Prendi un velista oceanico, uno che fa le regate sui Mini, sui Class 40 o 9.50, uno che è abituato a giocarsela ad armi pari in mezzo alle onde contro barche similissime se non uguali alla sua. Prendilo, e infilalo in una regata dove le classifiche vengono stilate con il calcolo dei tempi compensati. Lo farai impazzire. Dal suo punto di vista, si tratta di un mondo assurdo, una vela troppo diversa. Guardate un po’ il video che mostra la “confusione” di Michele Zambelli e Luca Tosi, navigati marinai oceanici che hanno deciso di partecipare in doppio alla Rolex Middle Sea Race (608 miglia partendo e arrivando a La Valletta (Malta) dopo aver circumnavigato in senso antiorario la Sicilia passando per le Isole Eolie, le Egadi, Pantelleria e Lampedusa) sul Class 9.50 Illumia12 di Zambelli.
“MA COME DIAVOLO SIAMO MESSI?”
Una volta che i due si avvicinano a Lampedusa, riescono a connettersi a internet con lo smartphone e visualizzano sul sito della Middle Sea le posizioni e i compensi, non capiscono chi sia davanti e chi sia dietro. La prendono sul ridere con la loro usuale simpatia, e comunque, per la cronaca, pur essendo arrivati secondi in reale mea loro categoria, dietro a un Solaris 42, hanno chiuso al quarto posto nella IRC x2. Un Class 9.50, in termini di compensi, paga tantissimo. Il commento di un loro follower su Facebook riassume al meglio la situazione: “Benvenuti nel frustrante mondo delle barche oceaniche infilate a forza nell’IRC”.
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IL SISTEMA IRC (E ORC) IN BREVE
Il sistema di compensi IRC è l’evoluzione del CHS. Si tratta di uno standard basato nella sua versione semplificata sulla misurazione autonoma dello yacht – come accade per l’ORC Club – (che elimina le spese dovute all’intervento di uno stazzatore ufficiale). Anche in questo caso, come nell’antico CHS, la formula matematica detenuta dagli uffici inglesi e francesi è segreta. L’ORC invece, diretto erede del vecchio sistema IMS, è un prodotto dello sviluppo sempre più importante dei software predittivi nati con il VPP, e tiene in considerazione, fra molti altri fattori, la stabilità (tendenza al raddrizzamento, o momento trasversale), l’attrito, il momento longitudinale (o tendenza al beccheggio), il piano velico, la resistenza aerodinamicadell’albero, i materiali di costruzione, il baglio massimo, la profondità, il peso dell’equipaggio, le differenze di prestazioni dell’imbarcazione al variare dell’intensità del vento. (da wikipedia)
2 commenti su “VIDEO I velisti oceanici e l’incomprensibile mondo dei tempi compensati”
Non ho mai amato i compensi e men che meno nelle regate lunghe che secondo me si dovrebbero svolgere solo in tempo reale, perchè i distacchi sono talmente grandi che le barche compiono navigazioni completamente diverse e quindi non paragonabili e spesso assistiamo a vere e proprie ingiustizie, quando capita che una barca arrivata giorni dopo i primi vince solo grazie al suo rating che favorisce sempre la barche piccole, vecchie e lente. Non è bello vedere relegare i vincitori in reale in mezzo alla massa di barche arrivate molto tempo dopo. Comunque i record delle regate sono sempre in tempo reale, come è giusto che sia !!!!!! Viva i monotipi, la Volvo Ocean Race, la Barcolana e anche tutte le regate che si svolgono in classe Libera….. I miei ricordi più belli come regatante sono le mie vittorie in tempo reale, la soddisfazione di arrivare davanti a tutti NON HA PREZZO….
Ma se arrivi davanti a tutti con un Class 40, magari il resto della flotta sono crocieroni, che soddisfazione c’é? Ti piace vincere facile?