PARTITI! Quattro superbarche si sfidano alla Sydney Hobart


Pronti, via! E’ partita la 72esima edizione della mitica Rolex Sydney Hobart (630 miglia da Sydney, in Australia a Hobart, in Tasmania), con 89 barche schierate sulla linea di partenza.
Il record della regata da battere è stato stabilito nel 2012 da Wild Oats XI: un giorno, 18 ore 23 minuti  e 12 secondi. L’Italia sarà rappresentata da Marco Carpiniello, a bordo di Matador, un Elliot 44 che batte bandiera svedese, e da Francesco Mongelli, romano, 42 anni che sarà a bordo del Vor 70 Giacomo di proprietà dell’armatore neozelandese Jim Delgat. Ma la Sydney Hobart (che inspiegabilmente rimane chiusa ai catamarani: perché mai, ci chiediamo noi) vuol dire anche sfida al top della tecnologia. Oltre al già citato Giacomo, e a Maserati, l’ex Vor 70 di Soldini venduto a Jim Cooney, ecco i più importanti “bolidi” che si sfideranno e lotteranno fino alla fine per la vittoria in tempo reale.

CQS (Armatore Ludde Ingvall)
La grande novità di questa Sydney Hobart si chiama CQS, la barca del due volte vincitore della Sydney Hobart Ludde Ingvall: questo il nuovo nome dell’ex 90 piedi Nicorette, che alla classica australiana aveva conquistato i line honours nel 2004. Ma come si fa a trasformare una barca in superbarca? In primis la doti di DSS(acronimo di Dynamic Stabilty System), in modo tale da “colmare il gap” con barche tipo Wild Oats: il sistema consta di due “ali” retrattili poste al centro dello scafo. A seconda delle mura, una di queste ali viene aperta sottovento, per garantire una maggiore resistenza allo sbandamento.

large_15000723_10155400483529746_2605138879397986830_o1Aggiungi poi un sistema di canting keel, un canard a prua davanti all’albero (stile Cookson 50), due “ali” laterali in modo tale da avere la base delle sartie allargata. Lo scafo è stato allungato davanti all’albero in modo tale che quest’ultimo risulti più appoppato(siamo al 46% di lunghezza dello scafo partendo da poppa), soluzione che consente di aumentare ulteriormente la superficie delle vele di prua. Senza contare un maxi bompresso integrato nello scafo di 4 metri, pensate un po’ che asimmetrici vedrete lì sopra! Queste sono solo alcune delle soluzioni ideate dall’architetto navale neozelandese Brett Bakewell-White.

SCALLYWAG (armatore Seng Huang Lee)
Altro non è che l’ex Ragamuffin 100, una delle barche indissolubilmente legate alla storia della vela australiana. Si tratta in fatti della serie di barche possedute da Sydney Fisher, il veterano dei veterani della Sydney Hobart, con oltre 45 partecipazioni sul groppone. Lo scafo disegnato da Andrew Dovell è stato ideato per poter essere una barca il più possibile “all-round”, in grado cioè di dare il massimo nelle condizioni meteo più disparate. Ne è venuto fuori uno scafo dalle linee filanti ma da una superficie bagnata ridotta, un baglio importante e una timoneria spostata più a prua possibile per concentrare al massimo il peso nella parte centrale della barca.

wild oatsWILD OATS XI (armatori famiglia Oatley)
Wild Oats XI, il Reichel Pugh 100 del magnate del vino australiano Bob Oatley, ha già vinto sette Sydney Hobart. Ha un’arma segreta: è dotato di DSS (acronimo di Dynamic Stability System), sistema di due “ali” retrattili poste al centro dello scafo. A seconda delle mura, una di queste ali viene aperta sottovento, per garantire una maggiore resistenza allo sbandamento. L’ala in fibra di carbonio, che è stata realizzata in Nuova Zelanda, è 55 centimetri di larghezza, e quando è in uso si estende per 2,75 metri fuori dallo scafo sul lato sottovento. L’ala a forma alare, quando è a riposo scivola dentro lo scafo, ospitata in in una cassetta orizzontale che si estende attraverso la barca in prossimità del galleggiamento, tra l’albero e chiglia . L’ala si apre e chiude comandata da motori idraulici.

perpetual loyalPERPETUAL LOYAL (armatore Anthony Bell)
Altro non si tratta che dell’ex Rambler 100 disegnato nel 2008 da Juan Koyoumdjian, acquistato dal neozelandesi Anthony Bell. Si tratta di una sorta di “ingrandimento a 100 piedi” di un VOR 70. Ha uno scafo ristretto, leggermente più pesante e dotato di minore superficie velica rispetto a barche del calibro, ad esempio, di Comanche. Dei ballast di 8000 litri aiutano il momento raddrizzante in caso di venti più sostenuti. Essendo una diretta erede dei VOR70, costruiti per dare il meglio di sé alle portanti, ha una capacità di planata fuori dal comune.

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1 commento su “PARTITI! Quattro superbarche si sfidano alla Sydney Hobart”

  1. Per capire perche` e` chiusa ai catamarani basta guardare il video della partenza, entusiasmante! I catamarani annullerebbero la bellezza dell’evento, per lo meno visto da un anziano come me. Spero non si ripeta per altre regate quello che e` successo in Coppa America (che non seguo più’).

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