TENDENZE Le nuove barche cambiano, noi vi spieghiamo perché (per punti)
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Dietro l’evoluzione delle barche della nuova generazioni ci sono delle ragioni pratiche, estetiche, di mercato. Ecco, punto per punto, cosa sta succedendo.
Addio agli spigoli?
Dopo anni di carene con gli spigoli sempre più accentuati (capaci di portare nel mondo delle barche da crociera spazi interni ai quali non eravamo abituati), sembra che stiano ritornando le carene… tonde. No, non stiamo parlando delle prue tonde che hanno spopolato tra i mini oceanici, ma di scafi dalle murate più morbide (come sempre l’esempio viene dal mondo della regata, provate a guardare il racer disegnato da Bill Tripp). Ragioni estetiche o una nuova evoluzione progettuale per migliorare le prestazioni?
Interni sempre più grandi
Gli spazi a bordo sono sempre più… casalinghi! Il quadrato accoglie dinette molto ampie e vere e proprie cucine anche su barche di poco più di dieci metri. Soluzioni pensate all’insegna del comfort anche nella zona notte: se un tempo il mercato italiano richiedeva, rispetto a quello americano, per esempio, un numero più alto di cabine, oggi i cantieri propongono anche layout con meno cabine e più ampie. E vedono anche il ritorno della cabina armatoriale poppiera, senza bisogno per forza di comprare un 60 piedi…
L’evoluzione dei modelli di successo
Seguendo una pratica già ampiamente sperimentata nel mondo automobilistico, anche i cantieri hanno imparato che quello che funziona… va migliorato! I cosiddetti restyling sono ormai un’intelligente prassi consolidata: i punti di forza di un modello vengono migliorati e al contempo si sistemano i punti deboli, senza stravolgere un progetto ogni tre o quattro anni come avveniva negli anni pre-crisi.
Che pratico il rollbar!
Un tempo era prerogativa esclusiva dei “ferri da stiro” a motore, mentre oggi il rollbar è ormai stato accettato anche nel mondo della vela da crociera (anche si i puristi continuano a storcere il naso). I vantaggi, in termini di vita di bordo, sono inoppugnabili: sgombrano il pozzetto dal tasto della randa e diventano il supporto ideale di bimini e tendalini, anche rigidi. Il prossimo passo già lo abbiamo intravisto in alcuni nuovi progetti, ovvero la possibilità di sfruttare il rollbar per ottenere veri e propri T-Top rigidi che possono anche essere chiusi, così da trasformare il pozzetto in una vera e propria “cabina” in più.
La delfiniera fissa
La prima ragione è pratica, con le prue senza slanci e quindi verticali il rischio di colpi allo scafo quando si cala l’ancora sono in agguato.Con la delfiniera che ingloba il sistema di ancoraggio si risolve il problema. Inoltre, in questi anni in crociera si è detto addio allo spinnaker per accogliere e tenere armate (magari con un frullone) un “code 0 o un gennaker, molto più facili da usare, che però vanno murate il più lontano possibile dallo strallo del fiocco. Va vista in quest’ottica la crescita delle delfiniere a prua. Una ragione pratica.
Addio allo stile Ikea
Uso di laminati per ricoprire le opere di falegnameria, molto pratici e senza manutenzione e spigoli ad angolo vivo, addio? La tendenza ad un ritorno ai canoni estetici classici dello yachting, quello dei legni caldi e degli angoli stondati nel mobilio sono benvenuti. Le barche al loro interno così abbandonano quello “stile Ikea” che ha fatto arricciare il naso ai depositari dei canoni estetici dello yachting negli ultimi anni.
Mangiare all’aperto
Ormai è un optional (quasi) immancabile su tante barche da crociera. Le sedute di poppa accolgono sempre più spesso veri e propri grill con tanto di lavandino: questo perché con l’aumento delle dimensioni e con la possibilità di ripararli dalle intemperie, i pozzetti sono diventati sempre più il cuore della vita della barca. Il “cuoco” improvvisato si può posizionare sulla grande plancetta di poppa,permettendo così al resto dell’equipaggio di godersi le sedute e le sempre più numerose superfici prendisole dei pozzetti.
