Una vecchia barca del 2004 vince il Mondiale Mini Maxi. Ma in realtà un italiano l’ha rifatta
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Come prendere una “vecchia barca da regata/crociera e modificarla per farle vincere un campionato del mondo. E’ una bella storia a lieto fine quella che si e’ conclusa a Porto Cervo domenica scorsa, 4 settembre. Una barca del 2004, Atalanta II, completamente rifatta quest’anno da un italiano, il designer Umberto Felci, ha vinto la regata più prestigiosa della sua categoria, il Campionato del mondo “Mini Maxi”.
UNA SFIDA IMPOSSIBILE
Una bella storia perche’ la sfida quella era al limite dell’impossibile: rendere moderno e competitivo un mini maxi di 21 metri vecchio di 12 anni. Un’impresa che aveva gia’ tentato il 100 piedi australiano Wild Oats del fu Bob Oatley, varato nel 2003 e continuamente modificato nel tempo tanto da risultare imbattibile anche dai più giovani bolidi hi-tech. Non erano in molti a credere in questa operazione, ma l’armatore e timoniere di Atalanta, Carlo Puri Negri, innamorato della sua barca ci credeva e con lui il suo uomo di fiducia, Elio Petracchi, un velista marinaio che da decenni lavora con le più belle barche italiane.
“ORA VOLIAMO ANCHE NOI”
“La vecchia Atalanta era un fenomeno in bolina, ma alle andature portanti il progetto iniziale di Bruce Farr non era esattamente un fulmine” sintetizza Petracchi. E prosegue: “Ora siamo al livello delle barche che hanno dieci e più anni meno della nostra. Prima non planavamo se non con vento forte, adesso con 20 nodi ‘voliamo’ anche noi”. Buona parte del merito di questa seconda vita di Atalanta II è dello studio gardesano di Umberto Felci, un italiano sulla cresta dell’onda. Progetta, tra l’altro, tutta la gamma del cantiere francese Dufour, ha appena varato il nuovo Grand Soleil 58, star del Salone di Cannes appena concluso, di cui ha disegnato le linee d’acqua e tuta la linea di Ice Yachts.
TUTTI I SEGRETI DI ATALANTA II
In sintesi il lavoro svolto su Atalanta II ha dell’incredibile, la barca è stata letteralmente affettata modificando la forma della carena di Atalanta II nella parte poppiera, in particolare negli ultimi 6 metri. “Per ottenere questo risultato abbiamo deciso di operare dall’esterno, realizzando un secondo guscio parziale di circa 40 mq che e’ stato assemblato ad una struttura accoppiata al guscio originale” racconta Felci. Il risultato, corroborato dal successo al mondiale e’ che, parole di Felci: “Sono migliorate le prestazioni, dando luogo una forma di carena più tesa e portante nella parte poppiera. Una poppa più bassa e più larga sull’acqua con incremento della lunghezza al galleggiamento, del coefficiente prismatico (ovvero il rapporto fra il volume della carena e quello del prisma ad essa circoscritto) e dell’inerzia longitudinale, nonché il momento raddrizzante tra i 15 e i 25°. Queste importanti variazioni hanno determinato miglioramenti sia sulla velocità critica dislocante che sulla velocità in planata”.
MA ANCHE L’EQUIPAGGIO…
“L’aumento di momento raddrizzante”, prosegue il progettista, “ottimizza le prestazioni di bolina mentre la maggiore lunghezza al galleggiamento e le nuove uscite poppiere migliorano quelle alle andature portanti e veloci”. Anche il piano velico è stato aumentato rispetto al piano originale (vedi disegno) ed e’ stato cambiando anche il bulbo che ora è “a siluro” con pescaggio che e’ passato da 4 metri a 3,70 m. Merito anche all’equipaggio a bordo di Atalanta II a Porto Cervo dove oltre all’armatore Carlo Purti Negri e al fido Elio Petracchi (questuano ho già’ fatto 5.400 miglia con questa barca!) c’erano tra gli altri, alla tattica Gabriele Benussi, Nevio Saladin alla randa, Matteo De Luca a prua e Andrea Caracci alla navigazione.
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3 commenti su “Una vecchia barca del 2004 vince il Mondiale Mini Maxi. Ma in realtà un italiano l’ha rifatta”
ottimo bravi, il made in italy è un mast
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