Good news: torna la foca monaca alle Egadi
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L’hanno “beccato”! Ripreso dalle fototrappole nell’Area Marina Protetta delle Egadi, un rarissimo esemplare di foca monaca: le sue caratteristiche suggeriscono che si tratti di un esemplare di taglia subadulta-adulta, diverso da quello “paparazzato” nel 2011. Il dato conferma la valenza dell’area per la specie e indica la frequentazione da parte di più di un esemplare negli ultimi anni.
UN PINNIPEDE PREZIOSISSIMO!
La Foca monaca è uno dei pinnipedi (gruppo di mammiferi che comprende foche, trichechi e otarie) più minacciati al mondo. Il declino della specie dovuto storicamente alla sua persecuzione e successivamente a fattori quali la perdita di habitat marino costiero idoneo e la cattura accidentale, ha portato alla scomparsa della specie dalla maggior parte del suo areale storico ed una frammentazione geografica dei nuclei sopravviventi. Si stima che la sua popolazione sia composta da non più di 450 individui adulti, suddivisi tra le colonie del Mediterraneo orientale e quelle dell’Atlantico (isole Desertas e coste del Sahara atlantico).
I CONSIGLI IN CASO DI AVVISTAMENTO
Siete in crociera in zona? Alcuni consigli, in caso di avvistamento:
• In caso di avvistamento in mare, occorre spegnere subito i motori dell’imbarcazione, mantenere il silenzio, e aspettare che l’animale continui il proprio percorso. Le foche, incuriosite, possono avvicinarsi ai natanti, ai subacquei ed alle imbarcazioni, ma in nessun caso devono essere disturbate, molestate e inseguite sia in acqua sia a terra.
• Qualora non fosse possibile spegnere i motori dell’imbarcazione, limitare la propria navigazione passando lentamente e sempre posteriormente all’esemplare osservato al fine di non costringerlo o spaventarlo
• Le foche monache utilizzano le grotte marine per riposare e per l’attività riproduttiva. In caso di avvistamento di una foca monaca durante una nuotata o un’immersione, allontanarsi lentamente per non disturbare l’animale.
• Evitiamo il disturbo ai siti dove verosimilmente si riposa.
• E’ assolutamente vietato tentare di avvicinare una foca monaca con il suo cucciolo, lo stress determinato dalla presenza umana potrebbe provocare l’abbandono del cucciolo e di quei luoghi negli anni successivi.
• La foca monaca è protetta dalla legge italiana che ne vieta l’uccisione, la cattura, ed il disturbo.
• Se saremo in grado di mantenere le condizioni ambientali adeguate le foche continueranno a frequentare le nostre coste, e anche tu potrai continuare ad osservarle negli anni a venire!
L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) mette a disposizione una pagina Facebook dedicata (Focamonaca ISPRA), tramite la quale, in caso di avvistamento, è possibile – e doveroso – segnalarne i particolari, indicando il luogo ed i recapiti dell’osservatore: E’ possibile inoltre, contattare l’ISPRA al numero 0650074630 oppure scrivendo una e-mail all’indirizzo focamonaca@isprambiente.it
LA DICHIARAZIONE DI LUCIANO PIROVANO
“Siamo particolarmente orgogliosi del risultato raggiunto”, ha dichiarato Luciano Pirovano (Corporate Social Responsibility Director di Rio Mare), “la documentazione del ritorno nelle coste siciliane di questo raro esemplare è stato infatti possibile anche grazie alle foto trappole che Rio Mare ha contribuito a installare nelle grotte delle isole Egadi, un’attività questa che rientra nel progetto più ampio realizzato insieme all’Area Marina Protetta e volto a salvaguardare la biodiversità e favorire una gestione sostenibile delle risorse naturali del territorio. L’iniziativa, una delle prime di questo genere realizzata da privati in Italia a sostegno di un’Area Marina Protetta, prevede in particolare il finanziamento di 3 progetti: la tutela della Posidonia oceanica, il “polmone verde” del Mediterraneo, grazie al posizionamento di 40 dissuasori volti ad inibire la pesca a strascico, salvaguardare le praterie di Posidonia oceanica e incrementare la fauna ittica sotto costa; la gestione dell’Osservatorio della Foca monaca nel Castello di Punta Troia a Marettimo per monitorare la presenza di questa specie, la più protetta al mondo, nell’arcipelago e lagestione del primo Centro di Recupero delle Tartarughe marine a Favignana per soccorrere e ricoverare esemplari feriti o in difficoltà che saranno ospitati in apposite vasche prima di essere curati e restituiti alla libertà al termine della convalescenza. Questa iniziativa è un esempio concreto dell’impegno di Rio Mare per la tutela dell’ambiente e la valorizzazione del territorio italiano. Rio Mare infatti, da anni è impegnata nella sostenibilità con il progetto di Responsabilità Sociale d’Impresa “Qualità Responsabile” i cui pilastri di azione sono: la pesca sostenibile, il rispetto dell’ambiente, il rispetto delle persone e la valorizzazione del territorio e la corretta alimentazione. Questa iniziativa mira valorizzare una delle risorse naturali più belle del nostro Paese, creando così valore condiviso per le comunità di questi territori e per l’Italia”.
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