#7/ Il sartiame. Speciale Refitting. Il momento di cambiare. Dieci domande in dieci puntate.

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In questa settima puntata guardiamo in alto vero l’albero e le sartie, per controllare che tutto sia a posto.
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7.Le sartie sono da cambiare o controllare?

Se sono passati quattro anni dall’ultima volta che avete disalberato per controllare lo stato delle sartie e di tutti i terminali, la risposta a questa domanda è sì. Ogni quattro anni va effettuata anche un’analisi per verificare lo stato di manutenzione del cavo: se fosse necessaria una sostituzione bisogna capire la soluzione migliore a seconda della barca. Per l’acciaio e gli altri materiali moderni (carbonio, titanio, PBO, etc.) è bene inserire, nei cicli di manutenzione previsti dal costruttore, delle analisi specifiche: liquidi penetranti e analisi a ultrasuoni sono operazioni a bassissimo impatto economico se confrontate all’effetto del rig sulla coperta. Sono tanti i fattori che determinano la vita di un cavo d’acciaio.
In primo luogo quanto è dimensionato in rapporto all’effettivo carico che dovrà sopportare. Di solito il sartiame di una barca da crociera è sovradimensionato oltre il 15/20% del reale carico di rottura nelle massime condizioni di navigazione. è opportuno tenere poi un calcolo di quante miglia la barca ha navigato sotto vela: di norma dopo 30/35 mila miglia va fatta un’ispezione completa ed accurata e una quasi certa sostituzione del sartiame e di alcune parti usurate. Bisogna tenere conto anche della manutenzione, più si è tenuto pulito dal sale e dagli agenti atmosferici, più il sartiame avrà lunga vita.

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Nel caso fosse armato un cavo in tondino, questo può essere tagliato, ripressato ed essere utilizzato ancora per lungo tempo. Il tondino è un cavo d’acciaio trafilato a freddo con carichi di rottura, a parità di diametro con quello spiroidale, molto superiori e un minor allungamento.
Diversamente, se a bordo montate cavo spiroidale, più economico, questo deve essere sostituito. Robusto e affidabile e dal costo più contenuto ha un alto allungamento e una superficie poco aerodinamica. Per ovviare a questi inconvenienti sono nati i cavi in Dyfrom. Sono sempre spiroidali a 19 fili ma a profilo e grandezze diverse. Il risultato è un cavo più profilato, che offre una minore resistenza al vento e con carichi di rottura superiori dal 20 al 30% rispetto al tradizionale 1×19. Unico neo: costa tre volte tanto. Eventualmente, per risparmiare peso e migliorare le prestazioni, si può valutare il passaggio a un sartiame in carbonio o PBO (fibra tessile) che ha dei costi elevati ma un allungamento quasi nullo. Quest’ultima possibilità è consigliata solo se si è dei velisti esperti: non ha senso spendere un sacco di soldi per armare il sartiame in PBO se poi non si è in grado di regolare correttamente le vele. Meglio investire quella cifra per aggiornare altri settori della barca.

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