Una barca in difficoltà chiede soccorso? Fregatene, vai per la tua strada
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Una barca in difficoltà chiede soccorso? Fregatene, vai per la tua strada. Incredibile, ma vero. Questa è la morale di ciò che è accaduto a Franco Salmoiraghi, armatore dell’X-332 Aria di Burrasca, che ha perso la Giraglia, la regina delle regate d’altura del Mediterraneo. Il motivo? Ha soccorso una barca in grave difficoltà che aveva lanciato con il VHF il Mayday, come la “legge del mare” prescrive: ma la giuria invece di ringraziarlo e di rifondergli il tempo perduto nel soccorso, lo ha squalificato. Leggete qui sotto cosa è accaduto e perché questo crea un pericoloso precedente per il futuro di chi si trova nei guai e chiede soccorso.
L’INCREDIBILE CASO DELLA SQUALIFICA DI FRANCO SALMOIRAGHI PER COMPORTAMENTO ANTISPORTIVO
1. 17 GIUGNO 2016, IL SOCCORSO
Passato lo scoglio della Giraglia, Franco Salmoiraghi, armatore e skipper di Aria di Burrasca, decide di cambiare rotta per andare a rispondere a un Mayday e soccorrere il Grand Soleil 34.1 Mariel che aveva perso il timone, non governava e aveva il VHF a portata ridotta durante la burrasca in corso. Aria di Burrasca raggiunge Mariel, fa ponte radio con la Capitaneria e resta sottovento parallelo alla barca in difficoltà sino ad avere la certezza dell’arrivo dei soccorsi. Quindi riprende la navigazione.
2. 17 GIUGNO, NIENTE RIPARAZIONE
Salmoiraghi, all’arrivo della regata a Genova allo Yacht Club Italiano, presenta al Comitato di Regata una richiesta di riparazione (ovvero di restituirgli nel calcolo del tempo totale, quello perso durante le operazioni di soccorso). A caldo stima che il tempo perduto è di circa 5 ore (“Il GPS di bordo”, ci racconta, “prima della poggiata per il salvataggio, indicava un tempo di arrivo stimato a Genova fra le 06,40 e le 07,05 del 17/06. Aria di Burrasca è arrivata a Genova, dopo il salvataggio, alle ore 11,53, una differenza di circa 5 ore dalla stima GPS”). Salmoiraghi e tutto l’equipaggio tornano a Lavagna, porto della barca, per riposarsi qualche ora, dopo una regata “dura” con il salvataggio di mezzo. mentre si sta per presentare allo Yacht Club Italiano, viene avvisato dalla giuria che si è riunita senza di lui, che ha deliberato di non attribuirgli nessun abbuono di tempo. Unica consolazione, la richiesta di attribuirgli un premio speciale.
(QUI LA RICHIESTA DI RIPARAZIONE E DECISIONE DELLA GIURIA)
3. 18 GIUGNO, UN PREMIO PERICOLOSISSIMO
Salmoiraghi e il suo Aria di Burrasca, se avessero ricevuto l’abbuono, avrebbero vinto la Giraglia nella loro categoria. Invece gli consegnano un premio speciale improvvisato dedicato al “fair play”. Salmoiraghi prende il microfono e dice che questo premio ricevuto è pericolosissimo: non era un merito sportivo, era un dovere di marinaio rispondere a una chiamata di soccorso. Dice Salmoiraghi: “Noi abbiamo risposto al mayday di Mariel perché è un DOVERE di uomo e di marinaio (regola n° 1 del NIPAM e dello stesso regolamento di regata). Questa vicenda rischia di avvalorare il comportamento (quello sì antisportivo, oltre che sanzionabile per legge) dei tanti che hanno fatto “orecchie da mercante” alla richiesta di soccorso del Mariel e alle successive comunicazioni fra Aria di Burrasca e le capitanerie italiane e francesi, udibili da almeno metà della flotta che quella notte era in navigazione dalla Giraglia a Genova. Nessuno, al di fuori di un mini 6,50 in regata ma in solitario, impossibilitato a intervenire viste le condizioni del vento e del mare, ha pensato di farsi sentire alla radio. In quei momenti, anche un contatto radio, sapere che qualcuno è in ascolto, può rendere una operazione di salvataggio più sicura o almeno meno solitaria”.
