Soldini: Ho volato con il nuovo trimarano. Nostra intervista
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L’esperienza di Giovanni Soldini a bordo dei trimarani si era interrotta nel 2005, quando aveva scuffiato con l’Orma 60 Tim alla Jacques Vabre. Ora riprende con i multiscafi dopo 11 anni, a bordo di Maserati (l’ex MOD 70 Edmond de Rothschild), acquistato per lui da John Elkann: il primo trimarano “volante” oceanico, in grado cioè di sollevarsi dall’acqua appoggiandosi esclusivamentw sui foil e sui timoni a “T”.
Abbiamo incontrato il velista più famoso d’italia allo Yacht Club de Monaco, per la presentazione della barca e del programma di Maserati (assieme a lui John Elkan, Pierre Casiraghi, Guido Broggi, Francesco Malingri, Carlos Hernandez, Olivier Herrera Perrez e Francois Robert_ questo il nucleo dell’equipaggio futuro del Multi 70).
In undici anni ne sono cambiate di cose, Giovanni…
Hai voglia. Ora mi ritrovo a bordo di un trimarano dotato di foil, che sono il futuro e il presente della vela. Ce lo siamo andato a prendere in Bretagna, per portarlo qui a Monaco abbiamo percorso 2.000 miglia. La prima volta che mi sono alzato in volo ho provato un’emozione fortissima.
Parliamo appunto di foil: Maserati ha una configurazione sperimentale…
Il foil di sinistra è “tradizionale”, a “C”, di quelli che abbiamo già visto a bordo dei MOD70. Ha una buona stabilità ma in termini di attrito non è il top. Quando si naviga mure a dritta, diciamo che siamo in modalità “normale”. Il gioco si fa interessante mure a sinistra: il foil di dritta – fabbricato in Italia – ha un profilo a “L”, in grado di garantire una lift (forza verticale) molto maggiore e quindi di sollevare lo scafo completamente dall’acqua. L’attrito è pressoché nullo e la velocità aumenta vertiginosamente.
Tutto facile, allora! Basta utilizzare entrambi i foil a “L” e…
Un cavolo. La sfida sta proprio nella gestione del foil a L. Per adesso sono stati sperimentati in acque piane, in circuiti controllati. Noi ce lo vogliamo giocare in oceano, vogliamo essere i primi a farlo: vogliamo rendere affidabile il volo in oceano. Dovremo trovare il giusto compromesso tra velocità e stabilità. Infilarsi in un’onda e spaccare tutto è un attimo… Per adesso, delle 2.000 miglia di trasferimento Bretagna-Montecarlo ne abbiamo fatte 1.500 mure a dritta: ci sono ancora un sacco di cose da capire, migliorie da fare, parametri su cui lavorare (come l’incidenza). Questa è una barca laboratorio.
Ma non studierete soltanto, vero?
Adesso navigheremo molto in Mediterraneo, tra Liguria, Baleari, Sicilia e Costa Azzurra. A settembre torneremo a Monaco per tentare di stabilire il tempo di riferimento per i multiscafi sulla rotta Monaco-Porto Cervo. Dobbiamo registrare dati, confrontare, ottimizzare. Ad ottobre prenderemo parte alla Rolex Middle Sea Race (oltre 600 miglia partendo da Malta, circumnavigando la Sicilia e tornando a Malta), e sarà il primo importante test: anche perché ci saranno altri MOD 70 in gara, tra cui Phaedo. Ma non andremo alla ricerca spasmodica del risultato: si tratterà di una prova di affidabilità della barca. Poi sarà la volta dell’oceano, con la partecipazione alla RORC Transatlantic il 26 novembre (3.000 miglia da Lanzarote a Grenada).
E da là, proverete a dare una musata in Pacifico?
Assolutamente si, l’idea è quella di prendere parte alla Transpac.
Ma non si tratta di un oceano facile, soprattutto per una barca volante…
Già. E’ un mare sporchissimo, ricco di ostacoli galleggianti. E visto che il trimarano facilmente naviga sopra i 30 nodi, qualsiasi oggetto, anche il più piccolo, può causare danni alle appendici. Quella è la mia unica, vera preoccupazione (Guido Broggi, il braccio destro di Soldini, ci ha raccontato che venendo in giù dalla Bretagna Maserati ha cozzato contro due pesci luna, fortunatamente non è successo nulla ma è comunque saltato il fusibile del timone).
Per adesso quindi “volate basso”.
Adesso del risultato sportivo, davvero, non ci importa. La nostra è una sfida tecnologica. Speriamo di poter essere “a regime” dopo la traversata atlantica: non cercheremo di volare ad ogni costo. L’importante è cercare di ridurre i pesi e l’attrito in modo tale da essere più veloci mantenendo però una stabilità che ci consenta di navigare sicuri…
Questa sfida con i foil odora un poco di Coppa America…
Assolutamente no, non siamo interessati alla Coppa America. A me piace navigare lungo, vedere solo il mare intorno a me.
E prima o poi riusciremo a vedere Soldini intorno al mondo, alla conquista del Trofeo Jules Verne?
Ahahahaha (ride di gusto). Quella è una sfida da superbarche da 140 piedi. Ma staremo a vedere.
Hai detto che la vostra sarà una sfida tecnologica, ma gli avversari non mancano.
Già, in primis il MOD 70 Phaedo: abbiamo avuto un’esperienza poco carina con il loro skipper. John (Elkann, ndr) gli aveva detto, prima della partenza della RORC 600 (600 miglia attorno tra le isole caraibiche), “ci vediamo all’arrivo”: lo skipper aveva risposto “quando voi arriverete, noi saremo già sull’aereo per casa”. In effetti così era stato, ma allora Maserati era un VOR70, un monoscafo. Adesso ce la possiamo giocare alla grande! Poi ci sono altri MOD 70 quali Oman Sail e Team Concise. Sarà molto interessante, sopratutto in termini comparativi… Ma adesso per prima cosa dovremo imparare a “volare” al meglio.
LA BARCA
Maserati è un Multi70 dotato di foil, costruito nel 2011 lungo 21,2 metri e largo 16,8. Pesca un massimo di 4,5 m e l’albero è alto 29 metri. Il peso totale è di 6,3 tonnellate e la superficie velica è di 310 mq a vele bianche e 409 mq alle portanti. La velocità massima raggiunta dal trimarano, per adesso, è di 43 nodi.
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2 commenti su “Soldini: Ho volato con il nuovo trimarano. Nostra intervista”
43 nodi?? da pazzi!
sicuri che sarà il futuro? a me, i monoscafi belli tranquilli, piacciono assai!
Our favourite article! 😉