Cinque isole sperdute… da raggiungere almeno una volta nella vita
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.
Cosa rappresenta la partenza agli inizi del terzo millennio? Fino a mezzo secolo fa, quando i satelliti non esistevano e quando le carte geografiche presentavano ancora qualche area bianca, il viaggio era l’unico mezzo per riempire questi vuoti, per indagare l’esotico, l’ignoto, la leggenda. Al giorno d’oggi, le ultime incognite degli atlanti sono state mappate, i popoli del mondo catalogati, le cime inaccessibili conquistate, gli oceani varcati in lungo e in largo. Internet e strumenti potenti come Google Maps hanno reso possibile l’accesso a tutte queste informazioni in tempo reale, da casa nostra, senza necessità di muoversi. E allora cosa rimane? E possibile ritrovare oggi l’adrenalina di un viaggio esplorativo per mare, in barca a vela, all’insegna del non conosciuto, dell’inviolato?
Questo spirito può essere ritrovato spingendosi via mare verso isole talmente remote e lontane dalla terraferma che spesso non sono nemmeno segnate sulle cartine degli Stati ai quali appartengono. Isole sperdute il cui raggiungimento può rappresentare lo scopo del viaggio e affrancare quel desiderio, sempre forte nei navigatori, di sentirsi lontano da tutto e da tutti. Per questo vi suggeriamo cinque isole sperdute. Per scovare questi “fazzoletti di terra” dispersi negli Oceani, abbiamo preso spunto dal libro di Judith Schalansky “Atlante delle isole remote” (dal quale sono anche tratte le mappe che trovate in questo articolo) nel quale l’autrice, affascinata soprattutto dalle isole che punteggiano le mappe, crea un archivio-arcipelago di lembi di terra. “Cinquanta isole dove non sono mai andata e dove mai andrò”, questo è il sottotitolo del libro, che raccoglie cinquanta isole impossibili da raggiungere per chiunque e “invisibili anche per Google Maps”. Ma forse non per voi.
TRINDADE (BRASILE)
10 Kmq | 32 abitanti
Coordinate: 20° 30’ S – 29° 20’ O
Le distanze: 1140 km da Vitòria; 1150 km da Rio de Janeiro; 2540 km da Sant’Elena.
La scoperta: 18 maggio 1502 da Vasco de Gama
Quest’isola sembra gettata nell’oceano per la sua posizione al centro dell’Atlantico meridionale, tra il Brasile e l’Africa. È abitata da trentadue persone tra militari dediti a mantenere la sovranità sull’isola e volontari impegnati in missioni ambientali. Il mezzo di trasporto più utilizzato per raggiungere l’isola è l’elicottero, in nave ci vogliono almeno tre giorni. Scoscesa e ostile, da questo fazzoletto di terra il mare si tuffa in profondità subito e raggiunge i 5.000 metri. L’isola è un vulcano spento sommerso, come un iceberg, con meno del 10% della dimensione sopra la superficie dell’acqua. Tredici km di lunghezza sopra il livello del mare, l’isola raggiunge i cinquanta km toccando il fondo marino. Il territorio, abitato in prevalenza da granchi e tartarughe, è un vero mix topografico con scarsa vegetazione: rocce, scogli, voragini dai colori più svariati, una foresta di felci. Il tutto battuto da onde perfette: un sogno per ogni surfista. Un luogo, questo, dove per sbarcare non sono necessari né soldi né documenti e dove la natura segue ancora il suo corso originario. Una leggenda dice che chi beve dalla fonte di acqua sorgiva, l’unica presente sull’isola, è destinato prima o poi a ritornarci.
BOUVET (NORVEGIA)
49 Km2 | disabitata
Coordinate: 54° 25’ S 3° 21’ E
Le distanze: 2510 km da Capo di Buona Speranza; 1910 km da Tristan de Cuhna; 1700 km da Antartide.
La scoperta: 1 gennaio 1739 da Jean-Baptiste Bouvet
“Sulle carte nautiche britanniche c’è una superficie non scritta, con un’unica indicazione incerta: un piccolo arcipelago sotto il 54° grado di latitudine, avvistato da Bouvet che lo ritenne il capo del continente meridionale. Né Cook, né Ross e neanche Moore lo ritrovarono. Solo i capitani di due baleniere hanno visto le isole, ma hanno calcolato la loro posizione in modo divergente”. Dopo il primo avvistamento di Bouvet, questa terra è stata ritrovata dopo 75 anni. Un’unica isola scoscesa però, di una magnificenza selvaggia: le pareti sono tutte gelate e i ghiacciai scendono a picco fino alla superficie del mare: un’imponente terra di nevi perenni. Un’isola a metà strada tra l’Africa e l’Antartide. Proprio per la sua posizione è considerata l’isola più remota del pianeta, e probabilmente la terra emersa più lontana da insediamenti umani. Raggiungerla è incredibilmente difficile: le sue scogliere cadono a picco sul mare, e per mettervi piede è necessario raggiungere la costa con una nave ed essere trasportati sull’isola con un elicottero. Non ci sono porti, e nemmeno punti di attracco per le navi, dato il rischio rappresentato dalle pericolose scogliere e dal mare quasi costantemente agitato.
NAPUKA (ISOLE DELLA DELUSIONE)
8 Km2 | 277 abitanti
Coordinate: 14° 10’ S 141° 14’ O
Le distanze: 3990 km da Hawaii; 920 km da Fangataufa; 20 km da Tepoto Nord.
