Vivere in barca? Conviene, parola di Stefano e Antonella!

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Con il termine downshifting, in italiano “semplicità volontaria”, si intende la scelta, da parte di un professionista, di mettere in pratica una consapevole riduzione delle ore lavorative (e, di conseguenza, del guadagno) per godere di maggior tempo libero
. Nella sua accezione più estrema, assume il significato di “mollo tutto e me ne vado”. Così hanno fatto Stefano e Antonella Sola, coniugi bolognesi di 52 e 53 anni: hanno venduto casa e automobile, si sono comprati un Bavaria Vision 42, barca ideale per chi ama la crociera comoda, e sono salpati da Marina di Ravenna nel luglio scorso senza una meta precisa.

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Antonella Sola

“UN’IDEA CHE CI FRULLAVA IN TESTA DA TEMPO”
“Il nostro gesto non ha avuto conseguenze traumatiche”, racconta Antonella, “perché eravamo già sereni quando abbiamo fatto la nostra scelta. Non si tratta di una sfida. Non stavamo fuggendo da nulla, abbiamo messo in pratica un’idea che ci frullava in testa da tempo e che finalmente avevamo la possibilità di realizzare. Se salpi con la paura di rimpiangere ciò che stai lasciando, allora tanto vale non salpare e starsene in città”.

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Cautha, il Bavaria Vision 42 di Stefano e Antonella

SI VA AVANTI CON MILLE EURO AL MESE (PER ORA)
Rappresentante “autolicenziato” lui, maestra elementare in aspettativa lei, la coppia ha due figlie: Daniela, 18 anni, fa ancora il liceo, mentre Silvia, 23 anni, si definisce una “viaggiatrice”, vive in Olanda e ha all’attivo la pubblicazione di un libro. La domanda sorge spontanea: quanto a lungo potranno navigare prima che finiscano i fondi? “In realtà è un problema che non ci siamo ancora posti: abbiamo venduto la macchina, la casa, un villino monofamiliare a Calderino (Bologna) e la nostra vecchia imbarcazione (un Bavaria 38), ricavando una cifra che ci ha consentito di acquistare un cruiser affidabile e di mettere da parte un po’ di soldi. Tenete presente che, scegliendo la barca come vostra casa, azzerate le spese fisse, automobile, riscaldamento, elettricità”. In effetti, il costo della vita cala drasticamente: bisogna solo calcolare il costo dell’ormeggio, che equivale a un affitto. “Sia chiaro, non viviamo come vagabondi: abbiamo calcolato di poter andare avanti per un po’ con un budget di circa 1.000 euro al mese”. E poi? “Troveremo dei lavoretti”. Un’idea, ad esempio, potrebbe essere quella di far rendere la propria barca (approfittando della normativa sul noleggio occasionale).

IMG_0426UN LENTO E CAUTO NAVIGARE
I due, da luglio a settembre del 2014, hanno viaggiato per 880 miglia, navigando per le coste italiane e della Croazia. Un lento, cauto navigare. Non a caso la loro barca si chiama Cautha (come la dea etrusca propiziatrice delle partenze). Arrivati in Sicilia, Stefano e Antonella si sono fermati a Trapani (per consentire a Daniela, che fa la quinta liceo, di riprendere l’anno scolastico), rimanendo a vivere in barca in attesa di mollare nuovamente gli ormeggi verso destinazioni da definirsi (Spagna, Turchia, Tunisia?). Né Antonella né Stefano hanno mai messo in dubbio il loro estremo downshifting: “La qualità della nostra vita è migliorata: ci siamo allontanati dalle ‘tentazioni’ terrene, abbiamo ritrovato una serenità maggiore nel nostro rapporto, siamo più rilassati e ben disposti a fare nuove amicizie in giro per il Mediterraneo. Non è mica difficile mollare tutto. Basta volerlo!”

A questo link, il blog della famiglia Sola

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9 commenti su “Vivere in barca? Conviene, parola di Stefano e Antonella!”

  1. Auguro ad Antonella e Sefano ogni successo per la loro iniziativa e per il loro coraggio. Sono convinto che la loro decisione e’ giusta e la loro scelta li premiera’ e dara’ loro momenti di felicita’ che altrimememti non avrebbero incontrato.

