Padre e figlio in barca vela tra gli Iceberg. Quando la vela fa bene e risolve i conflitti

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Il difficile rapporto tra padri e figli ossessiona il genere umano dalle sue origini. Basta ricordare il conflitto biblico tra Abramo e Isacco. Per mare il complesso rapporto padre/figlio l’ha raccontato, forse per primo, Omero nell’Ulisse con Telemaco e il padre Ulisse.

L'autore
L’autore

SANGUE DEL MIO SANGUE
Millenni dopo Pietro Grossi racconta il tormentato rapporto tra sangue del proprio sangue per mare, in una barca a vela. Lo descrive accuratamente nel libro “Il passaggio”, da poco uscito in libreria per Feltrinelli (15 euro). Un consiglio prima di tutto, compratelo e leggetelo se siete un minimo appassionati di mare, di vela, di rapporti umani, di navigazioni, di avventura. Ve lo consigliamo perche’ e’ un racconto emozionante con al centro della scena una barca a vela di 12 metri in acciaio che deve attraversare il passaggio a nord ovest, dalla Groenlandia al Canada.
Un viaggio ai confini del mondo tra balene, tempeste, incidenti, iceberg, dove la bussola impazzisce e ci si affida solo al GPS, se funziona. A bordo padre e figlio, un tempo legati dalla passione per la vela, che si ritrovano insieme dopo anni di lontananza e di litigi.

copertinaNON IL SOLITO LIBRO DEL NAVIGATORE
Pietro Grossi e’ uno scrittore/velista. E si vede. Le sue descrizioni della navigazione nelle gelide acque dell’oceano artico sono emozionanti e vere. Ricche di annotazioni e situazioni in cui chi va per mare in barca a vela si ritroverà. L’autore sa di cosa parla, nella sua vita ha navigato molto in mari caldi – Mediterraneo, Caraibi, Atlantico – e poi ha fatto lo stesso percorso di Carlo – il figlio nel libro – in quei mari freddi, quindi lo sguardo di Carlo verso quel tipo di mare è il suo: affascinato e un po’ sbigottito.

UNO SCRITTORE PRIMA CHE VELISTA
Ma qui non siamo di fronte al solito libro del navigatore che racconta le sue esperienze. All’inverso, chi racconta e’ un romanziere che per la prima volta ambienta la sua storia nell’elemento della sua passione, il mare e la vela. Ecco cosa dice l’autore: “Dopo una vita in mare, finalmente ho avuto il coraggio di affrontare quella che per me era “la grande montagna”: raccontare il mare. Il mare era per me un grandissimo amore e come tutti i grandi amori si fa fatica a trovare la chiave giusta per parlarne e soprattutto a capire cosa eliminare. Dopo il mio precedente romanzo (Incanto, ndr), mi sono detto che volevo provarci e subito ha cominciato a sussurrarmi nell’orecchio la voce di questo padre che chiedeva aiuto al figlio. Però non riuscivo a trovare un luogo e un tempo, non capivo dove accadeva questa storia che pure avevo dentro da un po’. Avendo navigato i mari caldi, me la immaginavo ambientata lì, eppure c’era qualcosa che non mi tornava. Appena ho messo piede in Groenlandia, nel 2012, mi sono reso conto che quelli erano i luoghi di questa avventura. Non tanto come se fosse lì che la dovevo costruire, ma proprio come se fossi arrivato nei luoghi in cui quella vicenda si era svolta”.

Il villaggio di Upernavik, in Groenlandia
Il villaggio di Upernavik, in Groenlandia

AVVENTURA E’ FARSI UNO SHAMPOO SOTTOZERO
Uno dei momenti più emozionanti del libro e’ l’incontro con le balene che crea poi il presupposto per la scena madre del libro (che non vi raccontiamo). Così spiega Grossi quel passaggio del suo libro:
“Per me quella balena e’ la natura, nel senso più ampio della parola, che viene a riunire quei due animali che sono sullo scafo. Quando arriva la balena, è come se il mare si addensasse dal basso: così mi sembra di vederla, come se questa natura che loro amano e conoscono così tanto li avesse chiamati lì per risolvere i loro conti in sospeso e ora, mentre ancora tentennano un po’ – Carlo che si innervosisce per gli eccessi del padre e Fabio che non trova il coraggio di spiegarsi – il mare si addensasse in questo animale nero e desse uno schiaffo a tutti a due per risvegliarli dal loro torpore”.

Il “passaggio” per un velista e’ anche assaporare, leggendo il libro, anche momenti indimenticabili di vita di bordo, Grossi li racconta benissimo e li descrive così: “… e’ vero che quando sei in barca, che sia una birra con due pistacchi, o un salame italiano mentre sei all’estero, i momenti in cui ti acquieti e ti prendi il tuo meritato riposo sono sempre momenti straordinari. Quella dello shampoo è poi una parte autobiografica: certo, ho calcato la mano, ma quello shampoo l’ho fatto davvero in quel paesino mentre gli altri erano a terra. Me lo ricordo come un bel momento, con tutto quel freddo intorno e l’acqua che mi scivolava in testa, tanto che mi è venuta voglia di farlo fare anche a Carlo”.

Non vi raccontiamo la trama, ma vi possiamo dire che “Il passaggio” e’ anche un utile guida per sapere cosa fare quando siete nei guai in barca. Una perfetta lettura per i mesi invernali, affascinante come un libro di Conrad dei giorni nostri.

ASCOLTA L’INTERVISTA DI PIETRO GROSSI SUL SUO LIBRO

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