Patrick Phelipon, un franco-romagnolo al giro del mondo (con il sestante di Cino Ricci)
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A giugno del 2018 si rifarà la storia. A 50 anni esatti dalla prima, mitica Golden Globe Race, il giro del mondo in solitario senza scalo (quello che consacrò Robin Knox-Johnston e Bernard Moitessier), trenta ardimentosi su barche da 32 a 36 piedi costruite prima del 1988 con dislocamento minimo di 6.200 kg e chiglia lunga salperanno da Falmouth (UK) il 16 giugno 2018 per circumnavigare il globo passando per i capi di Buona Speranza, Leeuwin e Horn, senza l’ausilio di strumenti elettronici. Ci sono ben quattro italiani tra i trenta partecipanti, o meglio, tre più uno. L'”uno” è stato definito “il più italiano dei navigatori francesi”. E’ Patrick Phelipon, classe 1953, da una vita in Italia nella “cricca” di Cino Ricci che lo andò a “pescare” in Francia, dove il navigatore vantava già un pedigree da invidia (era a bordo del Pen Duick VI di Tabarly). Abbiamo contattato lo skipper franco-romagnolo e sentite cosa ci ha raccontato… (foto di Fabio Taccola)
LA NOSTRA INTERVISTA A PHELIPON
Patrick, raccontaci le tue esperienze oceaniche.
“Ho avuto la fortuna di navigare per un anno intero con Eric Tabarly a bordo del Pen Duick VI e abbiamo navigato, in occasione della prima edizione della Whitbread Round the World Race nel 1973, da Portsmouth a Rio (con un disalberamento), da Rio a Capetown, da Capetown a Sydney, da Sydney a Rio, da Rio a Brest e da Brest a Newport (in Rhode Island) per poi partecipare alla Newport to Bermuda Race. Oltre a questo ho navigato in molte occasioni lungo le coste europee dell’Atlantico, sono originario di La Rochelle, mi era facile”.
Ma dopo tutto quello che hai già fatto, a 63 anni chi te lo fa fare di rimetterti in gioco?
“Non considero la mia partecipazione alla Golden Globe Race del 2018 come un rimettermi in gioco, ma piuttosto il coronamento una lunga (e spero comunque che non finisca con questo giro) “carriera nella vela” con una sfida veramente affascinante, per niente scontata, che in un certo modo mi riporti al mio debutto nel mondo di questo sport come per chiudere un cerchio. Quando ho partecipato al giro del mondo con Tabarly, anche se ero soltanto uno dei 14 membri dell’equipaggio, si navigava come dovrò fare alla GGR 2018, cioè con il sestante, la radio SSB e pochi altri strumenti. Conto molto sul mio percorso professionale a quasi 360°, sulle mie conoscenze tecniche, sulla mia esperienza di regatante per preparare la barca e arrivare sulla linea d’arrivo nel migliore dei modi”.
Il tuo velista preferito di sempre ?
“Questa è una domanda alla quale faccio fatica a rispondere perché mi viene subito da fare delle distinzioni: per la navigazione oceanica sicuramente Eric Tabarly, ma ho molta ammirazione per i vari Riou, Le Cléac’h, Gabart e Coville. In un altro modo ho molta ammirazione per Cino Ricci per come è sempre riuscito a comporre degli equipaggi con persone apparentemente incompatibili tra di loro, ma che con lui a capo hanno sempre “tirato il carro” nella stessa direzione e con il massimo impegno. Infine ho sempre ammirato Tom Blackaller per le sue capacità di regatante attorno alle boe e per la sua gioia nel vivere la sua passione”.
Non sei solo un velista oceanico, vero? In breve, ci racconti cosa hai combinato nella tua vita?
