Ce l’ha praticamente fatta, Thomas Ruyant, skipper dell’IMOCA 60 Le Souffle du Nord pour le Projet Imagine. Si è salvato la pellaccia. Sta arrivando a Bluff, la città più a sud della Nuova Zelanda, sulla sua barca che si è quasi spezzata in due dopo che ha urtato a 17 nodi il solito e terribile OFNI (cinque abbandoni sono stati causati da oggetti flottanti non identificati: Vincent Riou, Morgan Lagraviere, Kito de Pavant, Bertrand de Broc e ora Ruyant), l’incubo di ogni velista oceanico. Secondo Ruyant, si trattava di un container quello che ha causato i danni che vi mostriamo nelle immagini scattate proprio dal costernato skipper (la murata di dritta è completamente delaminata sotto la linea di galleggiamento e la struttura della coperta si sta rompendo progressivamente. Il rischio era che la sezione di prua della barca si staccasse dal resto dello scafo).
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COME UN INCIDENTE IN AUTO
“La barca sta insieme semplicemente grazie alla sua struttura longitudinale”, aveva raccontato Ruyant dalla radio di bordo, “è stato quasi come fare un incidente in macchina. La barca si è fermata di colpo. Ho i brividi ancora a pensarci”. Lo skipper si era dichiarato “non affatto sicuro di poter riuscire a raggiungere la costa della Nuova Zelanda tutto intero” ma dalla cartografia, che mostra la barca di Ruyant sotto costa neozelandese a una velocità di 7.2 nodi (a motore), sembrerebbe che il francese ce l’abbia fatta, riuscendo così ad evitare una tempesta in arrivo questo pomeriggio. Qui sotto trovate il video dove Ruyant racconta l’accaduto concludendo con un (traduciamo a spanne) “Che Vendée Globe bastardo!”
“CHE VENDEE GLOBE BASTARDO!”