10 catamarani da 12 a 24 metri per non fermarsi mai
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Tra pannelli solari, grandi capacità di carico e spazi interni trasformabili, questi catamarani hanno un’autonomia di navigazione impressionante. I francesi sono i leader, ma in tutto il mondo sta nascendo un movimento sempre più vivace
I dieci modelli scelti per voi
Nautitech 46
Come per il suo fratello minore di 40 piedi, anche questo quattordici metri è stato pensato in una doppia versione, open e fly. Viene realizzato in una versione a tre cabine e in una versione a quattro cabine, secondo i desideri dell’armatore. Nella versione a tre cabine l’armatore ha a disposizione una suite con camera da letto, angolo di lavoro, doccia e bagno. Lung. 13,79 m; larg. 7,54 m. www.yachtsynergy.it
Bali 4.5
Disegnato da Olivier Poncin, il più grande (per ora, il prossimo anno arriverà un 52 piedi) dei Bali punta su un pozzetto assolutamente extralarge a poppa, al quale se ne aggiunge un secondo totalmente attrezzato a prua. Lung. 13,60 m; larg. 7,42. www.adriaship.it
Fountaine Pajot Ipanema 58
Ha uno dei flying bridge più apprezzati sul mercato questo catamarano francese che al suo interno, come valore aggiunto, può contare su una ampia gamma di configurazioni sia in quadrato sia negli scafi. Lung. 17,80 m; larg. 8,88 m. www.fountaine-pajot.com
Gunboat 57
Un bolide che punta a rinverdire i fasti del suo fratello maggiore di 68 piedi, puntando su scafi performanti e ampie soluzioni per il piano velico. Dal punto di vista dell’abitabilità, la sua forza sono quadrato e pozzetto. Lung. 17,34 m; larg. 7,74 m. www.gunboat.com
HH 66
Costruito interamente in Cina, questo moderno gigante sportivo può avere la tradizionale doppia timoneria a poppa, oppure una timoneria singola centrale più avanzata e totalmente riparata. Lung. 20,10 m; larg. 8,70 m. www.hhcatamarans.com
Ice Cat 61
C’è tanta attesa per la nascita del primo catamarano del cantiere italiano, che porta la firma di Enrico Contreas e che vedrà la luce a brevissimo. Tante le soluzioni originali, come un particolare sistema per la scotta randa. Lung. 18,60 m; larg. 8 m. www.iceyachts.it
Lagoon Seventy 7
Il gigante secondo Lagoon, che ha suscitato tante discussioni al Salone di Cannes: o piace o non piace, senza mezzi termini. Una chicca? La terrazza che si apre sul mare lateralmente grazie a un portellone nello scafo. Lung. 23,28 m; larg. 11 m. www.cata-lagoon.com
Outremer 45
Il più piccolo della gamma Outremer è marino, performante ed è stato concepito per poter essere comodamente portato in due, se non addirittura in solitaria. Non potevano mancare le due derive sollevabili. Lung. 13,77 m; larg. 7,10 m. www.catamaran-outremer.com
Privilege Serie 5
Impatto sportivo, ma al tempo stesso una grande abitabilità interna. Da notare la cabina armatoriale, posizionata centralmente tra i due scafi, capace di raggiungere i sette metri di larghezza: una soluzione unica. Lung. 15,24 m; larg. 7,98 m. www.privilege-marine.com
Sunreef 58
Non potevano mancare neppure sul più “piccolo” dei modelli polacchi le finestrature a schacchiera sugli scafi, ideali per creare un effetto “pieds dans l’eau”. Come per tutta la gamma, sono molto le possibilità di personalizzazione. Lung. 18,30 m; larg. 9,20 m. www.sunreef-yachts.com
La nostra analisi
Sembra quasi banale dirlo, ma in una fascia di mercato così ampia come quella che andiamo ad analizzare, da 12 a 24 metri, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Eppure, fino a settembre di quest’anno, non avremmo mai alzato l’asticella fino a sfiorare gli ottanta piedi di lunghezza. A costringerci a farlo è stato il lancio del Lagoon Seventy7, il gigante firmato dal cantiere francese che, nonostante il grande tasso di personalizzazione, viene indicato come un modello lavorato quasi in serie.
