Il kite è vela? Si, e ora lo dicono anche i loro inventori

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Ragazzi, mettetevelo bene in testa: il kitesurf è vela. E da oggi, lo è anche per i francesi, gli inventori del kite.
Come leggiamo infatti sul sito del giornalista e kiter David Ingiosi, “la federazione del volo libero perde il kite che passa ufficialmente alla vela. Questa mattina la Federazione Francese di Volo Libero ha annunciato dal proprio sito ufficiale che il Ministero dello Sport gli ha ritirato la delegazione del kite nautico”.

UN PASSO IMPORTANTE VERSO IL KITE OLIMPICO
Avete capito bene: il kitesurf transalpino era appannaggio della federazione di Volo Libero, ora i “cugini”, dopo 18 anni, lo hanno fatto diventare disciplina velica a tutti gli effetti, proprio come da noi in Italia dove la disciplina (che conta tantissimi appassionati, soprattutto giovani) è sotto l’egida della FIV. FFV (la federvela francese) e FIV sono a loro volta membri di World Sailing, la Federazione Internazionale della Vela: così anche l’ex-ISAF avrà meno problemi, causati anche da enti ambigui che provavano a sfruttare la mancanza di uniformità internazionale. Un passo importante verso una undicesima medaglia olimpica di vela a Tokyo 2020?

LA STORIA DEL KITE
L’uso di aquiloni per trainare oggetti o persone è una pratica che risale al 1200, in Cina. In occidente, tra il 1820 e il 1830, George Pocock, un insegnante inglese con la passione per le invenzioni, usò un aquilone a 4 cavi di sua progettazione per farsi trainare a bordo di una carrozza nelle campagne di Bristol. Nel 1901 Samuel Franklin Cowdery attraversò lo stretto della Manica a bordo di un oggetto a metà strada tra una mongolfiera e un aquilone. Bisognerà però aspettare gli anni 70 per poter individuare qualcosa di più simile a quello che oggi intendiamo come kitesurf. Nel 1978, Ian Day, a bordo del suo catamarano Tornado, toccava già i 40 km/h trainato da un aquilone.

Nel corso degli anni ’80 l’aquilonismo da trazione cominciò ad essere applicato agli sci, allo skate, alle canoe, a qualsiasi cosa rotolasse o scivolasse su terra o in acqua. Nuovi sport, come il buggying e il kitesailing, videro la luce negli anni ’90 grazie al contributo e alle ricerche di molti, tra cui il neozelandese Peter Lynn. Nel 1982 il francese Rolad Le Bail, modificando il rig di un windsurf, brevettò “BirdSail”, che permetteva salti più alti e più lunghi; mentre nei primi anni ’90 i fratelli Corey e Bill Roeseler di Seattle brevettarono il Kiteski, un grande aquilone acrobatico a delta a 2 cavi, fornito di barra con avvolgicavo a molla che ne permetteva il recupero e il rilancio dall’acqua.

Nel 1995 Jimmy Lewis, famoso shaper hawaiiano, inizia a sperimentare le prime tavole bidirezionali da Kite surf, assieme ad uno dei pionieri del Kite, Lou Wainman, consacrandosi nel 1999 come il primo ad aver sviluppato in maniera concreta il primo bidirezionale funzionale. Ma fu grazie ai fratelli francesi Bruno e Dominique Legaignoux, dopo una lunga ricerca cominciata nei primi anni ’80 e culminata con il brevetto del Wind Powered Inflatable Kite Aircraft (WI.P.I.K.A.) che l’aquilonismo da trazione in acqua divenne sul finire degli anni ’90 più sicuro, praticabile ed accessibile. (www.wikipedia.org)

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