#8 La lettura dell’estate. Attorno al mondo su una barca di 6,50 metri. Rotta verso Buona Speranza/2
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La notte del 18 novembre navigo tra i fulmini. Poi la costellazione di Orione, con la sua magnifica cintura, appare sulla sinistra e mi lascio abbracciare dal canto di stelle che tremule rimbalzano sulla superficie dell’oceano, scortando la mia navigazione nel buio della notte. Sono sereno, la barca solca le onde agevolmente. Preparo un pasto caldo, poi due ore di riposo e via al timone per accompagnare la barca verso la luce di un nuovo giorno.
La temperatura dell’aria è buona e mi consente di restare in costume anche la notte. I groppi sono sempre più frequenti, così come i pesci volanti che piombano a bordo e che permettono di variare la mia alimentazione.
L’interno delle mani è divenuto bianco, spugnoso, impregnato di acqua. Non provo dolore. Solo un fastidio dovuto alla sensazione continua di bagnato.
Per il momento va bene così, ma tra qualche settimana so che do- vrò iniziare a fare molta più attenzione alle mani affinché arrivino in ottime condizioni nelle zone più fredde.
Sono le 21h02’28” UTC del 25 novembre 2009 quando attraver- so l’equatore. La regola vuole che ci si camuffi per non attirare le ire di Nettuno e così poco prima del passaggio indosso un passa- montagna nero e via! “Si va nel sud del mondo…”, questo annoto sul diario di bordo!
L’andatura è di bolina a 5-6 nodi, con qualche zig zag tra i frequenti groppi. Entro nel mese di dicembre con le temperature ancora alte. Rotta a sud per alcuni giorni. Non riesco a telefonare a Seb per ricevere le consuete informazioni meteo ed il nuovo way point. Il display del telefono satellitare indica che non c’è segnale. L’indomani riprovo a chiamare ma il telefono non funziona ancora. Sposto l’antenna e improvvisamente questa si stacca dal filo che la lega al corpo del telefono… Ora è tutto chiaro. Ripristino i contatti in pochi minuti ed ecco che il segnale ritorna. In ogni caso sono tranquillo perché ho altre due antenne nuove da poter utilizzare in caso di bisogno. Parlo con Seb che si trova al Salone di Parigi. Mi dà due opzioni, a me la scelta:
1) mantenere la rotta attuale ed avanzare con andatura di bolina larga;
2) stringere il vento e mettere la prua sul way point di coordinate 20° S – 25° W per accorciare la strada.
Opto per la seconda soluzione ed inizio a stringere la bolina. La notte il vento rinforza da SE a 18-20 nodi. Ammaino il code zero ed isso il genoa. Ogni tanto “scherzo” con le mie mascotte in peluche, il pinguino e la piccola mucca Alemehu che immortalo in fotografia al timone o in manovra…
Seb mi chiede di informarlo quando il vento girerà a NE e dopo qualche giorno, il 9 dicembre, sono felice di richiamarlo per dargli la buona notizia. Salgo in testa d’albero a passare una seconda drizza per il gennaker, metto un po’ d’ordine e faccio il primo bucato. Aggiungo alcune toppe al code zero. Cerco di far rotta il più possibile per raggiungere i 25° S, poi dovrò dirigermi ad est per evitare una bassa pressione in arrivo. La vita a bordo si svolge bene.
Riesco a recuperare perfettamente il sonno per- duto nelle ore trascorse al timone e a preparare pasti e bevande calde, quando necessario.
I pannelli fotovoltaici mi creano problemi a li- vello dei contatti elettrici che devo ricostruire in continuazione quasi tutti i giorni. Nella notte del 15 dicembre trascorro due ore a riconoscere le stelle. Che bella Orione e la Croce del Sud! La calma di vento del 18 dicembre mattina mi invita a controllare la carena e così, indossata una muta stagna in neoprene e filate alcune lunghe cime in acqua, mi immergo sotto lo scafo per fare pulizia rimanendo sempre legato alla barca con una life line. Resto a nuotare sotto e attorno alla barca per circa due ore, riuscendo ad immergermi fino a 8 metri di profondità. Faccio riprese con una videocamera subacquea. Un branco di pescio- lini striati di bianco e rosso segue la barca. Non sono solo! Alla fine della “nuotata” torno a bordo, un po’ stanco ma soddisfatto. Nel pomeriggio il vento torna a far capolino. Isso tutta la randa e lo spi grande, la barca riparte, preparo una paella valenciana.
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