“In breve? Elencare il mio curriculum mi è sempre risultato difficile perché mi vengono in mente talmente tante cose fatte che non riesco a farne una lista completa valutando le fasi più rilevanti. Possiamo dire che come velista oltre al giro del mondo ci sono state diverse Admiral’s cup, Fastnet Race, Half ton Cup, Quarter ton Cup, Mini ton Cup come numerose Rimini-Corfu-Rimini, Giraglia, Middle Sea Race, 151 Miglia, 500×2 di Caorle, Barcolane, Campionati Italiani d’Altura e ancora molte altre regate e navigazioni…”
In più hai progettato barche.
“Come progettista ho disegnato l’Effraie, il mini tonner armato a Cat Boat che ha vinto la prima Mini Ton Cup spiazzando tutti e portando il regolamento di stazza a essere cambiato. Ho progettato alcune barche prodotte in serie con un buon risultato commerciale come il P38, il JNP999, il Grand Duc e altre costruite in singolo esemplare con lunghezze fino a 60’”.
Come se non bastasse, hai fatto anche il velaio.
“Come velaio ho gestito per diversi anni la North Sails Adriatica a Cesena e ho anche realizzato le vele per Gulliver lo Swan 59 che vinse il primo Round The World Rally anche con il mio contributo a bordo per le ultime tappe”.
Che barca utilizzerai?
“No comment, per adesso”. Sul sito del Golden Globe però si legge che la barca da lui scelta per adesso è il ketch Endurance 35 Floreana
Se non la puoi rivelare, ci spiegheresti comunque le caratteristiche che dovrà avere la barca”?
“Deve essere una barca sicura, comoda, armata a ketch e possibilmente a suo agio con venti superiori a 15-20 nodi di intensità. Al momento ho in vista una barca che spero di potere portare al Porto di Pisa, dove fisserò la mia base. Nelle prime settimane di gennaio 2017 dovrò eseguire le prove necessarie per confermarne la sua validità. Il regolamento delle GGR dice che abbiamo tempo fino a giugno 2017 per dichiarare con quale barca parteciperemo al giro del mondo quindi valuterò nei primi 6 mesi del 2017 se la prima scelta è stata quella giusta o se dovrò orientarmi verso un altro mezzo”.
Il tuo amico Cino Ricci cosa ti ha detto quando gli hai detto che avresti partecipato alla GGR ?
“Cino sa, da quando mi ha chiamato dopo la Whitbread nel ‘74 per preparare il Deception per l’Admiral’s Cup del ‘75, che ho questa idea fissa in testa. Quando decisi di costruire una barca, l’ULDB Italia, per fare la Whitbread Round The World Race ‘81, Cino s’impegnò molto nel trovare i fondi per realizzare questo progetto che purtroppo per rinuncia di uno sponsor non ci permise di partecipare. Cino non fu quindi sorpreso quando gli comunicai la mia intenzione e mi propose subito di darmi il suo Sestante: poi fece qualche telefonata per aiutarmi a raccogliere i fondi per potere acquistare una barca e continuerà sicuramente ad aiutarmi in questa avventura con i suoi preziosi consigli e il suo appoggio presso potenziali sponsor che sono sempre necessari per queste imprese”.
A BREVE VI PRESENTEREMO GLI ALTRI ITALIANI
Oltre a Phelipon, risultano iscritti alla Golden Globe Race del 2018 Neree Cornuz, che regaterà con i colori della Svizzera ma parla procidese, Francesco Cappelletti, toscano che vive a Plymouth e Federico Beccaria, romano. Presto vi faremo conoscere anche loro da vicino!
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5 commenti su “Patrick Phelipon, un franco-romagnolo al giro del mondo (con il sestante di Cino Ricci)”
Ho avuto la fortuna di avere Patrick a bordo di Tamatino. Una splendida persona che mescola umiltà ed esperienza in modo magnifico. Spero di incontrarlo nuovamente a Marina di Pisa.
grandissimo Filipppppone buon vento, sempre dalla direzione che vuoi tu. abràz, Kim
Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Patrick, persona allo stesso tempo super competente ma semplice ed amabilissima.
persona squisita e supercompetente che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere
Ho avuto il piacere di regatare con lui e di averlo assieme nel Consiglio Direttivo dello Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa per quattro anni. Grande velista, grande marinaio