4. 29 OTTOBRE, LA DECISIONE DELLA GIURIA D’APPELLO
Salmoiraghi ricorre in appello, chiedendo la cosiddetta “riparazione”. La giuria d’appello il 29 ottobre 2016, dopo 4 mesi e mezzo accetta il ricorso e riconosce il diritto di Aria di Burrasca di ricevere un abbuono per il tempo perduto durante il soccorso, ma rinvia alla stessa giuria che aveva giudicato il caso a giugno, la quantificazione della riparazione. La nuova udienza viene convocata per il giorno 26/11/2016 a Lavagna. Convinto si tratti di un semplice chiarimento tra gentiluomini Salmoiraghi accetta la giuria composta per i 2/3 dagli stessi giudici che già avevano giudicato il caso a Genova.
5. 26 NOVEMBRE, “HA VINTO LA GIRAGLIA!”
La Giuria stima in non meno di due ore il tempo perso da Aria di Burrasca nel navigare sottovento alla giusta rotta per prestare soccorso a Mariel. Per quanto risulta agli atti, non si tiene in alcun conto il tempo che Aria di Burrasca ha perso successivamente per risalire il vento, né l’allungamento della rotta rispetto a quella degli altri concorrenti che dalla Giraglia hanno navigato in rotta diretta su Genova e neppure il calo marcato del vento che ha contribuito ad attardare la barca nell’atterraggio a Genova. La giuria decide quindi di attribuire a Aria di Burrasca due ore di abbuono e comunica a Salmoiraghi che ha vinto la combinata della Giraglia (ad Aria di Burrasca bastavano 1 ora e 12 minuti per vincere).
6. 26 NOVEMBRE, LA BEFFA
Contemporaneamente il Presidente dei giudici accusa di condotta gravemente sconveniente Salmoiraghi, poiché ha dichiarato di aver perso 5 ore, ma la giuria ha riconosciuto che ne avrebbe perse solo due. L’accusa è stata mossa sulla base della Regola 69 (comportamento antisportivo e gravemente sconveniente), con rischio di deferimento. L’udienza si tiene subito con Salmoiraghi che si ritrova a difendersi da solo.
7. 26 NOVEMBRE, “LEI E’ SQUALIFICATO!”
Aria di Burrasca viene quindi squalificata dalla prova d’altura della Giraglia. Stranamente viene squalificata la barca e tutto l’equipaggio (assolutamente incolpevole), e non solo Salmoiraghi, comandante dell’imbarcazione. In più viene comminato un DNE (Did Not Escard), non scartabile, una punizione senza senso in una serie di regate che non prevede scarti.
8. IN FRANCIA E’ UN VERO MARINAIO, DA NOI UN “CONTABALLE”
Mentre in Italia è stato squalificato (Salmoiraghi ha deciso per un ulteriore ricorso in appello, sul quale vi terremo informati) lo Yacht Club De France, coorganizzatore della Giraglia, lo invita a una serata presso la sua sede di Parigi e gli consegna un premio per il suo gesto (che Salmoiraghi considera un obbligo di marinaio).
LA “MORALE DELLA FAVOLA”
Questa è la cronaca di tutto quello che è accaduto, ma quello che a noi preme rilevare da tutta questa intricata storia è il concetto di soccorso in mare. Questa decisione rischia di creare un precedente pericoloso, in contrasto con l’articolo 489 del Codice della Navigazione e la regola 1 del regolamento di regata che stabilisce l’OBBLIGATORIETÀ del soccorso (1.1: “Una barca o un concorrente deve dare tutto l’aiuto possibile ad ogni persona o mezzo in pericolo”). In futuro non converrà più soccorrere in mare una barca in difficoltà? Voi che ne pensate?
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12 commenti su “Una barca in difficoltà chiede soccorso? Fregatene, vai per la tua strada”
Ma un comitato di regata non avrebbe dovuto predisporre un servizio di assistenza per aiutare i quanto meno assistere o coordinare gli aiuti ai concorrenti in regata. Dove era il Comitato?
Però tutto l’articolo è distorto. Il bravo e capace Salmoiraghi non è stato “punito” per il soccorso, anzi. Ma sull’abbuono. Che poi il calcolo della Giuria possa essere sbagliato, così come il DNE incorretto, poteva essere quello il vero articolo (e titolo) senza fare sparate sensazionalistiche
Sono costernata, conosco Salmoiraghi che oltre che vero marinaio è uomo corretto e del resto mi chiedo io pure come mai non ci fosse un servizio d’assistenza
questi ipotetici “giudici” sarebbero da RADIARE a vita dalla tutte le Federazioni Vela del mondo! così poi vediamo chi si permetterà di squalificare un marinaio che presta soccorso…. che vergogna!
Per come é scritto l’articolo(e potrebbe essere fuorviante rispetto la realtá) é chiaramente spiegato che la commissione ha confermato la richiesta di riparazione, l’unico da biasimare é il presidente di giuria(che dovrebbe essere il piú esperto, mentre spesso é solo il piú anziano e poco lucido).
