sesto al volo e va a vincersi anche il titolo italiano. Se non fosse stato convalescente, probabilmente avrebbe partecipato anche all’Europeo, vincendolo!
COSA AVEVAMO SCRITTO DI LUI
Tratto da Il Giornale della Vela dell’Aprile 2003. Come al solito, Flavio Favini è entrato in punta di piedi ed è uscito tra gli applausi scroscianti del pubblico. Scelto dai lettori de Il Giornale della Vela (anzi, in questo caso sarebbe proprio il caso di dire dai navigatori, quelli di internet) come sesto candidato al Velista dell’Anno 2002 attraverso il voto che era possibile effettuare sul sito della nostra rivista, il timoniere di Luino ha vinto il Timone d’Oro da “wild card”.
Un bel riconoscimento che è giunto al termine di una stagione particolare (subito dopo avere ottenuto il trofeo ha detto “Non ho mai ricevuto così tanti complimenti per essere arrivato ultimo” in riferimento all’esito della campagna di Coppa America con Mascalzone Latino), ma sicuramente nel pieno di un ciclo di stagioni che lo ha visto collezionare importanti vittorie, tra le quali non mancano quelle iridate. L’anno scorso era stato Pasquale Landolfi (uno che, grazie ai trionfi che ha regalato all’Italia con il suo BravaQ8, può permettersi di dire ciò che vuole) a “raccomandarlo” pubblicamente alla Giuria del Velista dell’Anno. La “sponsorizzazione” di Landolfi a Favini venne però ignorata e a vincere fu Lorenzo Bressani (meritevole grazie alla sua lunga lista di successi in IMS). Così, Favini, il Timone d’Oro lo ha conquistato quest’anno, nel corso di una serata durante la quale i riflettori non erano puntati tutti su di lui, ma anche sui suoi avversari: campioni del calibro di Antonio Sodo Migliori e lo stesso Bressani (erano invece assenti, perché impegnati nel raduno FIV ad Atene, Giulia Conti, Alessandra Sensini e Diego Negri).
DA LUINO AD AUCKLAND
È contento Flavio Favini. Sale sul palco con il Timone d’Oro e inizia il suo discorso di ringraziamento a chi lo ha votato per farlo diventare il Velista dell’Anno 2002 prendendosi in giro:“Quando sono tornato dalla Nuova Zelanda al mio paese, sono rimasto sbalordito di come tutti mi fermassero per strada per stringermi la mano e per farmi i complimenti. È la prima volta che mi capita di arrivare ultimo e ricevere un’accoglienza così calorosa”. Poi, però, aggiunge: “Effettivamente, dai primi bordi sul lago Maggiore al Golfo di Hauraki, il salto è bello lungo. Quando da piccolo uscivo in barca a Luino con le derive, mai avrei pensato che un giorno sarei potuto finire a regatare dall’altra parte del mondo in Coppa America. Un’esperienza incredibile che spero di poter ripetere”. Sicuro che la ripeterà. Da neo Velista dell’Anno, Favini è partito immediatamente per Miami, in Florida (una terra a lui molto cara, dove l’anno scorso ha vinto, dominando, il mondiale Melges 24 contro 70 avversari) per partecipare alle regate dei Farr 40 sulla barca di Vincenzo Onorato.
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