No all’auto nuova per preparare la mia barca alle navigazioni impegnative
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PkBoo è un Dufour 405 GL acquistato nuovo nel 2010, quasi sempre ormeggiato a Marina degli Aregai (tranne una pausa cagliaritana) e con il quale abbiamo percorso circa 5.000 miglia nel mediterraneo, prevalentemente in Corsica, Sardegna, Baleari e Sud della Francia. Abbiamo partecipato a qualche Giraglia, sempre per divertirci e sapendo che non siamo competivi, e quest’anno ho deciso di affrontare l’oceano. Ad Aprile ho iscritto la barca all’ARC (Atlantic Rally Cruiser) e con alcuni amici il 20 novembre prenderemo il largo da Gran Canaria alla volta dell’isola di Santa Lucia, dopo aver attraversato l’oceano Atlantico, 2.700 miglia di navigazione. Perchè lo faccio? Avvocato con studio a Mantova, 48 anni, sposato con due figli grandi (26 e 22), con una grande passione per il mare e tanta voglia di evadere dalla routine, fatta sempre più spesso di falsi rapporti e di noiose convenzioni sociali; complice il compimento di vent’anni di professione, ho deciso che invece di rinnovare l’arredo dello studio o di comprarmi una macchina nuova me ne andrò ai Caraibi per qualche tempo, prima che l’età o qualche malanno me lo impediscano. Con me, a bordo di PkBoo quattro amici che condividono con me la passione per il mare e hanno una grande voglia di misurarsi con la traversata oceanica.
COME HO INVESTITO PER MIGLIORARE LA BARCA
Come ho detto, si tratta una barca di serie, alla quale negli anni ho apportato molte migliorie e che ora ho sostanzialmente rifatto. Sono partito da un controllo molto serio dello scafo, della chiglia e del timone e mi sono affidato a Davide Zerbinati, che si è rivelato essere non solo un grande professionista, ma anche una persona squisita. Dalla perizia è purtroppo emerso che una riparazione eseguita male dal cantiere non era stata risolutiva e sono dovuto intervenire per ripristinare la rigidità strutturale di un madiere. Ho colto l’occasione per sostituire le prese e le valvole (ho optato per le Randex in teflon).
Quanto alle vele, mi sono affidato alla veleria di Beppe Zaoli che ha controllato la randa, aggiungendo una terza mano di terzaroli, ha ripassato il genoa, mi ha fatto un nuovo fiocco rinforzato ed una nuova trinchetta per vento forte (da rollare). A bordo avevo già una tormentina che si avvolge sulle vele rollate.
Porterò due gennaker che avevo già (uno più piccolo e pesante ed uno più grande e leggero) ed ho acquistato un parasailor di 105mq.
Il rigging è stato seguito da Massimiliano Fiori della DOFI, che – oltre a controllare i vari lavori del cantiere – mi ha installato la landa per la trinchetta e le relative volanti (in dyneema), l’attacco del tangone (che ci servirà per tangonare il genoa) e la nuova drizza per la trinchetta con frullone, oltre a vari altri lavori (drizze, scotte, bozzellame, attacchi, ecc.). A bordo avevo già un dissalatore Baitek a 12v da 60l/h; la casa produttrice mi ha fornito un kit di manutenzione. Ho installato un filtro depuratore dell’acqua (Seagull IV).
Ho installato tre pannelli solari da 125w ciascuno (Solbian) con regolatori MPPT, due dei quali su un arco in acciaio attaccato al bimini (fornito da Asseaboat di Bologna) ed uno in tuga. Ho cambiato il pacco batterie servizi (6 batterie AGM da 120A), il caricabatterie (Mastervolt 70A che mi gestirà sia la corrente a 110V che a 220V) ed ho sostituito l’inverter con uno più potente (Victron da 2000W).
Ho acquistato un alternatore di ricambio, perchè il motore della barca sarà l’unica ulteriore fonte energetica insieme ai pannelli solari (non ho posto per installare un generatore diesel, sugli idrogeneratori ho raccolto molti pareri discordanti, mentre il generatore eolico alle portanti in teoria non avrebbe senso). Ho comunque lasciato la decisione finale una volta che saremo alle Canarie, dopo aver testato il sistema nel trasferimento. Oltre al plotter Raymarine E90W che avevo (ho aggiornato la cartografia ed ho acquistato quella delle varie zone di navigazione), ho installato un Vulcan 5 della B&G ed ho aggiornato gli strumenti dati (nuovi trasduttori e nuova stazione vento).
Ho aggiunto un autopilota più potente (T2 lineare e sistema ACU 400 Raymarine) che è diventato il principale, ed ho lasciato il precedente autopilota come ricambio in caso di rottura. Ho comprato un telefono satellitare (Iridium 9575) con antenna esterna. Sto aspettando che Nautigamma mi fornisca il suo DCP, un computer preimpostato con software di navigazione e trasmissione dati, che sarà interfacciato tramite multiplexer ai dati di bordo.
Ho riservato una grande cura e molta attenzione alle dotazioni di sicurezza (in questo mi ha aiutato moltissimo l’handbook dell’ARC) e quindi:
– AIS transreceiver Raymarine; EPIRB con sgancio idrostatico; revisione zattera e controllo di conformità con gli standard ARC; asta IOR; nuovo salvagente per recupero uomo a mare; faro da ricerca serio (Aqua Signal); ancora galleggiante (la scelta è caduta sulla SeaBrake); PLB e AIS MOB; ho anche installato un AIS Allarm della Ocean Signal interfacciato con i vari MOB che emette un allarme sonoro in caso di caduta a mare; estintori seri (non quelli che ci vendono solo perchè sono obbligatori); coperta antifuoco vicino alla cucina; ecc. ecc. (la lista sarebbe lunghissima).Devo aggiungere che ho acquistato un sistema serio (Stazo) di antifurto per motore fuoribordo e una catena seria (sempre Stazo) per il tender. Ai Caraibi tornerà utile. A settembre completerò la parte relativa alla farmacia di bordo (molto complicata), per la quale chiederò aiuto a mio fratello farmacista, e all’alimentazione. Dopo l’arrivo a Santa Lucia, complice la situazione pericolosa delle isole a sud, ci dirigeremo a nord, per trascorrere il Natale tra Martinica e Guadalupa. Poi Antigua e BVI.Non ho ancora deciso cosa faremo dopo: ritorno (ARC Europe o nave), sosta caraibica per nuova stagione, continuazione verso Panama per poi affrontare il Pacifico; non lo so, vedremo. Ma questa sarà un’altra avventura.
Marco Baioni, autore dell’articolo ha iniziato con il windsurf da ragazzo, poi nel 2010 ha preso la patente nautica e ha acquistato PkBoo, un Dufour 405 Grand Large (il nome viene dall’inglese “peak a boo”, equivalente di “cucubau”); ciò nonostante sua moglie propendesse per un minorchino a motore (che, dice gli è sempre piaciuto).
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1 commento su “No all’auto nuova per preparare la mia barca alle navigazioni impegnative”
Grazie, molto interessante l’articolo