La terrazza sul mare
Lo abbiamo accennato, le plancette non servono più solo per entrare e uscire dall’acqua comodamente. La scelta di realizzare specchi di poppa abbattibili ha consentito ai cantieri di sovradimensionare le plancette (siano esse con comando elettrico, idraulico o manuale), che si trasformano in veri e propri spazi prendisole ulteriori. Anche l’accesso alle plancette è stato facilitato, con vere e proprie scale dotate anche di tientibene.
Tutto in due (per davvero)
Il piano velico è sempre più facile da gestire, grazie alla scelta di rande potenti e di vele di prua sempre più piccole e con poca (o nulla) sovrapposizione. La scelta di montare fiocchi autorizzanti, ma anche la presenza di winch capaci di virare da soli o addirittura di regolare le vele in base all’andatura e persino di mollare completamente le vele se l’angolo di sbandamento diventa eccessivo, hanno reso la navigazione sempre più facile anche quando in barca si è da soli o con un equipaggio poco esperto. Il sogno di ogni crocierista.
Come si riconosce una barca “Premium”?
Perché una barca a prima vista simile nell’aspetto e in attrezzature e dotazioni, a parità di dimensioni costa anche il doppio di un’altra? Nel settore dell’auto lo chiamano “Premium”, quel segmento che ha prezzi più elevati rispetto ad un modello di dimensioni analoghe. Cos’ha effettivamente di diverso in una barca in rapporto ad un’altra? E’ un mix di prestazioni superiori, qualità costruttiva, design ricercato e che regge nel tempo, attenzione artigianale ai dettagli, ricchezza di accessori, impianti, gadget, personalizzazione assoluta, supporto al cliente pre e post vendita. E perché no, una tenuta del valore dell’usato maggiore e una minore obsolescenza. Il risultato è un oggetto che, come una bella donna, fa girare la testa quando lo vedi per mare o in banchina.
La doppia pala del timone
No, non ci siamo sbagliati e non stiamo parlando delle tante contestate (dai puristi) doppie ruote ormai presenti anche su barche di dimensioni ridotte. Intendiamo la scelta fatta da sempre più cantieri di rinunciare a una grande pala singola per optare per due pale più piccole. Perché? I motivi sono molteplici, tra cui l’allargamento degli scafi e la presenza degli spigoli, che portano le barche a un preciso grado di sbandamento: in quei momenti la pala lavora al 100%, assicurando al timoniere il controllo totale dell’imbarcazione. Anche il pescaggio si riduce ed è quindi possibile accedere anche a diversi marina che un tempo… ci erano quasi vietati!
Fast Cruiser o Cruiser?
Un tempo la differenza era netta e non ci si confondeva tra i modelli più sportivi e quelli puramente da crociera. Una distinzione che è andata assottigliandosi in questi ultimi anni: le carene, grazie anche ai moderni programmi informatici, sono sempre più performanti anche sulle barche da crociera. Dall’altro lato, i fast cruiser un tempo avevano interni spartani e poco adatti alla crociera: oggi non è più così, perché l’alleggerimento dei materiali ha permesso ai cantieri di rendere confortevoli gli interni pur mantenendo i pesi contenuti, fondamentali per migliorare le prestazioni. La soluzione ideale per accontentare sia il marito armatore sia chi sceglie davvero la barca… ovvero la signora!
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2 commenti su “TENDENZE Le nuove barche cambiano, noi vi spieghiamo perché (per punti)”
Tutto bello , un velista normale magari pensa anche di passare ad una barca più grande , ma il dilemma principale di cui dovremmo parlare è ..” Dove la metto ” , e come evitare di farsi fare il culo a striscie in questo schifo italiano di autentico furto dei porti pubblici a favore di taluni ?
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