VIDEO e FOTO Sette barche per volare (davvero) a partire da 3.900 euro

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mothIn questi ultimi anni la foiling mania ha prodotto una nuova generazione di barche alla portata di tutti, che potete comprare domani mattina. Non solo nel mondo dei kite e dei surf a vela ma anche tra i monoscafi. Si parte dall’evoluzione semplificata del Moth, il Wasp (pesa solo 45 kg!) che ti porti a casa con poco più di 10.000 dollari, oppure puoi dotare delle magiche alette un qualsiasi Laser con 3.900 euro. Tra i catamarani con neppure 18.000 euro c’è a disposizione lo Stunt S9 dell’italiana Bimare, facilissimo da trasportare e da condurre con i suoi 4,16 metri di lunghezza. Basta salire di prezzo per entrare nel mondo dei cat che si avvicinano le prestazioni dei Coppa America. Per i cabinati da crociera, mono o multi, c’è ancora da aspettare un po’, anche se la prima barca in serie da regata arriverà da Beneteau per l’estateMa state sicuri, ci arriveremo. Per adesso accontentatevi delle sette barche aperte e tavole che trovate qui sotto nelle splendide foto di Martina Orsini. Buon volo.

1. TRUCCARE IL LASER A 3.900 EURO
Anche il “vecchio” Laser può volare. Ci ha pensato l’autraliano Peter Stephenson che ha inventato un kit semplicissimo per dotare di foil il Laser (più 200.000 barche prodotte). Il kit costa 3.900 euro e lo trovate QUI
laser
(fonte Facebook)

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2. A 24 NODI CON 11.500 DOLLARI
Il Waspz e’ il monoscafo con foil alla portata di tutti. Derivato dal Moth, è più facile da usare e, soprattutto, abbordabile. Costa 11.500 dollari compresa spedizione e viene prodotto in serie, smontabile e facilmente trasportabile, è lungo m. 3,35, pesa 45 kg e raggiunge oltre 24 nodi. Lo si può acquistare on line su: www.waszp.comwaspz

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3. CON IL KITE FOIL VOLI DUE VOLTE LOW COST
Un milione e mezzo di praticanti nel mondo fanno del Kite, la tavola spinta dal vento grazie ad un ala, l’oggetto volante più diffuso del mondo. E anche il meno costoso. L’adozione del foil ha reso la tavola, se ce n’era bisogno, ancora più performante e, soprattutto eccitante permette di volare sia a 20 metri sopra l’acqua sia a 30 nod navigandoi a pelo d’acqua.  Esistono infinite possibilità di scelta, basta digiitare su internet Kite Foil per aprirsi un mondo incredibile.  Il Kite, con o senza foil, è candidato ad un posto alle prossime olimpiadi della vela.schermata-2016-12-12-a-13-09-28

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4. UN BUON USATO SUI 10.000 EURO
Il capostipite dei monoscafi volanti, il Moth, e’ nato nel 2001 nella sua forma definitiva, misura 3,25 m e pesa 26 kg, nuovo costa da 20.000 euro, si trovano buoni usati sui 10/12.000 euro. In Italia c’è una classe molto attiva, IMCA Italy, e un bel circuito di regate nazionale ed europeo: www.moth.itmoth

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5. IDEALE PER INIZIARE A VOLARE (A MENO DI 18.000 EURO)
E’ tutto italiano il catamarano Stunt S 9 con foil, ideale per iniziare a volare. Misura 4,16 e pesa solo 78 kg, l’ha disegnato Michele Petrucci che lo produce nel suo cantiere Bimare. Costa 17.990 euro IVA compresa. www.s9team.eus-9-bimare

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6. LA FORMULA UNO DELLA VELA A 38.500 EURO
Al salone di Parigi del dicembre 2013 viene presentato un catamano a foil di soli 5,52 m, il primo in serie, si chiama Fying Phantom. Questa piccola Formula 1 della vela costa attorno ai 38.500 euro tutto compreso e c’è un folto circuito europeo di regate. www.phantom-international.comflyng