SOLUZIONI PER LUNGHE NAVIGAZIONI
Ci sono comunque diverse caratteristiche che accomunano praticamente tutti i modelli in questione, ovvero l’attenzione all’autonomia di navigazione. è infatti più precisamente nella fascia tra quattordici e diciotto metri che si concentrano la maggior parte degli esemplari scelti da chi si prepara a lunghe navigazioni. In particolare, le grandi aree di calpestio presenti consentono di montare una metratura di pannelli solari in grado di fornire una notevole quantità di energia agli impianti di bordo. E qualche modello monta persino sistemi di raccolta dell’acqua piovana… In pratica, se guardiamo alla totalità del mercato, c’è chi ha puntato sul lusso e chi a scelto di dare priorità alle performance, ma tutti hanno in comune questa voglia di non rientrare in porto.
DERIVA MOBILE Sì O NO?
Eccola una delle principali, se non addirittura la principale, domande che ci si pone quando si supera una certa metratura (diciamo dai quattordici metri in su). Le differenze tra i cantieri che hanno scelto di puntare sulle performance e quelli che hanno prediletto la massima abitabilità aumentano: non stiamo parlando solamente della questione “derive mobili o fisse”, ma anche dei piani velici che diventano importanti. Rispetto a pochi anni fa, dal punto di vista tecnico si è lavorato molto sulla semplificazione delle manovre (ah, il benedetto easy sailing!) e su una maggiore concentrazione di pesi al centro, che ha permesso di realizzare modelli equilibrati, capaci di affrontare anche mari impegnativi.
LA SUPREMAZIA FRANCESE
Pochi dubbi sul fatto che a farla da padroni nel mondo dei catamarani abitabili siano i nostri cugini d’Oltralpe. Lagoon, Fountaine Pajot e Nautitech, con il recente inserimento di Bali, sono i cantieri che si sono principalmente concentrati sul segmento dei “crocierosi”, dando la priorità allo sviluppo degli spazi e delle comodità. In particolare, tutti puntano su pozzetti interamente dedicati al relax, riparati da sovrastrutture che spesso accolgono i già citati pannelli solari. In più, l’abbattimento delle separazioni tra interno ed esterno hanno consentito di ottenere metrature calpestabili inimmaginabili persino su un catamarano di solo pochi anni fa. Sempre dalla Francia arrivano poi modelli come i Catana, ma anche Outremer (impossibile non citare la particolarità di avere la doppia timoneria, intesa come ruota e barra sullo stesso esemplare) e Privilège, che puntano invece maggiormente su prestazioni e marinità.
IL RESTO DEL MONDO
La costante fetta di mercato che i catamarani stanno conquistando in tutto il mondo ha spinto diversi cantieri a puntare proprio su questo segmento. Arriva dalla Cina (ma ha un’anima in parte neozelandese) HH Catamarans, che sta lanciando sul mercato una serie di modelli da crociera particolarmente sportivi, pronti a battersi con i mitici Gunboat. A proposito, quest’ultimo cantiere, dopo alcune peripezie, è entrato a far parte del gruppo francese Grand Large Yachting e punta al rilancio a breve. Sono invece costruiti in Polonia i Sunreef, ma qui facciamo fatica a parlare di modelli di serie, perché il tasso di personalizzazione è altissimo e può essere più corretto definirli dei semicustom.
E L’ITALIA?
C’è molta attesa per il varo, previsto a breve, del primo Ice Cat 61 di Ice Yachts, disegnato da Enrico Contreas, il papà dei cat italiani. Il suo carattere sportivo è facilmente percepibile dall’ampio uso del carbonio, che viene infuso con resina epossidica col sistema del sottovuoto per scafo, coperta e paratie, garantendo estrema rigidità strutturale e robustezza con il minimo peso. Tra le novità sviluppate dal cantiere ci sono un sistema innovativo per la scotta randa, senza i pesi legati alle soluzioni idrauliche attuali, e la propulsione ibrida.
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1 commento su “10 catamarani da 12 a 24 metri per non fermarsi mai”
Buongiorno. Mi piacciono molto i catamarani. Alcune osservazioni personali . Noto che la potenza non è elevata; Credo che si possa averne di più per consentire maggiori velocità di crociera, magari sui 15 nodi. La prua dovrebbe essere rinforzata con alluminio o altro. Non so se sia garantita inaffondabilita’ . Forse bisognerebbe ridurre la tendenza al delfinaggio , magari modificando parte anteriore scafi. L ‘ autonomi