AFFONDATI IN ATLANTICO! La ARC non è un gioco da ragazzi
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La ARC (Atlantic Rally for Cruisers, 3.000 miglia da Las Palmas, Gran Canaria a Rodney Bay, Saint Lucia, ai Caraibi), partita lo scorso 20 di novembre, è considerata la più “semplice” delle traversate atlantiche in flotta (vuoi per l’assistenza, vuoi per il fatto di essere in tanti, vuoi per la stagione che prevede condizioni tranquille).
Ma presenta comunque dei rischi, non è uno scherzo: anche se le barche, prima di partire, devono superare rigidi controlli di sicurezza, l’avaria è sempre dietro l’angolo. Dopo l’affondamento nel 2015 dello yacht Magritte, quest’anno è toccato a Noah un one-off tedesco in alluminio, un BM39 Berckemayer su cui a bordo c’erano Alexander Grefrath con la moglie Alexandra, i figli di 10 e 12 anni, e il loro amico Jorg Zeibig.
LA DINAMICA
Tre giorni dopo la partenza dalle Canarie l’imbarcazione ha cominciato a imbarcare acqua, senza che i membri dell’equipaggio riuscissero a individuare la via d’acqua. Grefrath ha lanciato il Mayday una volta che l’acqua è arrivata al livello delle batterie e dell’impianto elettrico: la richiesta di soccorso è stata raccolta dalla Guardia costiera di Tenerife e dai partecipanti della ARC (molti di loro hanno deviato la loro rotta per recarsi sul luogo e assistere i tedeschi: questo è il bello di questa regata). Abbandonata la barca, i cinque sono stati tratti in salvo a bordo di una nave oceanografica, la RRS James Cook.
(la foto di apertura non si riferisce all’incidente ma ha solo scopi illustrativi)
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