FOTOGALLERY Era una barca tradizionale, ora è un mostro da regata hi-tech

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Prendi una bella barca di 90 piedi del 2004, chiuditi in cantiere in Nuova Zelanda con un team di superingegneri e tirane fuori un bolide di quasi 100 piedi pronto a battere record oceanici
e chissà, provare a “mettere la prua” davanti a mostri quali Comanche, Wild Oats XI o Rambler. In breve vi abbiamo raccontato la storia di CQS, la barca del due volte vincitore della Sydney Hobart Ludde Ingvall: questo il nuovo nome dell’ex 90 piedi Nicorette, che alla classica australiana aveva conquistato i line honours nel 2004. (foto tratte da www.sail-world.com)

La vecchia Nicorette
La vecchia Nicorette

LA RICETTA PER UNA SUPERBARCA
Ma come si fa a trasformare una barca in superbarca? In primis la doti di DSS (acronimo di Dynamic Stabilty System), in modo tale da “colmare il gap” con barche tipo Wild Oats: il sistema consta di due “ali” retrattili poste al centro dello scafo. A seconda delle mura, una di queste ali viene aperta sottovento, per garantire una maggiore resistenza allo sbandamento.

large_15000723_10155400483529746_2605138879397986830_o1Aggiungi poi un sistema di canting keel, un canard a prua davanti all’albero (stile Cookson 50), due “ali” laterali in modo tale da avere la base delle sartie allargata. Lo scafo è stato allungato davanti all’albero in modo tale che quest’ultimo risulti più appoppato (siamo al 46% di lunghezza dello scafo partendo da poppa), soluzione che consente di aumentare ulteriormente la superficie delle vele di prua. Senza contare un maxi bompresso integrato nello scafo di 4 metri, pensate un po’ che asimmetrici vedrete lì sopra! Queste sono solo alcune delle soluzioni ideate dall’architetto navale neozelandese Brett Bakewell-White. Intanto vi mostriamo le foto dello scafo e i rendering del progetto, sono pazzeschi (ci si divertirà parecchio, alla prossima Sydney Hobart, che partirà il 26 dicembre).

GUARDA CQS, LA SUPERBARCA

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1 commento su “FOTOGALLERY Era una barca tradizionale, ora è un mostro da regata hi-tech”

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