La barca del domani? A poppa sa di antico, a prua di futuro
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Dharma Wind 155 è la prima barca a vela firmata dalla start-up milanese Dharma Yachts: nata dalla matita di Alice Rolla (classe 1989), responsabile del design della giovane società (e che ha utilizzato il progetto come propria tesi di laurea), ci ha colpito soprattutto per la forma dello scafo.
A prua segue il design contemporaneo, anzi lo esaspera con uno slancio decisamente negativo (per ridurre al minimo il beccheggio della barca); a poppa invece strizza l’occhio alle vecchie barche RORC/CCA degli anni ’50 e ’60, con slancio positivo (una soluzione a cui, recentemente, ci hanno abituato le barche di Italia Yachts). Il risultato, almeno a giudicare dai rendering, è una barca bella.
Improntata alla filosofia imperante del “racer-cruiser con un occhio alla facilità di conduzione”, nasce con l’idea di essere governabile anche da un equipaggio ridotto e non necessariamente esperto.
STILE E COMFORT
“Uno degli obiettivi principali“, spiega Alice Rolla, “è stato quello di creare una barca che comprendesse stile e comfort sia per quanto riguarda gli esterni sia per gli interni. Tutte e due le aree sono state pensate dando molta importanza alle forme, ai dettagli, al layout e alle finiture. La forma sezioni dello scafo permette di ottenere, anche con pochi nodi di vento, buone velocità. La zona prodiera, grazie alla presenza di boccaporti a filo, salpancora e rollafiocco recessati è resa pulita e ordinata, mentre la posizione delle sartie a murata permette di avere i passavanti sgombri, ad alta fruibilità.
TUGA
La sovrastruttura non invadente rende il profilo filante e sportivo, con linee fortemente aerodinamiche. Le grandi finestrature sulla tuga inoltre donano una grande luminosità agli interni e caratterizzano il disegno della sovrastruttura. Un tocco di contrasto è dato dal top che può variare di colore a seconda della customizzazione scelta dall’armatore. Le manovre sono semi nascoste, sono visibili da piede d’albero fino al top a contrasto, per poi passarvi sotto e riemergere in prossimità degli stopper.
POZZETTO
La progettazione del pozzetto tra zona manovra, zona ospiti e zona prendisole si traduce in uno spazio funzionale e confortevole. Infine, lo specchio di poppa si apre per facilitare l’accesso, la risalita dal mare e il raggiungimento del garage del tender al quale è possibile accedere anche attraverso due portelloni posti all’estrema poppa”.
SOTTOCOPERTA
Sottocoperta “sono previsti due layout, che si differenziano per la cabina armatoriale e il bagno dedicato, il primo layout presenta una cabina armatoriale con letto matrimoniale e bagno posto sulla murata sinistra, mentre il secondo, pensato per un target più sportivo, ha la cabina armatoriale con due letti divisi. Quest’ultima cabina, disegnata per un armatore che vuole utilizzare la sua imbarcazione principalmente per partecipare a regate, in caso di necessità può diventare una calavele. Il punto di forza del secondo layout è rappresentato dalle doppie porte a battuta che se lasciate aperte rendono lo spazio nettamente più aperto e luminoso“. www.dharma-yachts.com
SCHEDA TECNICA
Lunghezza fuori tutto: 15,55 m
Lunghezza al galleggiamento: 14,15 m
Baglio max: 4,35 m
Pescaggio: 2,60 m
Dislocamento: 13.500 kg
Zavorra: 4.000 kg
Cabine: 3 doppie
Posti letto: 6
Acqua dolce: 500 l
Carburante: 300 l
Motorizzazione: 75 cv saildrive
Sup. randa: 90 mq
Sup. fiocco: 67 mq
Sup. asimmetrico: 180 mq
Sup. gennaker: 200 mq
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1 commento su “La barca del domani? A poppa sa di antico, a prua di futuro”
Della barca si descrivono sinteticamente lo stile e il confort, la tuga, il pozzetto e il sottocoperta, ma non si dice nulla delle qualità marinare della barca che riterrei più importanti di tutto il resto visto lo scopo per cui è o dovrebbe essere progettata. Credo che nella foga di ricerca delle novità nelle progettazioni si stia perdendo di vista la funzionalita più impotante la marinità.