Volevamo provocarvi, quando abbiamo lanciato online il sondaggio chiedendovi se foste d’accordo che il kite con i foil entrasse nel programma di medaglie olimpiche, al posto del Finn, a partire dal 2020. Una vecchia e gloriosa classe (disciplina olimpica ininterrotta dal 1952) contro una giovanissima, volante e iperveloce, al punto da “azzeccarci” davvero poco con la vela tradizionale. Credevamo che non sarebbero tardati a volare insulti, e invece il sondaggio è stato seguitissimo, con oltre mille voti.
Ma soprattutto, ha indicato una netta maggioranza di preferenze in favore del cambio classe. Motivazione? Una necessità di rinnovamento della vela, i costi minori e l’indubbia maggior diffusione. I contrari dal canto loro sostengono che il kite non c’entra un fico secco con la vela, e che semmai dovrebbe essere inserito nel programma olimpico in qualità di “sport da spiaggia” tipo beach volley. Anche se, con l’introduzione dei foil, i kiter volano a 25 nodi e stringono il vento a 40°. Non smettete di farci sapere cosa ne pensate, intanto noi continuiamo a provocarvi e ve li mettiamo a confronto (lasciando fuori parametri davvero fuori luogo come, ad esempio, la velocità) qui sotto…
FINN “CONTRO” KITE: UN CONFRONTO IMPOSSIBILE?
QUANDO E’ NATO?
Finn: Il Finn è nato nel 1949 per mano dello svedese Rickard Sarby ed è classe olimpica dal 1952, ininterrottamente.
Kite: Ufficialmente nel 1999, ma già dal ’92 esistevano “pionieri” francesi che abitavano alle Hawaii e che sperimentavano questi “aquiloni. Gli hydrofoil sui kite sono arrivati intorno al 2005.
I COSTI?
Finn: Per essere competitivi, tra scafo albero e vele nuovi si superano i 10-11.000 euro. Per un Finn da campagna olimpica i prezzi salgono, si va sopra i 20.000 euro.
Kite: L’attrezzatura completa e nuova per un kite “volante” (appendici, tavola e vela) parte da circa 4.000 euro. Per un set al top potete arrivare a spendere quasi 10.000 euro.
DIFFUSIONE (IN ITALIA)?
Finn: La Ranking List Nazionale Finn 2016 conta 106 regatanti. Gli associati totali sono circa il doppio.
Kite: Secondo le stime (il panorama è eterogeneo e non perfettamente quantificabile, tra freestyler e hydrofoilers) i kiter in Italia sono circa 18.000.
IL FUORICLASSE ITALIANO?
Finn: Sicuramente Luca Devoti, argento alle Olimpiadi di Sydney del 2000.
Kite: Nella disciplina hydrofoil, Andrea Beverino, atleta tra i migliori al mondo. Tra i freestyler sono fortissimi Gianmaria Coccoluto, Mario Calbucci e Francesca Bagnoli.
IL FUORICLASSE INTERNAZIONALE?
Finn: Ben Ainslie, Russell Coutts, Paul Elvström, Jochen Schumann. E la lista potrebbe proseguire…
Kite: Aaron Hadlow tra i freestyler e il 18enne Alex Mazzella nell’hydrofoil.
1 commento su “Finn VS Kite, and the winner (che avete deciso voi) is…”
sono nato e cresciuto sul laser ma se i numeri sono quelli riportati sopra devo votare (a malincuore) per il kite: basso budget d’acquisto e vasto numero di praticanti sono fattori determinanti per un ammissione alle prossime Olimpiadi. D’ altronde furono gli stessi motivi a far si che il Laser diventasse classe olimpica: costi contenuti e immenso numero di praticanti nel mondo. P.S. comunque io lascerei il Finn e farei uscire il 470