Il Comitato di regata che ha deliberato di non attribuire nessun abbuono di tempo ad Aria di burrasca, ha di fatto contravvenuto lui all’art. 489 del Codice della Navigazione ed alla regola 1 del regolamento di regata che stabilisce l’OBBLIGATORIETÀ del soccorso. Credo che la squalifica a vita sia da dare a quel comitato di regata.
Io navigo a vela da trent’anni e ho acquisito una certa esperienza, ma non mi intendo di regate e delle loro, a volte insulse regole burocratesi gestite da chi dovrebbe essere giudice imparziale. Ma qui si parla di regole marinare univoche e non meramente interpretabili. Il salvataggio in mare è un obbligo e se questo skipper con il suo equipaggio hanno fatto prevalere il buon senso a scapito di un loro risultato certo, non dovevano essere penalizzati da un drappello di burocrati blasonati messi lì da qualche politico di turno. Dunque onore al comandante e un invito ai ciechi giudici affinchè cambino lavoro dedicandosi con sicuro miglior profitto alla coltivazione di patate e broccoletti….
No, assolutamente no. Quello che è successo è che invece di un rigore come richiesto dal concorrente è stato dato un fallo al limite dell’area, il concorrente ha protestato ed è stato espulso.
Conosco il sig.Salmoiraghi e sono sicuro che se capitasse ancora si comporterebbe da Comandante come questa volta. Il danno più grosso potrebbe crearlo non la squalifica per protesta contro la decisione della giuria di risarcire solo 2 ore allo yacht di Salmoiraghi, ma il titolo di questo articolo che collega impropriamente la squalifica al fatto di aver prestato soccorso rispettando gli articoli 489 e 490 del Codice della Navigazione, facendo il proprio dovere di Comandante.
Mi auguro che grazie a voi e al sig.Salmoiraghi, più gente ora conosca questi articoli e sapendo ora che può avere anche due ore di abbuono e tanti complimenti e riconoscimenti abbia un motivo in più per prestare assistenza. Voi e il Comandante Salmoiraghi avreste fatto fare ancora un passo avanti alla cultura nautica. Attenzione comunque ai titoli che date!
Grazie da un lettore che spera ancora che il mare si popoli di Comandanti e non solo di regatanti.
Umberto Verna
SAFETY WORLD sas
Centro Studi per la Sicurezza in mare I ragazzi del Parsifal
Conosco bene Franco Salmoiraghi, la sua passione per la vela e anche il suo rigore! Come nella sua indole si è comportato da grande marinaio e gran signore. Un gesto del genere va solo elogiato e premiato! La squalifica è un atto indegno! In Francia vedo che hanno apprezzato
Diamine, ma li leggete gli articoli o vi fermate al titolo??
Come ha detto anche Umberto Verna, il titolo del Giornale della Vela è fuorviante (per essere gentili) e dovrebbe essere corretto! Salmoiraghi NON è stato squalificato per il soccorso ma per le proteste relativa all’abbuono!! Leggeteli gli articoli, informarmatevi, non date retta a titoli fatti solo per farvi fare click sulla pagina!!
Io invece quello che capisco bene e’ che oltre alla morale: “non ti fermare, non guardare in faccia a nessuno”, c’è il monito: “stai zitto e fai quello che ti dico io” dei giudici, che si sono sentiti toccati sul vivo per aver dovuto palesemente dichiarare che il primo giudizio era una boiata…
E siccome tutti devono sapere che il giudice non é altro che un Profeta, che quindi può prendere solo ordini da lassù, dal Signore Onnipotente e nessun altro, hanno pensato bene di farlo capire a tutti, appigliandosi ad una cosa senza senso.
Con il senno di poi, risulta chiaro, che avergli dato solo 2 ore di abbuono, era una manovra che avrebbe poi portato a dire che era stato scorretto a dichiararne 5… insomma complimenti ! Siete dei geni del male !
Come ha scritto qualcuno. Braccia rubate all’ agricoltura!
Marco, la tua è una interpretazione e come tale ha diritto di esistere al pari delle altre. I fatti dicono che Salmoiraghi per il soccorso ha ricevuto un premio speciale dallo Yacht Club di Francia, non una squalifica come invece titola il Giornale della Vela. E sempre i fatti dicono che Aria di Burrasca è stato squalificato per le proteste in seguito all’abbuono, non per il soccorso, come invece titola il Giornale della Vela.
Un articolo serio avrebbe potuto titolarsi “Perde la Giraglia e poi viene squalificato per un abbuono” con una disamina del reclamo seria ed eventualmente critica. Invece la rivista “seria” ha preferito pensare al clickbiting