S.Agata di Militello, costa nord della Sicilia, Domenica 17 luglio 2016, ore 18 circa… Il Bravo Papà 3, il nostro Sun Odissey 40, la nostra casa galleggiante al mare è da pochi minuti ormeggiato nell’accogliente Marina Porticciolo Sant’Agata magistralmente gestito da Giuseppe Dominici, proveniente da Milazzo. Nei due giorni precedenti ha sofferto per un maestrale che ha toccato una punta di 44,9 nodi(reali non apparenti) tra Vulcano e la costa. Fortunatamente per le mogli, al giardinetto, visto che, dopo aver ostinatamente, per qualche miglio, tentato di risalire di bolina con tre mani verso ovest ha deciso (lui, direttamente, non il comandante, cioè io) di “girare le chiappe” e puntare su Milazzo.
MA COME SI PERMETTE QUESTO GUSCIO…
Nel più completo relax e nella tranquillità di un vero porto, svaccati sui cuscini a leggere un libro, vedo arrivare sul pontile una ragazza in bicicletta da corsa. Scende al volo (avrà sì e no 20 anni) e si sbraccia verso una barchetta che sta entrando in porto. Non credo ai miei occhi: un guscio di sette metri, rattoppato con vetroresina in più punti, con un fuoribordo Suzuki 6 cv, tangone (ergo, spinnaker), senza lazy bag, solo un misero e scalcinato copriranda, timone, ovviamente, a barra, carena stranamente pulitissima, “osa” venire ad ormeggiare accanto al “mio” 12 metri tirato a lucido con tutti gli accessori possibili, scotte e drizze perfettamente arrotolate a tappetino e le galaverne “in pelle umana” da me personalmente fatte e cucite???
UNA “COSTA CROCIERE IN MINIATURA”???
Scendo di corsa dalla barca per prevenire eventuali urti da parte di questi velisti della domenica e ricevo immediatamente i saluti dell’equipaggio: “Bonsoir, monsieur”. Guardo la bandiera sullo strallo di poppa: francese; sulla sartia destra Italiana, ovviamente. Sulla sinistra Canada e New Zealand. Cos’è ? una Costa Crociere in miniatura? Butto lì, per educazione, un “Bonsoir à vous” ed il ragazzo più giovane guardando la mia bandiera belga mi chiede se sono vallone. Visto che il mio francese si limita ai saluti, chiamo Margherita per una traduzione ed immediatamente Antoine eccitato esce con un “ils sont italiennes!”. Dopo 5 minuti sono a bordo del Bravo Papà a fare sei caffè Nespresso che beviamo sulla loro barca dove i ragazzi ci raccontano la loro avventura… incredibile.
ARRIVANO DALLA BRETAGNA!
Come vedete dalle foto la barca è veramente poco più di una deriva. La barca è francese, gli armatori (mi vien da ridere a chiamarli così) sono Antoine, 23 anni canadese del Quebec e Laura, 22, neozelandese; i due ospiti a bordo, poco più che trentenni, senza esperienza di mare sono pure loro canadesi. Ahinoi, Margherita ed io abbiamo una scarsa attitudine con le lingue ma con un po’ di francese misto ad inglese, spagnolo ed italiano, riusciamo a dialogare per oltre un’ora. Arrivano, udite udite, con quella barca da Saint Malo – Bretagna del Nord. Facendosi tutta la costa atlantica francese, spagnola e portoghese, Gibilterra e poi in Sicilia, per tornare poi in Tunisia a vendere la barca… azz!!! Questi sì che sono marinai veri, magari con l’incoscienza dei vent’anni ma… ci complimentiamo con loro.
SOLUZIONI “SMART”
Antoine ha trovato la barca semi-abbandonata su una spiaggia bretone, l’ha acquistata con 650 € e con altri 4000 l’ha rimessa in sesto (se penso cosa costa solo il mio navigatore, o anche solo la cucinerai…), a poppa vedo un bidoncino rosso (5 litri) per spruzzare il verderame alle piante… mi spiega che è la loro doccia. A prua, invece, legata alle draglie, la bici……il loro tender.
IL BELLO DI NAVIGARE
Hanno tre giorni per vedere le Eolie e mi chiedono dei consigli. Regaliamo loro una cartina delle isole e diamo alcune dritte, non certo marinaresche, non ne hanno bisogno, su cosa non possono perdersi, dove ormeggiare e dove spendere poco. Mostro loro alcune foto delle isole e restano affascinati. Ci scambiamo gli indirizzi mail con la promessa di risentirci e, chissàmai, di rivederci. Domattina partiranno presto. Questa estate è stata una vacanza ricca di nuove conoscenze, tutte molto particolari. Certo bisogna attaccar bottone un po’ con tutti, non essere prevenuti, lasciarsi andare e farsi spingere dalla curiosità di conoscere non solo luoghi ma anche genti e volti nuovi. Anche questo è NAVIGARE e se questo può aiutarmi a fare nuove amicizie, parafrasando Leopardi, “il naufragar m’è dolce in questo mare…”.
testo ed immagini di Adriano Gatta
1 commento su “Dalla Bretagna alla Sicilia con un “catorcio” di sette metri”
“grandi”!