Beneteau Sense 57, i primi bordi in un video speciale
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E’ una della barche che più ha fatto discutere in questo inizio della nuova stagione. Stiamo parlando del Beneteau Sense 57.
Sono tanti i cambiamenti che segnano l’inizio di un nuovo corso per la gamma di crossover del cantiere francese. Partiamo da prua, dove la delfiniera integrata accoglie anche l’ancora, sgombrando completamente il ponte. La vetrata integrata nella tuga assicura invece una luminosità eccezionale agli interni.
Ma le principali differenze si trovano verso poppa. Prima di tutto, e salta all’occhio già osservando i primi rendering, ecco la presenza di un T-Top integrato, che permetterà addirittura di poter chiudere il pozzetto, creando una “cabina” in più.
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2 commenti su “Beneteau Sense 57, i primi bordi in un video speciale”
Fa proprio senso ! Non è meglio andare con un bel motoscafo,tanto con poco vento si va a motore ? Come diceva il maestro Sciarrelli ” Il bello non è nuovo e il nuovo non è bello “. Queste barche sono solo dei carrettoni, fatti solo per il charter !
Caro Sig. Peracca, data la mia professione di consegna di imbarcazioni a vela dal Mediterraneo ai Caraibi e ritorno, posso assicurarle che le barche che tanto denigra e di cui probabilmente non ha esperienza ogni anno vanno e tornano in oceano atlantico e pacifico senza particolari problemi, questo vale per Sense di Beneteau come per altri cantieri che producono in grande serie. Rispetto a barche più vecchie anche di progettisti famosi generalmente sono: più veloci ( il Sense 55 riesce tranquillamente a coprire in traversata sotto alisei tra le 190 e le 200 moglia al giorno), molto più sicuri ( uno scafo con baglio largo spostato a poppa e doppia pala del timone riesce a navigare sotto pilota automatico praticamente sempre mentre un vecchio scafo con poppa stretta e pala singola specie se performante richiede pericolosissima turni al timone giorno e notte già con due metri di onda in poppa), molto molto più confortevoli ( inutile raccontarvi che un Sense 57 ha una quantità e soprattutto una qualità di spazi che fino a pochi anni fa era garantita da uno scafo di almeno 65 piedi), infine costano infinitamente meno ( uno scafo prodotto artigianalmente e rifinito secondo standard qualitativi alti costa almeno il triplo di questo tipo di barche e la assicuro che molto spesso presentano comunque problematiche comuni a tutte le imbarcazioni. Alla fine rimane l’aspetto estetico, chiaramente nel caso dei Sense è costretto da una richiesta distributiva dei volumi particolare, tenga presente che i disegni innovatori da sempre sono stati mal digeriti al momento del lancio, l’ing. Gandini quando sveló la Miura nel 66 fu criticato aspramente, oggi se ne vuole una le serve un milione di euro. Ogni oggetto ha il suo tempo, la passione per essi ben venga ma rimane una questione di cuore.