Navigare in crociera con poco vento/3: cosa fare di bolina con 5/9 nodi
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Le condizioni di poco vento sono di difficile interpretazione già in regata; in crociera, forse, lo sono ancora di più, perché le barche sono in genere più pesanti ed è troppo facile accendere il motore per raggiungere la destinazione voluta nel minor tempo possibile. Spesso si sottovaluta la possibilità di raggiungere prestazioni interessanti con la propria imbarcazione anche in condizioni di vento scarso: in questi ultimi anni sono invece nate tipologie di vele che possono essere molto adatte anche in crociera e che, accompagnate da alcuni piccoli accorgimenti che costano poca fatica, sono in grado di cambiare la faccia della vostra crociera. Prima di iniziare l’analisi della conduzione della barca nelle varie andature, è necessaria una piccola ma importantissima e sempre valida premessa: una barca, in condizioni di poco vento, ha bisogno di ricevere la maggior potenza possibile dalle proprie vele, che solo in questo modo possono permettere all’imbarcazione di destreggiarsi bene nelle ariette!
NAVIGARE DI BOLINA CON 5/9 NODI
LA RANDA
Sicuramente la bolina è la condizione più impegnativa, perché l’imbarcazione in assetto da crociera ha maggiori difficoltà a raggiungere velocità elevate. è chiaro che una barca da crociera il più delle volte presuppone una randa non troppo leggera con un peso del tessuto adeguato per poter sopportare la presa di una o più mani di terzaroli. Ciò non toglie che la randa possa avere, con le dovute regolazioni, un profilo adatto a condizioni di vento leggero. Il profilo ottimale per queste condizioni si raggiunge quando la massima profondità della vela è posizionata al centro e quando la vela ha un profilo grasso e potente soprattutto in entrata e al centro, ma anche in uscita. Nella colonna a fianco analizziamo come agire sulle diverse regolazioni della randa (cunningham, drizza, base, paterazzo, tensione della scotta e carrello della randa) per ottenere un profilo il più possibile simile a quello appena descritto e portare la vela a raggiungere il massimo della sua potenza.
IL PROFILO DELLA RANDA GRASSO E POTENTE
Il profilo della randa con poco vento prevede la massima profondità della vela posizionata al centro, un profilo grasso e potente soprattutto in entrata e al centro, ma anche in uscita.
CUNNINGHAM E DRIZZA
Una volta mollati drizza e cunningham, il grasso della randa arretra arrivando alla posizione sopra indicata. è necessario tenere presente che la drizza agisce sulla parte alta della vela mentre il cunningham su quella bassa.
BASE E PATERAZZO
Una volta lascata la base aumenta la massima profondità della vela soprattutto nella parte bassa e centrale della randa. Nell’immagine sopra viene evidenziato come cambia il profilo della randa con la base cazzata (in rosso) rispetto a quando la base è lascata (in nero). Mollando il paterazzo invece diminuisce la preflessione dell’albero e si conferisce così maggiore potenza alla randa.
SCOTTA E CARRELLO
Se la scotta della randa è troppo cazzata, la balumina si chiude troppo e la velocità della barca diminuisce notevolmente. Sarà quindi necessario avere una tensione della scotta necessaria per fare sventolare i filetti alti posti sulla balumina per almeno il 60/70% del tempo. Carrello randa: il boma deve essere al centro e questo significa che il carrello della randa, non avendo troppa tensione della scotta, dovrà essere portato leggermente sopravvento; questa regolazione aiuta l’imbarcazione ad avere una tendenza boliniera maggiore.
GENOA
Anche il genoa (o fiocco che sia) deve conferire all’imbarcazione la maggiore potenza possibile. L’unica differenza è che difficilmente una vela di prua arriva ad avere la massima profondità al 50% come nel caso della randa. Anzi, a dire il vero non è neanche consigliabile. Anche in questo caso, per ottenete tale profilo, si interviene sulle regolazioni che abbiamo a disposizione: il punto di scotta, la drizza, la catenaria (la curva dello strallo di prua determinata dal paterazzo molle) e la tensione della scotta. Una volta sistemato il profilo delle vele, è chiaro che anche la conduzione dell’imbarcazione assume una notevole importanza. Su una barca da crociera, che molto spesso naviga con un peso notevolmente superiore al normale, è inutile cercare di navigare di bolina con l’angolo più stretto possibile rispetto al vento: la barca sarebbe sicuramente troppo lenta. Meglio qualche grado in più ma con una velocità notevolmente superiore.
PROFILO DEL GENOA GRASS0 E POTENTE
Anche il genoa ( o fiocco che sia) deve conferire all’imbarcazione la maggior potenza possibile. La vela di prua deve essere quindi abbastanza potente in entrata ed avere un’uscita della vela non troppo piatta e aperta. Questo porta ad avere la massima profondità della vela posta al 40-50%.
potente in entrata. Uscita della vela non troppo piatta e aperta.
PUNTO DI SCOTTA
Con il punto di scotta verso prua, il tiro della scotta è maggiormente verticale e più indirizzato verso la balumina che di conseguenza tende ad essere chiusa e meno svergolata.
DRIZZA
Come il cunningham e la drizza della randa, anche la drizza della vela di prua contribuisce ad arretrare o avanzare la posizione della massima profondità della vela.
CATENARIA E SCOTTA
La catenaria, vale a dire la curva dello strallo di prua determinata dalla scarsa tensione del paterazzo, contribuisce ad aumentare la profondità e la potenza della vela di prua. Attenzione: avere tanta catenaria fa si che il grasso della vela si sposti verso prua e sarà quindi necessario arretrare la massima profondità e portarla in posizione corretta, lascando un poco la drizza. La tensione della scotta deve essere debole per far respirare la vela.
IL NOSTRO ESPERTO
Roberto Spata ha iniziato a regatare sulle derive. Si è avvicinato alla vela d’altura regatando su qualsiasi tipo di imbarcazione e vincendo, ad oggi, 17 Italiani, 6 Europei e 5 Mondiali. Nel 2003 fonda la New Wind, una società di consulenza tecnica e di servizi rivolta sia agli armatori che ai più importanti cantieri italiani. www.nwind.it.
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