“Naufragare” prima di salpare. Edoardo Raimondo molla il colpo (che rabbia)
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Lo abbiamo conosciuto al VELAFestival, sappiamo che stava facendo sul serio e aveva dalla sua una determinazione fuori dal comune, mista a un pizzico di (sana) follia. Edoardo Raimondo avrebbe dovuto partecipare alla mitica riedizione del Golden Globe (2018: come allora, partenza da Falmouth il 14 giugno 2018, e giro del mondo passando per i capi di Buona Speranza, Leeuwin e Horn, su barche da 32 a 36 piedi – costruite prima del 1988 con dislocamento minimo di 6.200 kg e chiglia lunga), in occasione del cinquantenario della regata intorno al mondo che consegnò alla storia Robin Knox-Johnston e Bernard Moitessier. E invece, il sogno di Edoardo si è infranto.
L’ENNESIMO “NAUFRAGIO” PRIMA DI PARTIRE
Edoardo Raimondo è l’ennesimo velista oceanico che “naufraga” ancora prima di salpare, scontrandosi contro lo scoglio più difficile, quello del reperimento del budget. Ci ha scritto una bellissima lettera dove tiene a chiarire di non avere né volere giustificazioni. Noi ci limitiamo soltanto a ravvisare similitudini con gli episodi di Andrea Mura (costretto a vendere la barca prima di partire per il Vendée Globe) o Alessandro Di Benedetto (che ha ritirato la sua iscrizione dal giro del mondo, anch’egli per motivi di budget). O con quello di Giancarlo Pedote, che nonostante abbia dimostrato di essere fortissimo in oceano non ha ancora raggranellato il denaro sufficiente per il giro del mondo. Oppure, con il fallimento del progetto di Carlo Croce di portare l’Italia alla Volvo Ocean Race con Soldini.
NON SIAMO PRONTI?
Forse si, e lo diciamo noi, l’Italia non è pronta per la vela oceanica, forse la consideriamo poco spettacolare, o troppo da “radical chic”, come veniva fuori dal discorso di Alberto Sordi “navigatore solitario” ne “I Nuovi Mostri” di Dino Risi. Noi stessi, talvolta, ci indigniamo se un velista oceanico chiede uno o due milioni per una campagna che magari dura quattro anni (e non se li intasca di certo ma li investe per barca e allenamento), ma ormai abbiamo accettato il fatto che un giocatore di serie A, nemmeno troppo forte, prenda un milione all’anno di stipendio. Figuriamoci poi chi dovrebbe metterci dei soldi… Ci fermiamo qui. Buona lettura.
LA LETTERA DI EDOARDO RAIMONDO
Cara Redazione,
in questi giorni scade il termine per il versamento della ultima tranche di iscrizione alla Golden Globe Race 2018 per il Team ITA@goldenglobe2018.com di cui sono lo skipper.
E’ l’occasione per noi di fare un ulteriore verifica al progetto. Dalla nostra pianificazione avremmo già dovuto avere la barca, pronta per l’oceano questo inverno, ma non aver ancora trovato uno sponsor che ci supporti finanziariamente, non ci ha permesso di averla. Abbiamo fatto tutto il possibile per arrivarci ma realisticamente, non abbiamo più tempo.
Non abbiamo tempo per garantire la nostra partenza, non abbiamo tempo per dare la giusta visibilità a chi ha creduto nella nostra idea e si è messo a disposizione come hanno fatto importanti aziende Italiane che ci hanno supportato come partner tecnici.
E’ giunto il momento di fare un passo indietro, prima che quel passo sia troppo grande per tutti. Si potrebbe dire che l’Italia non è pronta, che la vela oceanica non è interessante o tante altre cose, ma sarebbe solo una giustificazione, ci abbiamo provato e non ce l’abbiamo fatta.
Con grandissimo rammarico, dopo 15 mesi di lavoro spesso notturno, abbiamo comunicato all’organizzazione, ai nostri fornitori tecnici e a voi il nostro abbandono.
Grazie per il supporto e per la stima dimostrata, a presto.
Edoardo Raimondo
ITA@goldenglobe2018.com
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2 commenti su ““Naufragare” prima di salpare. Edoardo Raimondo molla il colpo (che rabbia)”
Vabbuo giornale della vela, mo se volete fare un po’ di pubblicità anche a me mi fa piacere!!
Pezzo da condividere. Sull’argomento in di cui scrivi ultimamente ho letto parecchio, ma considero che questo sia speciale.
ciau