Il giorno dello Sciacallo! Armel Le Cleac'h entra nella storia
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Tutti a chiedersi perché Hugo Boss non abbia virato prima davanti alla Manica, invece di mettersi praticamente in scia di Banque Populaire, sancendo di fatto vittoria dello Sciacallo Le Cleac’h, in questo Vendée Globe da record e Thomson-centrico (che bravo l’inglese a catalizzare su di sé l’attenzione mediatica, è il testimonial che ogni marchio vorrebbe avere).
IL GIORNO DELLO SCIACALLO
Ma il punto è un altro. Oggi è il giorno dello Sciacallo. The Jackal, lo Sciacallo, come è conosciuto Armel Le Cleac’h: uno stile di regata conservativo e freddo. Ti sta con il fiato sul collo e se sbagli, proprio come uno sciacallo, ne approfitta e non lo prendi più. Dicevamo, un Vendée da record. Il record di Le Cleac’h: 74 giorni, 3 ore, 35 minuti e 46 secondi per completare il giro del mondo in solitario senza scalo a bordo di IMOCA 60, partendo da Les Sables d’Olonne, in Vandea, per poi doppiare i capi di Buona Speranza, Leeuwin e Horn per un totale di 21,600 miglia teoriche (e 24,499.52 reali a 13,77 nodi di media) per poi tornare a Les Sables. Tre giorni, 22 ore e 41 minuti in meno rispetto a Francois Gabart, che nel 2013 aveva completato il Vendée in 78 giorni, 2 ore, 16 minuti e 40 secondi a bordo di Macif. Tutta una questione di foils.
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RECORD E FINE DELLA MALEDIZIONE
Appena verrà ratificato dal World Sailing Speed Record Council, questo tempo sarà il nuovo riferimento per il giro del mondo in solitario a bordo di monoscafi fino a 60 piedi. Un record e una vittoria che hanno liberato Armel dalla maledizione del secondo posto e lo hanno consegnato, a 39 anni, alla storia. Nell’edizione 2008/09 del giro del mondo si era dovuto accontentare dell’argento alle spalle del “Professeur” Michel Desjoyeaux, nel 2012/13 era arrivato alle spalle del Biondino degli Oceani, Francois Gabart.
LA DISCESA IN ATLANTICO
Nella prima fase di regata, in Atlantico, Thomson sembrava inarrestabile. Per tutti, tranne che per lui, che gli è rimasto alle costole: “Vai Alex, vai. Fai pure innamorare tutti quelli che ti seguono”, sembrava dirgli, “io sono qui dietro di te. Al primo errore ti prendo”. L’occasione si è presentata al largo di Tristan da Cunha sotto forma di un temutissimo OFNI (oggetto flottante non identificato, l’incubo di ogni velista oceanico), urtato da Thomson a 24 nodi di velocità: addio foil di dritta. Lentamente, inesorabilmente, Banque Populaire ha recuperato Hugo Boss e lo ha sorpassato.
SFIDA IN INDIANO
Dopo Capo di Buona Speranza, in Indiano, il match-race è continuato e al largo delle isole Kerguelen, davanti alle quali Le Cleac’h è passato in leggero vantaggio, sembrava che il francese navigasse con una configurazione più tranquilla. Poco più avanti Thomson aveva superato Le Cleac’h, facendo andare tutti in visibilio (“E’ Senza un foil! E’ un grande! Oppure: e se non fosse vero che ha rotto, e fosse tutta tattica? Che genio!), ma lo Sciacallo ha reagito subito, riportandosi in testa, arrivando a Cape Leeuwin con cento miglia di vantaggio.
GUARDA IL VIDEO AL LARGO DELLE KERGUELEN
PACIFICO SENZA STORIA
Il Pacifico è stato amico di Banque Populaire, che racimolato quasi 800 miglia su Hugo Boss (787,1 miglia di vantaggio al doppiaggio di Capo Horn). Con un vantaggio importante, e con Thomson con un foil rotto, sembrava che lo Sciacallo potesse affrontare la risalita in Atlantico in completa tranquillità, “al controllo”.
LA RISALITA IN ATLANTICO
E invece. Che qualcosa sarebbe dovuto accadere si era già visto tra Capo Horn e le Malvinas, all’inizio della risalita finale in Atlantico, quando Le Cleac’h sembrava aver tirato il freno a mano, perdendo quasi 400 miglia. Al largo di Florianopolis Thomson si era portato a 28 miglia, riaprendo di fatto i giochi (e suscitando il solito polverone mediatico), ma navigando verso nord, all’altezza di Fortaleza lo Sciacallo aveva riconquistato saldamente la posizione di controllo con un vantaggio di oltre 300 miglia.
Da Capo Verde fino alle Azzorre Thomson ha cominciato il suo recupero, riducendo il distacco a meno di 90 miglia. Il resto è storia recente. Da 90 a 33 miglia (con tanto di record di percorrenza sulle 24 ore da parte di Thomson, 536,81 miglia!), tutti con il fiato sospeso, fino all’ingresso della manica, quando Le Cleac’h ha compiuto la virata finale verso Les Sables e Thomson gli si è messo in scia, determinando di fatto la fine dei giochi “Non ho più speranze di riprendere Armel”, ha dichiarato il penultimo giorno.
Che regata pazzesca, che marinai. Resta una sola domanda: chissà se Thomson non avesse rotto il foil (lòa vera rivelazione di questo Vendée, con i primi quattro scafi in classifica tutti dotati di appendici) come sarebbe andata a finire…
CHI E’ IL NUOVO EROE DEL GIRO DEL MONDO
Armel Le Cleac’h è nato a Saint-Pol-de-Léon (Finistère), l’11 maggio 1977: ha un passato da optimista e 420ista prima di dedicarsi all’altura. Campione del Mondo IMOCA nel 2008 e Campione di Francia di Course Au Large nel 2003, ha vinto la Solitaire du Figaro (regata d’altura a tappe) nel 2003 e nel 2010, la AG2R nel 2004 (Lorient-Saint Barth) e nel 2010 (Concarneau-Saint Barth) e la The Transat Bakerly 2016 (ex-Ostar, Da Plymouth a Newport) tra gli IMOCA. Ha vinto il Vendée Globe alla sua terza partecipazione, dopo i secondi posti del 2008/09 e 2012/13, stabilendo il nuovo record di percorrenza. Inoltre, Le Cleac’h detiene altri primati: quello sulla rotta Marsiglia-Cartagine (18 ore, 58 minuti e 13 secondi) e Cadice-San Salvador (6 giorni, 23 ore, 42 minuti e 18 secondi), entrambi in solitario a bordo del maxi trimarano Banque Populaire VII
Eugenio Ruocco
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1 commento su “Il giorno dello Sciacallo! Armel Le Cleac'h entra nella storia”
Bravo,, modesto,,,simpatico,,,,,super Complimenti.