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7. VOLARE COME QUELLI DI COPPA AMERICA
Il cantiere specialista in catamarani aperti ha dotato il suo modello F 20 di “Flight Control System” per farlo volare. Il Nacra 20 FCS (m. 6,20×3,20)  è disegnato da Pete Melvin e Gino Morelli, gli autori del regolamento della Coppa America 2013 e i suoi foil ricordano quelli apputo degli AC72. www.nacrasailing.comnacra-f20

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3 commenti su “VIDEO e FOTO Sette barche per volare (davvero) a partire da 3.900 euro”

  1. Colgo l’occasione per riflettere su una evoluzione ormai conclamata del mondo della vela.
    Negli ultimi tempi è indubbiamente scoppiato il caso dei “foils” di impiego nautico. Vista come applicazioni di concetti aero-idrodinamici al progetto della deriva, catamarano o barca in senso lato che sia, tale ritrovato, riscoperto tecnologico, ha spalancato la porta ad un mondo di innovazione travolgente, sia a livello tecnico cantieristico che a livello di performance del velista nella conduzione di ciò che, concordemente nel gergo giornalistico di settore, e non me ne vogliano i puritani, ad una barca volante o ancora più fantascientificamente ad un aereo sull’acqua. E di questo si tratta, sebbene ancorati a concetti nautici tradizionali, con la finalità legittima di non snaturare una categoria, una sfera sportiva, un modus dalle tradizioni e virtù nate in tempi lontani e che, a ragion della storia, ne conferiscono un fascino quasi leggendario, stimola curiosità travolgente e un desiderio di immedesimarsi a bordo di barche con vele maestose, sentendosi parte di quel mondo unico e quasi elitario.
    La realtà si basa su un constatazione quasi banale ma che va ricordata, e che rappresenta punto di dibattito attorno cui si schierano conservatori e innovatori, adottando una schematizzazione politica, diciamo. Ed è il seguente: l’innovazione è inarrestabile, eclettica, incontrollabile nella sua velocità. Allora riflettendo bene il concetto del “foiling” è il frutto del tempo, della ricerca e della contaminazione dei campi della scienza. Si ricorda infatti che quello che passa come una trovata tecnologica fantastica è una sorta di vittoria (della battaglia) ingegneristica contro ciò che è la Resistenza all’avanzamento del fluido. E non è certo cosa da poco. Inserendo una lamina portante in acqua in tal caso, questa componente di forza idrodinamica va ad essere ridotta, ma a pensarci bene, se vogliamo piuttosto aggirata: si diminuisce la superficie bagnata sollevando dall’acqua la carena. E’ il risultato tangibile del superamento se pur parziale di questo “intoppo” (dalle dimensioni immani), che affligge ovviamente qualsiasi corpo immerso in un fluido.
    Ebbene, evitando una discussione ritenuta “boring”, il mondo della vela è chiamato ad aggiornarsi, a comprendere e forse accettare una evoluzione che ha imposto il mercato, i cantieri e lo spettacolo sportivo che ne deriva. Allora ecco che la questione complessa tra tradizione (vedi la classe Finn) e innovazione, suffragata quest’ultima dalla considerazione pratica e molto “economistica” che questa possa avvicinare ancor più la gente alla vela, si manifesta nei fatti come una mutazione genetica della Vela stessa. Segna una discontinuità vera e forte, marcata dall’introduzione di una innovazione che, qualsiasi sarà la scelta delle organizzazioni veliche chiamate al bivio, quasi un appuntamento rimandato da anni, ha già ottenuto un forte risultato: ha acceso un dibattito.
    Ecco allora, concludendo, il mio parere è questo: i foils sono già realtà, e la negazione della realtà è cecità. Occorre adeguarsi, malinconici credo molti, al passo dei tempi ormai “post-rivoluzionari”, perchè il dado è tratto. L’atletica, la cantieristica, l’ingegneria è già oltre, è pragmatica da questo punto di vita, ha già decretato il vincitore e allo stesso temppo il protagonista dei prossimi decenni. Non è possibile arrestare l’inarrestabile, forse si può rallentare ma consapevoli di avere una visione parziale dello scenario. La “sindrome” del foiling esiste ed è assodata. Ora sta alle federazioni la legittimazione. E’ la vela che cambia verso una spettacolarità che piace.

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