La scoperta: Fine gennaio 1521 da Ferdinando Magellano
“Quando il 28 novembre 1520 raggiungono il grande oceano e fanno rotta verso nordovest, il capitano Ferdinando Magellano annuncia che impiegheranno un mese al massimo per arrivare alle isole delle Spezie (Isole Filippine). Ma ben presto nessuno più ci crede. L’oceano è perfettamente calmo, cosicché lo chiamano Mare Pacifico. Ben presto l’equipaggio non ha più cibo a sufficienza e a bordo si scatena la follia. Quando, dopo cinquanta giorni, avvistano finalmente terra, non scoprono un fondale dove gettare l’ancora; le scialuppe che sbarcano sulle isole non trovano nulla che possa placare la fame e la sete. Le chiamano Isole della Delusione e proseguono il loro viaggio. Lo scrivano di bordo, Antonio Pigafetta annota che un tale viaggio non sarà intrapreso mai più”. Questo estratto racconta come queste isole abbiano avuto il loro nome da Ferdinando Magellano, che non riusciva a trovare una fonte d’acqua con cui rifornire le scorte della sua nave, mentre era in rotta verso le Isole Filippine. Napuka è un piccolo atollo corallino nelle Isole della Delusione, nella parte nord orientale dell’arcipelago delle Tuamotu nella Polinesia francese. L’atollo è lungo 10,5 km e largo 4 km.
IWO JIMA (GIAPPONE)
23,2 Km2 | 370 abitanti
Coordinate: 24° 47’ N 141° 19’ E
Le distanze: 3140 kmda Isola di Atlasov; 1950 km;da Taiwan 1050 km da Tokio
La scoperta: Ottobre 1543 da Bernardo de la Torre
Un punto strategico importantissimo durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli americani la conquistano a fatica e con orgoglio con una battaglia storica che è stata anche oggetto di un film diretto da Clint Eastwood, “Lettere da Iwo Jima” (4500 morti americani, 22.000 fra morti e prigionieri giapponesi). Una portaerei inaffondabile, grande abbastanza per l’atterraggio e il decollo di futuri bombardieri, vicina al territorio nemico che qui aveva costruito un labirinto di gallerie sotterranee e trappole. Nel 1968 gli americani la restituiscono al Giappone. Oggi Iwo Jima fa parte della prefettura di Tokyo. Benché disabitata è tuttora impiegata a scopi militari dal Giappone in virtù anche della presenza di una pista d’atterraggio. L’isola, dalla vaga forma di pera, è lunga 8 km e larga 4 km, ha origine vulcanica e culmina nel Monte Suribachi (170 m), vulcano spento situato nella parte meridionale dell’isola che, secondo l’Istituto di studi geografici del Giappone, potrebbe tornare in attività prossimamente. È caratterizzata da spiagge scure e cave di zolfo, da qui il soprannome di “Isola dello Zolfo”. Il resto dell’isola è piatto e tormentato da caverne e crepacci.
SAINT PAUL (FRANCIA)
7 Km2 | disabitata
Coordinate: 38° 43’ S 77° 31’ E
Le distanze: 4290 km da Sudafrica; 3010 km da Antartide; 2260 km da Isola del Possesso
La scoperta: 19 aprile 1618 da Harwick Claesez de Hillegom
Quando la Francia si accaparrò l’isolotto vulcanico di Saint-Paul, lo accorpò al dipartimento delle Terre australi e antartiche francesi. L’isola è lontanissima da qualsiasi luogo abitato e distante dalle rotte commerciali: si trova in mezzo all’Oceano Indiano meridionale, a 4290 km dal Sudafrica. L’isola di Saint Paul è costituita da un cono vulcanico parzialmente sprofondato in mare, fino a creare una baia accogliente a forma di semicerchio che rappresenta l’unico punto di approdo. In questo angolo, fra i più remoti del Pianeta, nel 1997 un gruppo di appassionati un po’ eccentrici ha istituito il “Royaume De L’Ile Saint Paul”, una monarchia costituzionale virtuale completa di tutte le sue Istituzioni: il Re, il Presidente del Congresso, i membri del Congresso e l’Esecutivo. Chiunque può diventare cittadino virtuale di Saint Paul: ai principi costituzionali, improntati al rispetto di razza, religione e idee politiche, possono aderire via E-Mail tutti coloro i quali accetteranno la Costituzione.
Condividi:
Sei già abbonato?
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche
Come si va in crociera in barca a vela sul Lago Maggiore
Capita spesso di raccontare di avventure, regate e traversate al limite del verosimile, esperienze “salate”, per così dire. Meno, però, capita che si parli di laghi. Eppure la vela non è certamente estranea alla tradizione lacustre, e non parliamo solo
Replica di nave vichinga fa naufragio: muore archeologa a bordo
L’archeologa di 29 anni Karla Dana è morta nel corso della spedizione “Legendary Viking Voyage” dalle Isole Faroe alla Norvegia a bordo di una replica di una nave vichinga che si è ribaltata per il maltempo. Doveva essere un viaggio
“Nostro figlio Elia è da solo in Atlantico senza autopilota. E siamo orgogliosi di lui”
C’è un ragazzo veneto di 30 anni, in mezzo all’oceano, da solo, a bordo di un Van De Stadt 34 10,25 m) in acciaio del 1987 che ha messo a posto con le sue mani. Sta compiendo la traversata atlantica
Ernest Shackleton, l’implacabile. Ecco chi era uno dei più grandi eroi del mare della storia
Qualche tempo fa una rivista statunitense ha chiesto ai suoi lettori chi fosse, secondo loro, il più grande navigatore di tutti i tempi. Forse vi aspettereste nomi del calibro di Joshua Slocum, Tabarly o al limite, se siete nostalgici, Cristoforo Colombo.
1 commento su “Cinque isole sperdute… da raggiungere almeno una volta nella vita”
voglio andare a saint paul 3935876390