“Mille miglia, mille pensieri”. Vi racconto il mio battesimo in Oceano
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Vi avevamo raccontato la storia di Ambrogio Beccaria Balduzzi, il ragazzo che voleva l’Atlantico a tutti i costi: è andato a recuperarsi un mini sfasciato in Portogallo e lo ha rimesso a posto con le sue mani riuscendo a vincere il titolo italiano Mini di Serie. Il suo sogno si è finalmente avverato: in attesa della Mini Transat 2017, a cui “Boggi” (così lo chiamano gli amici) prenderà parte sul suo 6.50 Alla Grande Ambeco, ha conquistato la qualificazione per la 6ª edizione della Les Sables – Azzorre – Les Sables 2016, regata in solitario di 2.540 miglia riservata ai soli monotipo di questa classe. Partito il 7 giugno da Lorient (Bretagna), Ambrogio per qualificarsi ha dovuto percorrere ben 1000 miglia nautiche in solitario sulla rotta Lorient – Irlanda – Lorient. Quello che pubblichiamo è l’emozionante resoconto dell’avventura che Beccaria ha scritto per noi.
“MILLE MIGLIA, MILLE PENSIERI”
È l’alba del 15 Giugno e sono appena arrivato a Lorient dopo 7 giorni e 16 ore di navigazione. Mi aspettavo di crollare di stanchezza, ho dormito poco e lavorato molto in questi giorni. Invece, prima della gioia e della soddisfazione di avercela fatta, fa capolino una strana sensazione.. sono frastornato, ho bisogno di mettere a posto le idee, di ripensare ad ognuna di queste mille miglia per poterne fare tesoro. E così, con la testa che frulla di pensieri, comincio a mettere a posto la barca. Per prima cosa arrotolo la randa.. L’ho issata la mattina del 7 giugno per uscire dal porto di Lorient ed iniziare questa grande avventura. E mentre la drizza mi scorreva tra le mani pensavo alla gioia di essere finalmente in mare, mi sentivo bene, avevo lasciato le ansie a terra e con me era rimasta solo l’emozione e la voglia di affrontare queste miglia in solitario. I giorni prima non erano stati facili: le cose da preparare erano tante, e per ogni piccolo problema che risolvevo un paio di preoccupazioni bussavano alla porta. Ma sotto sotto ero consapevole che sarebbe bastato mollare gli ormeggi per trovare il coraggio, e così è stato. Le prime cento miglia sono passate sotto lo scafo di Alla Grande Ambeco con tale facilità da farmi pensare che sarebbe stato quasi noioso farne altre novecento.
“È PROPRIO COME ATTRAVERSARE LA STRADA”
Ma proprio mentre elaboravo questo pensiero, il vento è sceso, una fitta nebbia ha cominciato a crearsi sul pelo dell’acqua e lo strumento che mi indicava la presenza di altre barche ha iniziato a suonare all’impazzata. Stavo per attraversare il canale delle navi che c’è sulla punta Nord della Bretagna, primo grande scoglio di questa qualifica. Subito mi è venuto in mente il consiglio di Ian Lipinski, ex proprietario della mia barca e vincitore della MiniTransat 2015: “È proprio come attraversare la strada – mi aveva detto ridacchiando – prima guardi a sinistra poi a destra”.
Il problema è che io non mi sentivo a mio agio come quando devo attraversare la strada, avevo piuttosto la sensazione di attraversare piazzale Loreto alle sei del mattino, in una di quelle classiche mattine milanesi in cui non vedi ad un palmo dal tuo naso. Fortunatamente ero abbastanza concentrato sulle navi da non guardare l’orologio, e all’alba del giorno dopo il disagio è finito. Mi sono ritrovato in mezzo alla Manica, scaldato da un piacevole sole (non immaginatevi chi sa che, ero comunque in Bretagna!) e spinto da una leggera brezza al traverso che mi ha permesso di macinare un po’ di miglia verso il mar Celtico.
