Sembrava la soluzione ideale per abbattere i costi dei porti italiani: stiamo parlando dei Marina Resort. Per capirci meglio, io posso stipulare un contratto di ormeggio stagionale con il Marina Resort in questione: sarà a sua discrezione il regime da applicare (se al 10 o al 22%), proprio come avviene nel settore, ad esempio, dei camper. E ricordiamo tra l’altro che il porto dovrà adeguare (proprio come per gli alberghi e i camping) le sue strutture alla ricezione, e in base a quelle sarà classificato. Già, perché per diventare un marina resort, un porto deve raggiungere determinati requisiti in termini di servizi e accoglienza, che al momento variano da regione a regione, poiché in materia di turismo le normative regionali prevalgono su quelle nazionali.
IL COLPO DI CODA DELLA REGIONE CAMPANIA…
Tutto chiaro e apparentemente inattaccabile. Se non fosse che la Regione Campania, nella primavera di quest’anno, si era rivolta alla Corte Costituzionale per annullare la norma: assurda richiesta prontamente accettata. Sembrava quindi che fossimo tornati indietro di tre anni e, mentre alcune regioni, come la Sardegna, sono prontamente corse ai ripari emanando leggi ad hoc, è subito partito il conto alla rovescia in ambito politico per sistemare il problema.
… E IL RIMEDIO IN ZONA CESARINI DEL GOVERNO
E’ così che il 10 giugno la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il nuovo decreto attuativo dei dei Marina resort, che rende nuovamente operativa l’applicazione dell’IVA turistica al 10% agli ormeggi a breve (inferiori all’annualità). Il decreto attuativo stabilisce i requisiti minimi che i Marina resort devono possedere ai fini dell’equiparazione alle strutture ricettive all’aria aperta, ossia i servizi di accoglienza e messa a disposizione dello specchio acqueo per il pernottamento dei turisti. Il nuovo decreto attuativo identifica i servizi da offrire, senza indicare le quantità erogate, che potranno quindi essere oggetto di un ulteriore, autonoma, disciplina regionale. Così Carla Demaria, presidente UCINA: “Lo scorso anno, al suo primo anno di applicazione, la norma ha prodotto un aumento del 4% dei contratti di ormeggi stagionali. Rendendo nuovamente più appetibile la sosta presso gli ormeggi in transito nei porti turistici italiani verrà attirato nelle nostre acque un numero maggiore di imbarcazioni che potranno così godere della bellezza delle coste italiane a prezzi concorrenziali nel Mediterraneo”.