    Da velista di lunga data (oltre 50 anni) mi permetto solo di suggerirvi di fare particolare attenzione alle spese. I costi non si riducono solo al costo dell’ormeggio! Ci sono delle spese che gravano anche sulle imbarcazioni nuove come l’assicurazione e la manutenzione, ordinaria, i servizi regolari al motore, il costo del carburante senza parlare della manutenzione straordinaria. Non va dimenticato il carenaggio. Dopo qualche tempo interverranno le riparazioni alle vele e all’attrezzatura, la necessita’ di qualche cima e qualche drizza nuova ecc ecc. Purtroppo la barca ha spese di manutenzione ed esercizio che non si discostano da quelli di una abitazione privata, anche se da molta piu’ soddisfazione. Fate attenzione.
    Antonella e Sefano, siete grandi! Buon vento e sempre tanta acqua sotto la vostra chiglia.
    SvNarese

  2. Ho sentito parlare di questa coppia, ma da velista trasferitomi alle canarie non capisco ancora come queste persone restino ancora in Italia! L’ormeggio li è carissimo, senza parlare delle tasse e del fatto appunto che se volessero fare charter occasionale, in Italia non sarebbe possibile se non in nero come fanno tutti ormai.
    Andare in barca non significa starsene in Italia. Hanno scelto Trapani come base per l’inverno. Cari amici, i vi consigli di guardare oltre confine. Vicino c’è la Spagna. Se non volete andare ai Caraibi allora restate in europa ma almeno scendete in spagna tipo Alicante. Un posto incantevole e super economico (parlando di restare in europa). E poi, andate in barca e comprate un veliero con bandiera Italiana? Ma quanto vi hanno spellato per la Kasko se siete riusciti a trovare un agenzia che vi assicuri! Eh? Uscite dalla tana! Lasciate perdere l’Italia, Bologna.. la vela, andare a vivere in barca è altro! Con i vostri mille euro in Italia, se andate a vivere altrove fate la vita da nababbi!

    1. Giuseppe Cappellano

      Ciao Mikela.
      Ho in programma di andare a vivere in barca alle Canarie, trasferire la mia pensione ecc.ecc.
      Riesci a darmi qualche dritta?
      Grazie

  3. Ho dato un’occhiata al vostro sito e ho letto dei vostri viaggi, che mi hanno fatto sognare.
    Volevo, sapere se per il mese di novembre/dicembre c/a avete in programma di navigare, e dove.
    Mi farebbe piacere condividere un’esperienza facendo parte del vostro equipaggio. (Giusto per contribuire e sostenere con piacere le vostre spese)
    Navigo da qualche anno, la mia ultima esperienza novembre 2014 Almerimar Lanzarote.
    In attesa di risposta vi auguro Buon vento.
    Angelo
    sciascia.33@gmail.com

  4. bravi bravi bravi, è un po’ il sogno di almeno il 50% dei velisti…. (gli altri sono ‘regatanti’ )
    e certamente il mio…. chissà se riuscirò a seguire il vostro esempio…

  5. avete parlato di “costo zero”, indicando che il costo della vita cala drasticamente. Ma poi iniziate a mettere spese (solite dei comuni mortali), come l’ormeggio che costa come un affitto. E aggiungo domande: … e l’assicurazione di un natante come il vostro, a quanto ammonta annualmente?, e i costi di manutenzione?, si sa che giornalmente bisogna compiere molti lavori per tenere in vita una barca, come la zona motore, sperando poi non si guasti un pezzo. La velatura va sempre ordinata, e di barche che entrano in porto col boma o addirittura con l’albero rovinato, ne ho visto molte. Ma io parlo sopratutto degli scongiuri, perchè altrimenti elencare solamente la “festa”, sarebbe inutile. Vendo tutto, ok, e mi trasferisco in una barca. Una tempesta me la mette fuori uso, e il costo da affrontare, non sono caramelle, peggio che mai, andasse contro scogli spaccandomi la chiglia. Chiedo scusa, ma, fare certi calcoli è bene per dare trasparenza ai novelli tentati da questo stile di vita.

  6. Sono un ragazzo di 80 solo ,tocca ferro,sano al 100, vivo damet marz a met ott a lefkas hellas,su un beneteau 28, inverno in nord spagna in monolocale,da q anno non voglio piu tornare,il m probl e’ il freddo,come l avete risolto? Saluti, cerco compagna,gulp, max 55/60

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