“HO FATTO LE PAROLE CROCIATE”
La salita verso Nord me la aspettavo fredda e complicata, e invece piano piano cominciavo prendere il ritmo di bordo. Le giornate si succedevano tranquillamente, il vento era poco, mangiavo e dormivo.. Ho fatto addirittura le parole crociate! Certo, ogni tanto mi toccava anche regolare una vela, ma lavorare per la barca non mi affaticava affatto, anzi era diventato finalmente parte della routine dell’andar per mare. E così, tra un branco di delfini ed un capitolo del libro, tra un cambio vela ed un cous cous sono arrivato in Irlanda, a Conin Beg, la boa più a Nord del percorso.
NAVIGANDO VERSO SUD
Rimettere la prua verso Sud è stata una grande emozione: dopo 400 miglia mi stavo finalmente riavvicinando a casa. E il vento ha reso questa discesa veloce e divertente: come da previsione l’Ovest ha iniziato a rinforzare, e dopo aver issato il gennaker piccolo mi sono messo al timone della mia barchina per godere delle surfate atlantiche che non avevo ancora sperimentato. “Ça glisse”, come dicono i francesi, scivolare. Ed è proprio così, spinta dalle lunghe onde oceaniche, Alla Grande Ambeco sembrava scivolare sul mare senza fatica. Abbiamo sfiorato le 200 miglia in un giorno: il nostro record!
LO SCOGLIO PIÙ DURO
Al sesto giorno di navigazione ho girato Rochebonne, una secca in mezzo a Biscaglia dove il fondale da tremila metri passa a quaranta. A questo punto mancava l’ultima boa del percorso: Ile de Ré. Navigatori molto esperti mi avevano consigliato di arrivarci riposato, è un passaggio difficile e la sensazione di essere vicino a casa spesso ti frega. Fortunatamente ho seguito il loro consiglio: a 30 miglia dalla boa ha iniziato a rinforzare il vento, arrivando a raffiche di 40 nodi. Con tre mani alla randa e la tormentina mi avvicinavo a 12 nodi a quello che ormai avevo capito sarebbe stato il passaggio più impegnativo della qualifica. Infatti una volta passato sotto il ponte che collega l’isola alla terraferma, per riguadagnare il largo dovevo bordeggiare per più di 15 miglia in un posto che in quel momento mi sembrava un inferno. Il fondale era intorno ai tre metri, e sulle onde più grandi trattenevo il respiro sperando di non incagliarmi. Nonostante avessi poca tela, le raffiche più violente mi stendevano. E come se non bastasse ero di bolina. Più volte ho avuto la tentazione di fermarmi a La Rochelle per far passare il peggio e ripartire la mattina dopo.. Ma alla fine, miglio dopo miglio, la barca mi portava sempre più lontano da quel posto da incubo e io, stanco e arrabbiato, ubbidivo ai suoi comandi. A quel punto dovevo solo stringere i denti, mi mancavano 150 miglia, che a causa di groppi e buchi di vento non sono assolutamente passate veloci come speravo.
Finalmente, all’alba dell’ottavo giorno, i pescherecci cominciavano a diventare sempre di più ho capito che casa era ormai a due passi. Alle sei del mattino, stremato fradicio e felice, sono entrato nel porto di Lorient.
Dopo tutto questo pensare e ripensare Alla Grande Ambeco è ormai in ordine ed io, più marinaio di una settimana fa, sono pronto per la mia prima regata oceanica in solitaria. Infatti queste mille miglia a spasso per l’Atlantico mi sono servite per portare a termine la mia qualifica per Les Sables – Les Açores – Les Sables, regata a cui parteciperò questo luglio, e per la MiniTransat del prossimo anno.
A risentirci alla prossima avventura,
Ambrogio
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1 commento su ““Mille miglia, mille pensieri”. Vi racconto il mio battesimo in Oceano”
Bravo Boggi!!! bellissima impresa !! E un racconto carico di emozione e di passione!!
Enrico